Le manovre in giunta regionale

Puglia, il rimpasto si farà Traballa anche Santorsola

BARI - I rapporti difficili tra il Consiglio e l’assessore all’Urbanistica, Anna Maria Curcuruto. Ma anche le scintille tra Mimmo Santorsola, dell’Ambiente, e il capo dipartimento Barbara Valenzano, che stanno creando imbarazzi all’attività delle commissioni (vedi la legge di riforma del comitato Via su cui Santorsola ha presentato 22 emendamenti). L’incontro tra i capigruppo di maggioranza e lo staff di Michele Emiliano si è trasformato in un lungo quaderno di lagnanze condito da strategia politica. Ma l’atteso rimpasto di giunta, per il momento, non ci sarà: il presidente della Regione comincerà a pensarci dopo il viaggio a Mosca, e difficilmente muoverà qualche pedina prima delle amministrative.
Il quadro, infatti, è complicato. Emiliano deve garantire «visibilità» a Taranto, ma i consiglieri regionali tarantini gli hanno chiesto di condividere il nome della donna che prenderà il posto della Curcuruto. Deve risolvere il conflitto sull’ambiente, tenendo conto anche delle lamentele del Pd (e delle civiche) per la sovraesposizione degli ex Sel (quattro consiglieri e due assessori): lo fanno, ovviamente, per creare altri posti. Ma se facesse saltare Santorsola, Emiliano assottiglierebbe ancora il margine della maggioranza. Tre giorni fa, per dire, la legge sugli Irccs è passata in Consiglio con appena 26 voti, ed è stato decisivo quello dello stesso Emiliano.
Il barlettano Filippo Caracciolo, dato per certo di un posto nel rimpasto, deve dunque attendere. E devono attendere i tre consiglieri bersaniani capitanati da Ernesto Abaterusso. Emiliano non intende mollare la delega alla Sanità, e sul resto sta valutando. Il capo di gabinetto, Claudio Stefanazzi, e il consigliere Giovanni Procacci hanno garantito massima disponibilità ad ascoltare e ad intervenire per «registrare l’azione di governo». Ma chi ha parlato con Emiliano ha sentito un ragionamento di questo genere: sulla giunta posso fare un intervento minimo oppure una rivoluzione, ma se faccio una rivoluzione devo tenere insieme tutti i pezzi.
E non sarà facile. Il Pd vorrebbe evitare che la tornata di nomine si trasformi in un regolamento di conti post-primarie. I renziani (su tutti Marco Lacarra e Ruggiero Mennea) scalpitano e non nascondono il malumore. Ma Emiliano in questo momento ha soprattutto interesse a non spaccare, ed a Taranto è già nell’occhio del ciclone per la scelta di appoggiare alle amministrative una lista civica, in aperta contrapposizione con la linea del Pd regionale.[m.sc.]

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