Incidente in Salento
Scontro treni, il macchinista «Il convoglio partito da solo» Regione, scoppia la polemica
SAN DONATO DI LECCE - «Il treno era fermo in stazione ed è partito da solo, forse per un guasto ai freni": si sarebbe giustificato così il macchinista del treno 544 delle Ferrovie del Sud Est partito ieri pomeriggio col segnale rosso dalla stazione di Galugnano e scontratosi dopo circa 800 metri col treno 549, fermo al segnale di ingresso in stazione. L’impatto è avvenuto a 25 km/h e ha provocato una ventina di feriti lievi. Anche per questo il pm di Lecce, Giovanni Gagliotta, ha disposto una consulenza meccanica e strutturale sul treno, che riguarderà anche l’efficienza dei freni e i sistemi di sicurezza dei due convogli coinvolti nello scontro.
L’indagine per disastro ferroviario colposo e lesioni colpose è al momento a carico di ignoti. Le ipotesi al vaglio della Procura di Lecce sono sia l’errore umano sia il guasto tecnico. Questa seconda ipotesi sarebbe avvalorata dalle testimonianze di alcuni ferrovieri che avrebbero riferito agli investigatori che il treno 544 avrebbe avuto un’avaria al freno a mano e, per via della leggera pendenza della tratta, avrebbe cominciato a prendere velocità. Il macchinista a bordo avrebbe quindi tentato di azionare il freno di stazionamento di soccorso senza successo. Lo stesso macchinista, prima dell’impatto, avrebbe avvisato il Dco, il dirigente della centrale operativa, che avrebbe a sua volta, dalla sede di Novoli (Lecce), chiamato la stazione di San Cesario di Lecce per avvisare di non far partire il treno diretto a San Donato. Il convoglio, invece, era già partito. Il macchinista a bordo del treno 549 - sempre secondo i ferrovieri - sarebbe stato quindi allertato via cellulare del guasto in atto sul treno 544 e si sarebbe fermato a circa 800 metri dalla stazione di Galugnano. Subito dopo c'è stato l'impatto.
L’incidente è avvenuto alle 17.16 sulla tratta Lecce-Zollino, in territorio di San Donato di Lecce, che è costato una ventina di feriti, nessuno dei quali è comunque in condizioni gravi. Per gli inquirenti resta da chiarire la dinamica dello scontro, avvenuto su binario unico. In particolare si attende di conoscere il contenuto delle scatole nere dei due treni, sequestrate ieri dalla procura.
Sulla tratta ferroviaria stamani è ripresa la circolazione, anche se le carrozze erano praticamente vuote. L’incidente ha riacceso le polemiche politiche. «La Regione ha il compito di mettere a disposizione le somme» necessarie anche alla sicurezza ferroviaria, ma «la progettazione e le tratte di intervento vengono decise dai gestori delle infrastrutture che ovviamente devono fare anche la valutazione di rischio», ha precisato l'assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini. Al Movimento Cinque Stelle, che ha chiesto le sue dimissioni, Giannini ha risposto di avere la sensazione che «la richiesta sia partita sull'onda emotiva con una grande ignoranza dei fatti e di quello che è accaduto».
LA POLEMICA POLITICA - L'incidente accede il dibattito politico sulla sicurezza dei trasporti in Puglia, anche in vista dell’anniversario dell’incidente ferroviario in cui, lo scorso 12 luglio, due convogli si scontrarono provocando la morte di 23 persone, sul binario unico della Ferrotramviaria, lungo la tratta Andria-Corato. Il consigliere regionale del Pd, Sergio Basi, segnala «il grado di inciviltà del trasporto pubblico locale nel Salento: questo incidente - sottolinea - ci ricorda come la mala-gestione e i mancati investimenti per l’ammodernamento delle Sud Est pesino sulla vita di vive e di chi visita la nostra terra».
Il presidente del gruppo consiliare La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, ritiene indispensabile «accertare subito le responsabilità e dare una risposta chiara alle esigenze del territorio e dei pendolari: la politica deve trovare soluzioni non più rinviabili sul fronte della sicurezza».
E se i Cinquestelle avevano già chiesto ieri le dimissioni dell’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Giannni, secondo il quale questa richiesta è dovuta alla «ignoranza sui fatti», i consiglieri regionali di Alternativa Popolare, Giannicola De Leonardis, Luigi Morgante e Gianni Stea, ricordano ai pentastellati «di aver difeso il sindaco di Torino, Chiara Appendino, anche dopo quanto accaduto in piazza San Carlo a Torino, la sera della finale di Champions, con 1.500 feriti». Il presidente del gruppo consiliare dei Popolarì, Napoleone Cera, rimarca dunque di non poter «condividere la caccia alle streghe che i soliti populisti della mobilità ferroviaria hanno scatenato dopo l’incidente tra i due treni delle Ferrovie Sud Est sulla tratta Lecce-Otranto: il vero imputato - rimarca - è il ritardo accumulato nell’ammodernamento della rete ferroviaria».
Al consigliere democratico Ernesto Abaterusso, invece, «spiace dover constatare come, nonostante più volte sia stata denunciata la superficialità con la quale da tempo viene gestita l’azienda di trasporto ferroviario in Puglia, e nonostante le ingenti risorse investite da governo e Regione, poco o niente si sia fatto per stanziare adeguati investimenti utili a invertire la rotta di una storia fatta di mezzi vecchi e obsoleti, binari unici e non sicuri».
ASSESSORE GIANNINI: NOI METTIAMO I SOLDI, GESTORI DECIDONO - «Devo precisare che la Regione ha il compito di mettere a disposizione le somme» necessarie anche alla sicurezza ferroviaria, ma «la progettazione e le tratte di intervento vengono decise dai gestori delle infrastrutture che ovviamente devono fare anche la valutazione di rischio». Lo ha detto l’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Giovanni Giannini, parlando con i giornalisti a margine della seduta del Consiglio regionale pugliese, che si svolge all’indomani dell’incidente ferroviario tra convogli delle Ferrovie Sud-Est sulla tratta Lecce-Zollino.
«Per quanto riguarda i poteri della Regione - ha precisato l'assessore - questa li ha esercitati già dal 2013. Abbiamo messo a disposizione 83 milioni per la sicurezza ferroviaria, per la prima volta in Puglia. La Puglia, la Toscana, l’Emilia Romagna e la Lombardia sono le uniche Regioni che hanno investito in sicurezza ferroviaria».
«E visto che alcuni gestori, tra cui Sud-Est, non hanno rispettato la scadenza prevista per l’attuazione dei progetti finanziati con i Por 2007-2013 - ha aggiunto Giannini - abbiamo rifinanziato la spesa per la messa in sicurezza dell’intera rete ferroviaria pugliese, assegnando a Sud-Est sessanta milioni. E siamo in una previsione sui Por di circa 170 milioni per la messa in sicurezza».
«Oggi - ha proseguito - abbiamo una seconda riunione per verificare a che punto sono i progetti e per controllare che la spesa dei Por venga effettuata». «Poi, oltre ai tempi tecnici per la messa a punto dei progetti - ha concluso Giannini - c'è anche tutto il discorso della valutazione di questi progetti da parte dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, che deve dare il nulla osta per la realizzazione dei progetti stessi».
MIE DIMISSIONI? - «Nella dinamica politica ci sta che uno possa chiedere le dimissioni di chi ricopre incarichi di governo e ha responsabilità di governo. Il problema è che la richiesta di dimissioni deve essere motivata. E nel caso di specie mi sembra non ci sia nessuna motivazione, e che la richiesta sia partita sull'onda emotiva con una grande ignoranza dei fatti e di quello che è accaduto». Lo ha detto l’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Gianni Giannini, parlando con i giornalisti a margine della seduta del consiglio regionale, che si svolge all’indomani dell’incidente ferroviario tra convogli delle Sud Est sulla tratta Lecce-Zollino.
Oggi i lavori in aula si sono aperti, tra l’altro, con le scuse di Mazzarano al consigliere pentastellato Gianluca Bozzetti, per aver alzato la voce, senza spiegare il motivo per cui l’ha fatto, nella conferenza dei capigruppo che ha preceduto l'avvio dei lavori consiliari. Mazzarano ha chiesto però ai Cinquestelle di fare altrettanto con Giannini, per aver chiesto le sue dimissioni.
Bozzetti ha replicato accettando le scuse di Mazzarano, ma ha precisato che si tratta di due cose differenti.
«Le dimissioni sono state chieste per opportunità politica - ha detto il pentastellato - e bisogna scindere questa richiesta dal livello di esasperazione in cui si è arrivati nella conferenza dei capigruppo, al punto che se non fossero intervenuti alcuni consiglieri a fermare Mazzarano, mi si sarebbe scagliato contro».
CODACONS: FSE RISARCISCA STRESS PASSEGGERI - I passeggeri dei due treni coinvolti nello scontro di ieri in Salento hanno diritto al risarcimento dei danni, anche in assenza di lesioni fisiche e solo per la paura e lo stress subiti. Lo afferma il Codacons, che si rivolge direttamente alle Ferrovie Sud Est.
«L'azienda deve disporre indennizzi automatici in favore di tutti i viaggiatori presenti sui due treni al momento dello scontro - spiega il presidente Carlo Rienzi -. Questo perché i passeggeri hanno corso evidenti pericoli e hanno subito una situazione di forte stress e di grande paura. Invitiamo la società ferroviaria a sedersi ad un tavolo con il Codacons per studiare le migliori forme di risarcimento e, se non saranno accolte le nostre richieste, sarà inevitabile una class action nei confronti dell’azienda, per tutelare tutti gli utenti coinvolti nell’incidente».
GIANNINI INCONTRA MENTASTI (FS) - Incontro oggi in Regione tra l'assessore ai Trasporti Giovanni Giannini e l'AD di Ferrovie del Sud Est, Andrea Mentasti. L'incontro è stato il primo all'indomani dell'incidente avvenuto sulle linee leccesi. Sulle modalità dell'incidente – è stato detto al termine – si attendono gli sviluppi delle indagini affidate alla Procura di Lecce.
Oggi è stato anche affrontato il tema degli investimenti e degli interventi per la messa in sicurezza della rete gestita da FSE e dell'utilizzazione dei 60 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione.
FSE si è impegnata a fare le dovute verifiche, anche in considerazione dell'attuale condizione dell'azienda, che è in concordato preventivo, impegnandosi ad accelerare i tempi di realizzazione e installazione delle opere per gli apparati di sicurezza, considerato che l'installazione degli apparati a bordo treno è già in corso.