Coinvolti politici, dirigenti e imprese

Scandalo ex Provincia e truffe sugli appalti: sequestro beni a lady preferenze e dirigenti

Otto indagati: c'è anche Anita Mauridinoia. Le indagini della Guardia di Finanza

Un sequestro preventivo del valore complessivo di circa 240mila euro è stata o eseguito dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine sull'ex Provincia di Bari relativa a «condotte fraudolente da parte di amministratori e funzionari» e ai «rapporti intrattenuti con imprenditori locali ai quali erano affidate commesse per la realizzazione di lavori pubblici».
Il provvedimento di sequestro è stato notificato a otto indagati accusati di truffa aggravata: Anna Maurodinoia, al momento dei fatti contestati vicepresidente della Provincia, quattro fra funzionari e dipendenti dell’ente, Cataldo Lastella, Pietro Gallidoro, (entrambi dirigenti in servizio) Giuseppe Rotolo (funzionario da qualche mese in pensione ma nominato delegato dal sindaco metropolitano a un incarico gratuiti) e Mario Ruggiero (ex capo di Gabinetto), gli imprenditori Marino Provvisionato, Marino e Ezio Gesualdi della società Gesualdi Srl di Spinazzola. Stando agli accertamenti delle fiamme gialle, coordinate dal pm Luciana Silvestris, sarebbe emerso «un diffuso sistema clientelare».

Sono circa venti gli episodi contestati dalla Procura di Bari nell’indagine sull'ex Provincia e riguardano affidamenti di lavori urgenti per manutenzione di scuole, strade e altri immobili di competenza dell’ente. I reati contestati a vario titolo a 22 indagati vanno dalla corruzione alla truffa aggravata, dalla frode in pubbliche forniture al falso in atto pubblico.
La richiesta di applicazione delle misure è stata firmata dalla Procura nell’agosto scorso. Il gip che ha disposto i sequestri, Alessandra Piliego, accogliendo la richiesta a carico di otto indagati, ha rigettato altre tre richieste di sequestri, sei richieste di applicazione di misure cautelari personali (arresti domiciliari) e due misure interdittive. Secondo il giudice per alcuni fatti non ci sono le esigenze cautelari perché i fatti sono datati nel tempo, risalgono a circa 5 anni fa, e per altri non sussistono gli indizi di colpevolezza con riferimento alle accuse di corruzione.

Nell’inchiesta non risulta più tra gli indagati l’ex presidente Francesco Schittulli, in carica alla guida dell’ente dal 2009 al 2014. La sua posizione è stata stralciata perché, a seguito degli accertamenti coordinati dal pm Luciana Silvestris e delegati alla Guardia di Finanza, non è emerso un suo coinvolgimento nei presunti fatti illeciti. La posizione di Schittulli va quindi verso l’archiviazione. L’inchiesta, che coinvolgerebbe una quarantina di persone, è nata da uno stralcio del procedimento nei confronti degli imprenditori Alviero ed Erasmo Antro, arrestati nel marzo 2012 per truffa aggravata e falso con riferimento ad una presunta truffa da oltre 20 milioni di euro ai danni della Provincia e di sei istituti di credito relativa a rimborsi per lavori inesistenti di manutenzione delle strade. Era stato uno dei due fratelli, rendendo dichiarazioni agli inquirenti baresi, a rivelare presunte richieste di favori, denaro e assunzioni.

LA MAURODINOIA: ACCUSE INSUSSISTENTI - «Ho fiducia nell’operato degli inquirenti per chiarire che i 692,79 euro sono stati effettivamente spesi». Anna Maurodinoia, ex vicepresidente del Consiglio provinciale di Bari, commenta così, «per il rispetto che mi lega ai miei elettori», il provvedimento di sequestro per equivalente notificato oggi dalla magistratura barese nell’ambito di un’indagine per truffa aggravata ai danni dell’ex Provincia di Bari. Il riferimento è all’accusa mossa dalla Procura di essersi fatta rimborsare circa 700 euro per un viaggio a Roma.
«Si tratterebbe, cioè, - spiega Maurodinoia - secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, dell’indebito rimborso di spese sostenute per una trasferta istituzionale di due giorni (13/14 settembre 2012) a Roma presso l’Upi. Naturalmente, potrò facilmente dimostrare documentalmente l’insussistenza di quanto mi viene contestato. Ora, e non solo per mantenere fede ad un noto rituale, intendo manifestare fiducia nella Giustizia e ampia disponibilità a rendere nel più breve lasso di tempo possibile tutti i chiarimenti del caso».

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