Mafia del Gargano, riparte il maxiprocesso a 24 imputati

FOGGIA - L'attività giudiziaria riprende dopo due mesi di sosta e domani si torna in corte d'assise a Foggia per l'udienza numero 97 del maxi-processo alla mafia garganica con 24 imputati di mafia; traffici e spaccio di droga; estorsioni; e numerosi omicidi collegati anche alle due più sanguinose faide del Promontorio, quella di Monte Sant'Angelo tra i Libergolis e gli Alfieri/Primosa con oltre trenta morti ammazzati e decine di agguati falliti, e l'altra di Sannicandro tra i Ciavarrella e i Tarantino con 16 morti ammazzati e lupare bianche in 27 anni.

PAROLA AI PERITI
Domani si torna in aula con l'interrogatorio degli otto periti incaricati dalla corte d'assise (presidente Michele Cristin o, a latere Giacomo Forte e sei giudici popolari) di trascrivere decine di migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite nel corso degli anni dai carabinieri nell'ambito delle indagini denominate «Saburo » e «Iscaro», poi confluite nel maxi-processo alla mafia garganica.

I periti hanno completato il loro lavoro durante l'estate e depositato nei giorni scorsi nella cancelleria della corte d'assise le trascrizioni, messe a disposizione di magistrati, Direzione distrettuale antimafia e collegio dif ensivo.

LE SCARCERAZIONI
Proprio la mole di intercettazioni da trascrivere ha causato tempi lunghissimi, se si pensa che la prima udienza del processo in corte d'assise è datata 6 novembre 2005.

I tempi lunghi per le trascrizioni hanno comportato la scarcerazione per decorrenza termini - tra il 26 giugno e il 21 luglio scorso - di 10 imputati, tra cui i presunti capi della mafia garganica e alcuni garganici accusati anche di decine di omicidi.

In tre anni (a partire dalla data di rinvio a giudizio, avvenuto nel giugno 2005) non si è arrivati alla sentenza di primo grado e questo ha comportato le scarcerazioni in serie dei mesi scorsi, di imputati molti dei quali in cella dal giugno del 2004 quando scattò il blitz di Dda di Bari e carabinieri del reparto operativo di Foggia e del Ros di Bari contrassegnato dall'emissione di 99 ordinanze di custodia cautelare.

SOLTANTO DUE I DETENUTI
Al momento dei 24 imputati in attesa di giudizio, ne sono detenuti solo un paio e si tratta di imputati ritenuti al vertice del cosiddetto «clan dei montanari»: Matteo Libergolis , 35 anni, per il quale i termini di carcerazione scadranno nel marzo 2009, quando però la sentenza di primo grado dovrebbe essere stata emessa; il fratello Armando di trent'anni, l'allevatore manfredoniano ritenuto il capo della mafia garganica, scarcerato il 26 giugno per decorrenza termini e riarrestato l'8 agosto per non aver obbedito all'ordine della corte d'assise di divieto di dimora in Cap itanata.

SENTENZA ENTRO L'ANNO?
Le intercettazioni rappresentano il «cuore » del maxi-processo e domani la difesa pare intenzionata a dar battaglia non tanto e non solo sulle frasi trascritte, quanto sul fatto che alcune cassette e «cd» trascritte non sarebbero originali, ma copie.

Nelle prossime udienze sono previsti gli interrogatori degli imputati e dei testimoni citati dalla difesa, poi spazio a requisitoria del pm e arringhe difensive. Nelle 96 udienze celebrate dal 6 novembre 2005 al primo luglio scorso, sono stati sentiti circa 700 testimoni citati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari (in moltissimi casi si è trattato di risentire i carabinieri su ogni singolo omicidio e reato sul quale avevano indagato).
La corte d'assise conta di chiudere il processo entro fine anno.

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