Manifestazione contro la violenza alle donne - Le politiche "ko"

ROMA - La piazza alle donne, non alle vetrine politiche né alle strumentalizzazioni. Contro i presunti "estranei" alla causa - questa volta è la violenza maschile alle donne - riesplode la rabbia. Le donne ritornano settarie. Proprio come negli anni Settanta quando il movimento non faceva sconti a nessuno. A fare le spese, oggi, due ministri (Turco e Melandri) ed alcune parlamentari (Prestigiacomo, Bongiorno, Carfagna) che hanno avuto la peggio alla manifestazione di Roma: sono state contestate e costrette ad allontanarsi. Una posizione ferma - quella tenuta da "Controviolenzadonne", promotrice dell'iniziativa - che non ha accettato la presenza ritenuta troppo "visibile" di alcune politiche, rispetto a quella più "autentica" della piazza. Critiche al governo sono venute anche per le misure antiviolenza assunte, impropriamente secondo il comitato, nel pacchetto sicurezza. Una posizione che però resta isolata e riceve ben pochi consensi. Se una nuova stagione di lotte delle donne si è aperta oggi è, a ben leggere, senza un ritorno al passato.
I tempi infatti sono cambiati, dicono anche intellettuali del movimento, la battaglia si vince con l'unione e non con il separatismo. Le contestazioni poi - sottolinea il ministro per i diritti e per le pari opportunità, Barbara Pollastrini che è stata in piazza fino alla fine - «sono state minoritarie e non hanno turbato il corteo. Oggi a Roma c'è stata una manifestazione straordinaria».
«È una contestazione ingiustificata - dice Anna Finocchiaro dell'Ulivo - i fischi indirizzati alle esponenti politiche, sia della maggioranza che dell'opposizione, non hanno alcun senso se non quello della prevaricazione». Per Telefono Rosa, «è una contraddizione evidente che non aiuta la causa delle donne. È necessario combattere la violenza unendo tutte le forze». «Se si torna indietro, con i separatismi, è un guaio» afferma l'«avvocato delle donne», Tina Lagostena Bassi. Anche la scrittrice Lidia Ravera prende le distanze dai fischi: «È stata una manifestazione allegra, vivace, c'era un clima gioioso. Se poi qualche oca ha mandato al diavolo la Turco e la Melandri, non significa che si debba fare diventare questo il centro di tutto. Dobbiamo unirci, non escluderci». L'attrice Franca Rame ironizza sui body-guard al corteo a sostegno di parlamentari: «... non ci posso credere. Siamo al limite dell'umorismo. Allora la contestazione se la sono andata a cercare». Anche il Nobel Rita Levi Montalcini avrebbe voluto partecipare alla manifestazione: «è un'iniziativa giusta e si deve sicuramente fare qualcosa di più contro le violenze». Luca Volontè (Udc) torna sulle proteste: «Per colpa dei soliti e delle solite estremiste di sinistra e pseudo radicali sessantottini la manifestazione si è trasformata da manifestazione contro la violenza sulle donne a manifestazione violenta di donne, poche fortunatamente». Le contestazioni ricevono critiche anche da Dacia Maraini («sono contraria a cacciare chiunque da un corteo, anche gli uomini su questo tema possono essere nostri alleati») che però tiene a parlare del clima, combattivo e collettivo, ritrovato: «Era dagli anni '70 che non si vedeva una manifestazione di questo tipo e con questa partecipazione. Con il metro di allora avremmo detto che eravamo 200 mila: sono commossa».
Agnese Malatesta
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