L'incidente di martedì

Scontro treni in Salento «Il macchinista scese dal treno»

L'inchiesta interna avrebbe accertato che il conducente stava provando i freni ma è risalito prima della partenza

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - È probabile che il macchinista del 544, quello che si sarebbe mosso da solo causando martedì l’incidente (senza vittime) di Galugnano sulla linea Lecce-Zollino delle Sud-Est, sia sceso dal suo treno lasciandolo incustodito per un tempo più o meno lungo. E per questo non sarebbe riuscito a intervenire quando il convoglio è ripartito per via della leggera pendenza della linea.

È questa l’ipotesi su cui ieri si sarebbe orientata la commissione tecnica delle Ferrovie Sud-Est, che ha ascoltato i due macchinisti con lo scopo di ricostruire la dinamica dell’impatto avvenuto intorno alle 17,30. Una ipotesi tutta da riscontrare, naturalmente, ma che si basa su una serie di circostanze di fatto e su una considerazione pratica: il macchinista del 544, R.R., avrebbe avuto tutto il tempo di accorgersi che qualcosa non andava e dunque di intervenire.

La dinamica può essere raccontata così. Il 549 proveniente da Lecce era fermo al segnale della stazione impresenziata di Galugnano. L’altro treno, il 544 proveniente da Otranto, una Aln 668 presa a noleggio da Trenitalia, era giunto al segnale di protezione (un semaforo rosso). A quel punto, il capotreno del 544, è sceso dal treno per recarsi nei locali tecnici della stazione e azionare la cosiddetta «rar», un dispositivo che serve ad effettuare la manovra di incrocio. Ha insomma dato il via all’altro treno, cioè al 549 da Lecce, per attraversare la stazione.

Invece, per qualche motivo, è stato il 549 a muoversi nonostante il segnale rosso. «È partito da solo e non sono riuscito a frenare», è la ricostruzione di R.R. (assistito dal delegato sindacale della Uil). Il macchinistra del 544 ha riferito ieri di essersi accorto che l’altro treno gli stava andando addosso, e di aver cominciato a muoversi a retromarcia, di qualche decina di metri, per attutire l’impatto.

Ma gli ispettori nominati da Sud-Est (altri sono stati designati dall’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e dal ministero delle Infrastrutture) devono capire esattamente cosa è avvenuto. Per il momento non possono accedere alle zone tachigrafiche, la scatola nera dei treni, sequestrate dalla Procura di Lecce. È un fatto che il capotreno del 549 fosse sceso, e pare sia stato anche visto sbracciarsi quando ha visto che il convoglio aveva cominciato a muoversi.

Tuttavia, dicono i tecnici, le cose non quadrano. Il 549 ha tallonato il deviatoio (lo scambio) sul ramo sbagliato, e questo provoca quattro forti colpi di cui il macchinista a bordo si sarebbe dovuto accorgere. Visto che il treno non aveva preso velocità, è il ragionamento, c’era tutto il tempo per fermarlo anche se - come è stato detto - fossero state tirate le «funicelle» (dispositivi che si trovano a centro treno e che servono a scaricare l’impianto pneumatico di frenatura: una manovra che richiede, appunto, la discesa dal treno, ma che di norma viene effettuata dal capotreno). «Ero sceso per effettuare una prova freni ma poi sono risalito», è la giustificazione che sarebbe stata fornita rispetto a questa incongruenza.

Tuttavia fonti sindacali ieri hanno fatto circolare la foto qui in alto, foto che sarebbe stata scattata subito dopo l’impatto. Si vede il ceppo del freno che non aderisce perfettamente alla ruota del primo asse: sarebbe la dimostrazione - a detta di chi la ha scattata - che il freno a mano della Aln668 non funzionava correttamente. Tuttavia - dicono i tecnici - se il treno aveva il freno a mano inserito, anche nella modalità immortalata dalla foto, difficilmente si sarebbe mosso per gravità. E dunque il freno a mano potrebbe essere stato azionato in un momento successivo.

Tutte circostanze che ora dovranno essere esaminate dalla Procura di Lecce, che con il pm Giovanni Gagliotta indaga al momento a carico di ignoti per disastro ferroviario e lesioni colpose. La Polfer sta continuando a raccogliere elementi, mentre sarà una consulenza tecnica ad accertare la dinamica dell’incidente e il funzionamento dell’impianto frenante.
L’impatto tra i due treni, che trasportavano complessivamente 80 persone, ha causato 27 feriti tutti molto lievi. Questo perché il treno 549 procedeva a bassissima velocità, meno di 30 all’ora: tanto che nessuno dei due convogli (sequestrati dalla Procura insieme alla documentazione) ha riportato danni evidenti.

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