Accusati di essere i mandanti
Omicidio Luisi a Bari arrestati due pregiudicati del clan Strisciuglio
BARI - Sono Vito Valentino, di 32 anni, e Alessandro Ruta, di 30, i presunti mandanti dell’omicidio di Antonio Luisi e del tentato omicidio del padre Luigi Luisi. Antonio Luisi fu ucciso il 30 aprile 2016 in un agguato compiuto in un circolo privato di via Calefati, a Bari, dopo essersi frapposto tra i colpi di pistola dei sicari e il padre, ritenuto obiettivo dei killer.
Il provvedimento cautelare, che riporta le accuse di omicidio premeditato, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso, è stato notificato ad entrambi in carcere. Valentino e Ruta, appartenenti al clan Strisciuglio, egemone al quartiere Libertà, avrebbero organizzato l’omicidio di Luigi Luisi, detto Gino, perché - secondo la polizia - era diventato una presenza ingombrante nel rione.
Secondo quanto ricostruito dagli uomini della Squadra Mobile di Bari, grazie anche a informazioni rese da collaboratori di giustizia, Vito Valentino, appena uscito dal carcere, era tornato a imporre la sua presenza sul quartiere pretendendo che Gino Luisi, vicino ai Mercante, gli versasse 200mila euro, calcolati sulla base dei presunti guadagni provenienti dallo spaccio della droga. Una 'tassà per continuare a spacciare sul territorio. Ma Luisi pare gli abbia concesso solo 5mila euro, stando al racconto dei collaboratori di giustizia. Ma ciò che avrebbe fatto irritare ancora di più Valentini è che Luisi abbia preso le parti di un commerciante vittima delle estorsioni. Così sarebbe stato deciso il suo omicidio durante incontri avvenuti a casa di pregiudicati all’epoca agli arresti domiciliari. Durante l'agguato i killer uccisero Antonio Luisi, incensurato e figlio di Gino, che si frappose tra il padre e il sicario che aveva il volto coperto da un casco integrale.
Il 16 febbraio scorso la polizia ha fermato i presunti autori dell’uccisione di Gino Luisi (ferito in un agguato il 31 ottobre 2016 e morto il 14 novembre successivo): Gaetano Remini, di 19 anni, e Maurizio e Donato Sardella, padre e figlio, di 47 e 21 anni.