I Paesi in via di sviluppo potenziano le ricerche sulle biotecnologie
ROMA - I Paesi in via di sviluppo puntano sul biotech. Secondo un recente studio della Fao sullo stato della ricerca e delle applicazioni delle colture biotecnologiche, sono molti i Paesi emergenti che non soltanto dispongono di avanzati programmi biotecnologici, ma che sono anche a buon punto nella loro applicazione e ricerca.
Secondo lo studio Argentina, Brasile, Cina, Cuba, Egitto, India, Messico e Sudafrica disporranno presto di nuove colture geneticamente modificate, tra cui alcune varietà di papaia, patata dolce e cassava resistenti ai virus, e varietà di riso tolleranti a condizioni estremamente difficili per la sopravvivenza delle piante, come salinità e siccità.
Sempre nei Paesi in via di sviluppo si stanno studiando le proprietà genetiche di altri gruppi di piante tra cui banana, fagiolo dell'occhio, banano da legume, riso, sorgo. Sono allo studio anche caratteri genetici come la tolleranza a condizioni estreme e la qualità, nel senso di sicurezza del cibo.
A differenza dei Paesi sviluppati, che si sono concentrati su una rosa più ristretta di prodotti (principalmente cotone, soia e mais) e su un numero limitato di caratteri genetici (tolleranza verso i diserbanti e resistenza agli insetti nocivi).
Tuttavia lo studio sottolinea che queste ricerche devono ancora essere approfondite in alcuni punti come la resistenza ai nematodi (parassiti) e le perdite post-raccolto.
L'augurio di Andrea Sonnino, del Servizio per lo Sviluppo della Ricerca e della Tecnologia della FAO, è che le attività di ricerca nei Paesi in via di sviluppo «affrontino sempre più la questione della sicurezza degli alimenti».