caporalato, dopo gli arresti

Lo sfogo di una donna al pm «Perdere lavoro è una tragedia»

Nel provvedimento cautelare che oggi ha portato all’arresto di sei presunti caporali, facenti parte quasi tutti di un’agenzia interinale, c'è la straziante confessione di una bracciante che ha commosso gli inquirenti tranesi e che fa emergere il tessuto economico di sfruttamento a cui sono sottoposti i braccianti, anche da parte delle agenzie interinali.
Una volta sul pullman, nel momento in cui venivano distribuite le buste paga, «alcune donne - dice a verbale la testimone - si sono lamentate dei giorni mancanti, G. ha detto che noi lo sapevamo, quindi, non dovevamo lamentarci. Nessuna ha più parlato, anche perché si ha paura di perdere il lavoro, anche io adesso ho paura di perdere il lavoro e di essere chiamata infame. Ho un mutuo da pagare, mio marito lavora da poco, mentre prima stava in Cassa integrazione. Dovete capire che il lavoro qui non c'è e, perderlo, è una tragedia. Quindi, se molte di noi hanno paura di parlare è comprensibile».

Le braccianti sfruttate nei campi - secondo la Procura di Trani - percepivano ogni giorno 30 euro per essere al servizio dei 'caporalì per 12 ore: dalle 3.30 del mattino, quando si ritrovavano per essere portate nei campi a bordo dei pullman, alle 15.30, quando ritornavano a casa dopo essere state al lavoro tra Taranto, Brindisi e Andria. Il loro compenso, in base ai contratti di lavori, avrebbe dovuto essere di 86 euro, circa tre volte di più. Ovviamente nelle buste paga non solo non venivano calcolati - secondo le indagini della Gdf e della Polizia - tutte le giornate di lavoro effettive, ma neppure gli straordinari. E’ quanto emerge dalle indagini sui sei arresti computi oggi su disposizione della magistratura tranese nell’indagine sul caporalato nata dalla morte della bracciante Paola Clemente, ma non legata al decesso della donna. In soli tre mesi l’agenzia interinale che aveva reclutato i braccianti ha così evaso 48mila euro di contributi.

«La tragedia di Paola Clemente è ancora viva in tutti noi, la legge contro il Caporalato proposta dal nostro governo con le parti sociali e con il sostegno quasi unanime del parlamento ha segnato un punto di svolta. La nostra battaglia per la legalità e la dignità del lavoro continua». Così il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina all’ANSA sulla vicenda degli arresti legati alla morte della bracciante Paola Clemente.

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