Seconda volta dopo il 2014
Renzi a Taranto venerdì 29 per inaugurare il museo
TARANTO - Il premier Matteo Renzi è atteso a Taranto il 29 luglio. E’ stato lo stesso presidente del Consiglio ad annunciarlo agli inizi del mese sulla sua E-news precisando che sarebbe venuto per inaugurare il Museo archeologico nazionale ma anche per parlare di Ilva e di porto. Si tratterebbe della seconda volta che Renzi viene a Taranto. La prima fu a settembre del 2014 prima di andare a Bari per l’inaugurazione della Fiera del Levante. Renzi incontrò allora in Prefettura sindacati e autorità locali.
Al Museo archeologico nazionale, uno dei riferimenti più importanti per la storia e la civiltà della Magna Grecia, si lavora intensamente per l’imminente inaugurazione e la visita del premier Renzi. Quello che verrà inaugurato è il secondo piano della struttura situata nel centro della città. In questo modo si completa l’allestimento dei reperti, secondo un nuovo percorso espositivo e illustrativo, e si rende il Museo di Taranto pienamente agibile. «Attendiamo indicazioni dal cerimoniale di Palazzo Chigi - si apprende da fonti della direzione del Museo di Taranto - circa la data del 29 luglio e l’organizzazione della visita del premier. Il quadro sarà più chiaro nelle prossime ore».
Quello di Taranto sarebbe il terzo, importante presidio storico-museale inaugurato dal presidente del Consiglio al Sud dopo lavori di restauro e ripristino. Le precedenti visite Renzi le ha fatte agli scavi di Pompei e al Museo di Reggio Calabria che con Taranto ha in comune la stessa matrice della Magna Grecia. Insieme a Renzi, nella visita del 29 ci sarà anche il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Taranto è uno dei 20 Musei nazionali dotati, per effetto della riforma Franceschini, di autonomia finanziaria e gestionale. Lo stesso direttore, Eva Degl’Innocenti, che viene da esperienze di direzione nei Musei francesi e si è insediata lo scorso 1 dicembre, è stato nominato dal ministro nell’ambito della riforma.
L’inaugurazione del Museo di Taranto da parte di Renzi ha anche un valore simbolico perchè rafforza il messaggio che il Governo vuole dare prima attraverso una legge di marzo 2015, poi attraverso il Contratto istituzionale di sviluppo gestito da Palazzo Chigi, poi ancora attraverso l’accordo di programma messo in cantiere dal Mise nei giorni scorsi - la firma è prevista entro fine anno -. Messaggio sintetizzabile nel fatto che, per il Governo, Taranto oltre all’Ilva, la principale industria siderurgica europea, ha anche altre potenzialità che permettono di individuare per la città un futuro ed una prospettiva di sviluppo non più unicamente legati all’acciaio.
La visita di Renzi, se alcune scadenze saranno confermate, avviene anche a ridosso di altri due appuntamenti importanti per Taranto. Oggi, infatti, approda nell’aula del Senato il decreto dell’Ilva per la definitiva conversione in legge dopo il voto favorevole della Camera. E’ un decreto che, oltre a riguardare la cessione dell’azienda ad un nuovo gruppo, affronta anche la parte del risanamento dell’Ilva e dispone che la valutazione del piano ambientale presentato dalle due cordate in gara (Arcelor Mittal con Marcegaglia e Arvedi con Cassa Depositi e Prestiti e Delfin di Leonardo Del Vecchio) sia prioritaria sul resto. Piano che ora dovrà essere valutato dai tre esperti insediato nei giorni scorsi dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Già emendato da Montecitorio, il decreto Ilva, che scade l’8 agosto, dovrebbe avere il definitivo via libera dal Senato nel giro di un paio di giorni.
L’altro appuntamento è domani quando si firmerà l’accordo per l’avvio dell’Agenzia nazionale di somministrazione che, con operatività dall’1 gennaio 2017, prenderà in carico i lavoratori portuali dei bacini di crisi di Taranto, Gioia Tauro e Reggio Calabria. Quest’agenzia, che sarà pubblica, assorbirà i 520 lavoratori della società Taranto container terminal, in liquidazione da un anno per cessata operatività, per ricollocarli in nuove attività entro 36 mesi. Per i 520, la cassa integrazione scade l’11 settembre e in questi giorni - dopo un vertice svoltosi al ministero del Lavoro - il Governo sta intervenendo sui liquidatori di Tct perchè ci si accordi su un’ulteriore mini proroga, in pratica sino a fine anno. Questo per avere una soluzione ponte in attesa dell’avvio dell’Agenzia di somministrazione ed evitare che i lavoratori finiscano in mobilità.