L'ultima chiesa ricostruita
Marsico Nuovo, la cattedrale riapre 37 anni dopo il sisma
di Pino Perciante
MARSICO NUOVO - Ci sono voluti 37 lunghissimi anni perché a Marsico Nuovo fosse restituito uno dei suoi gioielli storici e artistici più importanti: l’inaugurazione ufficiale della concattedrale è prevista oggi , alla presenza del vescovo metropolita, Mons. Salvatore Ligorio, che per l’occasione aprirà la porta del tempio (fino al 23 aprile attraversandola si ottiene l’indulgenza plenaria) e celebrerà una solenne messa di consacrazione.
Ma l’arcidioscesi (Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo) non ha inteso prolungare l’attesa. Ieri sono stati presentati i lavori di restauro eseguiti, iniziati nel lontano 1982. Infatti, la concattedrale, dedicata a San Giorgio Martire, è l’ultimo edificio ecclesiastico il cui restauro non era stato ancora completato a seguito del terremoto dell’80 che aveva gravemente danneggiato gran parte della struttura facendone crollare anche alcune parti (l’abside, il transetto e gli archi che sorreggevano la cupola).
A fare da Cicerone per la “Gazzetta” alla scoperta della ritrovata bellezza di questo monumento medievale, al quale fanno da contraltare nell’interno lo splendore e la vertigine dei rifacimenti di età neoclassica, provvede in primo luogo il soprintendente Francesco Canestrini. «Siamo partiti dal consolidamento statico e integrale dell’intero edificio – spiega – per passare poi al rifacimento delle coperture della zona absidale e del transetto. Il restauro è, quindi, divenuto integrale coinvolgendo la navata centrale e la cupola che sormonta il tempio».
E se i lavori, costati circa 5 milioni di euro (5.141.320), sono durati per così lungo tempo, la “colpa” è solo della discontinua disponibilità, nel corso degli anni, dei fondi necessari. Diversamente sarebbero bastati quattro – cinque anni. Ma tant’è. Attraverso il restauro sono venute e galla sorprese impreviste.
«È accaduto che durante gli interventi di rifacimento del pavimento – ricorda Canestrini – sotto il livello della cattedrale è affiorata la pianta originaria dell’edificio religioso: basilicale a croce latina, come quelle della tradizione benedettina. Ora – conclude Canestrini - sarebbe importante recuperare anche il palazzo vescovile e il seminario che affiancano la concattedrale». Il restauro è stato completato con 400 mila euro girati dalla Regione dal Fondo per lo sviluppo e la coesione che hanno coperto i lavori di manutenzione straordinaria delle coperture dell’Episcopio. Sempre con il Fondo sviluppo e coesione (800 mila euro) è stato finanziato anche il completamento della concattedrale di Muro Lucano.