Paradossi all'Asl
Lecce, assenteisti e licenziati «Ma al lavoro sino a ottobre»
Quattro mesi fa la decisione della disciplinare, dopo 100 giorni di istruttoria. Ora altri quattro mesi di proroga
Licenziati sulla carta, di fatto ancora al lavoro. Sei operatori dell'Asl di Lecce, (5) in servizio al pronto soccorso di Scorrano e al presidio di Nardò, accusati di assenteismo, dovranno aspettare il prossimo 16 ottobre - salvo diverse decisioni del giudice del lavoro - prima di diventare ufficialmente disoccupati. La questione, in realtà è nota da febbraio scorso quando fu data notizia della decisione assunta dalla commissione di disciplina della Asl che, dopo un procedimento durato 100 giorni, aveva inflitto la sanzione di licenziamento per gli assenteisti colpevoli di timbrare il cartellino e andarsene a spasso. Da febbraio a oggi, dunque, ci sono voluti ben quattro mesi perchè la Direzione generale facce sua la relazione della commissione di disciplina, salvo poi dover procedere con il cosiddetto licenziamento con preavviso previsto per quei dipendenti che hanno più di 10 anni di anzianità. Una clausola di tutela prevista per i lavoratori ma che di fatto consentirà a questi operatori sanitari di continuare a restare in servizio fino al 15 ottobre prossimo. «Il rapporto di lavoro - si legge nella delibera - si risolverà a partire dal 16 ottobre».
A conti fatti, insomma, al momento dell'avvio dell'istruttoria disciplinare, è passato circa un anno. La delibera dell'Asl di Lecce porta la data (di adozione) del 15 giugno, lo stesso giorno dell'approvazione in Consiglio dei ministri, della cosiddetta riforma Madia contro i furbetti del cartellino. In base alle nuove disposizioni, la durata del procedimento disciplinare, dai 120 giorni attuali, viene ridotta a 30 giorni. Cambia la musica anche per il dirigente accusato di omesso controllo: con la riforma in vigore fino all'altro giorno rischiava una sospensione (come è accaduto nel caso dell'Asl Lecce), ora invece rischia anche lui il licenziamento nonchè una denuncia in penale per omissione di atti d'ufficio. Stretta, da ora in poi, anche sullo stipendio: durante il periodo di sospensione, il governo ha previsto un cosiddetto «assegno alimentare».
Il caso dell'Asl Lecce, come già detto, è esploso diversi mesi fa, con alcuni esposti anonimi che evidenziavano l’usanza di lavoratori in servizio nel Pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano e nel Punto di primo intervento di Nardò di timbrare il cartellino anche nei giorni e nelle ore in cui erano assenti dal lavoro, e, nei giorni scorsi, è arrivato a una prima conclusione con la delibera di licenziamento firmata dalla direzione generale dell’azienda sanitaria. Nella bufera sono stati coinvolti anche il direttore del Pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano e il coordinatore degli infermieri, ai quali è stata contestata l’omessa vigilanza del personale e sono stati sospesi per quattro mesi.