Tre dei 4 ferrovieri
Scontro fra treni a Lecce macchinisti inviati «a visita»
Non si tratta di un atto dovuto: sembra voler dire che i tecnici non credono alla giustificazione del guasto ai freni.
MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Ferrovie Sud-Est ha inviato a «visita di revisione» tre dei quattro ferrovieri coinvolti martedì nell’incidente avvenuto a Galugnano, sulla linea tra Lecce e Zollino, con lo scontro frontale tra due treni che ha provocato una decina di feriti lievi. E per quanto fonti dell’azienda facciano notare che un solo macchinista (quello del treno 544, che «si sarebbe mosso da solo» al semaforo rosso) risulti a oggi sospeso, la visita di revisione comporta la ripetizione di tutti i test necessari a ottenere l’abilitazione alla guida. Non si tratta di un atto dovuto: sembra voler dire che i tecnici non credono alla giustificazione del guasto ai freni.
Il treno 544 proveniente da Otranto, secondo la versione del macchinista, si sarebbe messo in movimento per inerzia in un tratto in leggera discesa «bevendo» così il segnale rosso e finendo poi a impattare sul treno 549 che era fermo. Tuttavia il macchinista del 544 risultava essere sceso dal treno («Stavo effettuando una prova freni»), e a fronte di un sovraccarico della condotta potrebbe aver tirato le funicelle (esterne) che scaricano il sistema pneumatico di frenatura: se questa operazione fa scendere troppo la pressione, poi il treno non frena più. Davanti alla commissione tecnica interna, il ferroviere si è però difeso facendo notare che il ceppo del freno di stazionamento non aderiva completamente alla ruota, e dunque non sarebbe stato in grado di fermare il convoglio. Motivazione che però i tecnici respingono: il «freno a mano» agisce solo su uno degli assi e non serve ad impedire l’avvio del treno. Il freno di stazionamento, peraltro, potrebbe essere stato tirato anche dopo l’incidente, anche perché non è chiaro quando esattamente il ferroviere sarebbe risalito sulla locomotiva.
La questione sta creando un certo imbarazzo in Sud-Est e nell’intero gruppo Fs, perché il treno che ha causato l’incidente è una Aln668 presa a noleggio da Trenitalia: dunque i sindacati accusano l’azienda di aver messo in linea un catorcio (si usavano in Puglia prima dell’elettrificazione, nei primi anni ’70), l’azienda invece si orienta sull’errore umano. La commissione di inchiesta, che non ha terminato i suoi lavori, può comunque aver rilevato una serie di comportamenti fuori norma da parte del personale di condotta del 544 (una mancata prova freni, l’azionamento delle funicelle senza prima aver bloccato il treno), ma probabilmente anche del macchinista del 549 che era fermo al segnale di ingresso della stazione (una procedura di incrocio non corretta). E comunque, la decisione sembrerebbe voler dire che i tecnici Sud-Est non credono all’avaria del freno.
Il mistero si chiarirà con l’esame delle «zone tachigrafiche», la scatola nera del treno che è stata sequestrata dalla Procura di Lecce. Il profilo di velocità può infatti far capire come è avvenuto l’avvio del 544, e dunque stabilire la dinamica e accertare il funzionamento del freno. Ma questo spetterà al consulente nominato dal magistrato che conduce le indagini, aperte (a carico di ignoti) per disastro e lesioni colpose.