Izzo: dopo il Circeo uccise due donne salentine
CAMPOBASSO - Angelo Izzo, uno dei condannati per la strage del Circeo, è stato arrestato questa mattina a Campobasso. L'uomo è finito in manette nel corso di un «blitz» della Polizia, coordinato dalla Procura della Repubblica, nell'ambito di un'indagine che riguarderebbe un traffico d'armi. Ma durante la perquisizione del casolare sono stati ritrovati i cadaveri di due donne, madre e figlia. La ragazza, secondo quanto si apprende, aveva 14 anni e la madre 57. La ragazzina è stata trovata nuda, ammanettata e con dello scotch sulla bocca. Sarebbero rispettivamente moglie e figlia di un pregiudicato della criminalità pugliese detenuto nel carcere di Palermo.
Angelo Izzo si trovava a Campobasso in libertà vigilata, dopo essere stato condannato all'ergastolo insieme ad Andrea Ghira e Gianni Guido (quest'ultimo a trent'anni di reclusione) per il massacro avvenuto nella villa del Circeo di Ghira il 1/o ottobre del 1975, nel quale venne uccisa Rosaria Lopez, 17 anni, mentre l'amica Donatella Colasanti rimase miracolosamente viva.
LA STRAGE DEL CIRCEO
Romano ed ex «pariolino», estremista di destra, circa 50 anni, Angelo Izzo, arrestato oggi in Molise, è salito alla ribalta della cronaca nel 1975, con Gianni Guido e Andrea Ghira, per lo spaventoso episodio del 'massacro del Circeò. I tre ragazzi bene invitarono Maria Rosaria Lopez e Donatella Colasanti ad una festa nella villa di Ghira, al Circeo, e lì le seviziarono e massacrarono. La Lopez morì e la Colasanti si salvò, in terribili condizioni, fingendosi morta. I corpi delle due ragazze furono abbandonati dai tre nel bagagliaio di un'auto, a Roma. Izzo e Guido furono arrestati il giorno dopo. Ghira è ancora latitante.
Il processo, svoltosi nell'estate del 1976 davanti ai giudici della corte di assise di Latina, si concluse con la condanna degli imputati all'ergastolo, grazie alla ricostruzione fatta dalla Colasanti. I difensori degli imputati tentarono inutilmente di ottenere il riconoscimento di una totale o parziale capacità di intendere e volere dei loro assistiti.
In appello (ottobre 1980) l'ergastolo fu confermato per Izzo e Ghira mentre a Guido furono riconosciute le attenuanti generiche e la pena fu tramutata in 30 anni di carcere. Quest'ultima decisione suscitò molte polemiche anche perchè motivata dal versamento di 100 milioni di lire, fatto, a titolo di risarcimento, dai Guido ai familiari della Lopez. La stessa cifra fu invece rifiutata dalla Colasanti.
Nel settembre del 1983 la Cassazione confermò la sentenza di appello.
Durante la detenzione, Izzo comincia a collaborare con la giustizia, anche se spesso le sue dichiarazioni non hanno trovato riscontri. E altrettanto spesso ha anche cercato di evadere, con alterni risultati. Nel 1977 fallisce un tentativo di evadere dal carcere di Latina, facendosi scudo del maresciallo delle guardie di custodia. Nel gennaio 1986, nel supercarcere di Paliano, viene scoperto un altro piano di fuga attribuito a lui. Il 25 agosto 1993 riesce ad allontanarsi dal carcere di Alessandria, durante un permesso, ma viene arrestato a Parigi a metà settembre, armato di una rivoltella con dieci milioni in contanti ed estradato in Italia. Nel 1995, mentre era nel carcere di Prato, confessa un omicidio, mai scoperto, che sarebbe avvenuto nel 1975. La vittima era un malavitoso che si sarebbe impadronito del bottino di una rapina compiuta da un gruppetto di estremisti di destra.
Tre le rivelazioni di Izzo, un'accusa ad Andrea Ghira di aver sparato a Giorgiana Masi, usando le armi che avevano in dotazione nel gruppo eversivo di cui faceva parte, chiamato «Drago», e versioni (quasi tutte apprese in carcere) sulla strage di piazza Fontana, quella della stazione di Bologna, quella di piazza della Loggia a Brescia, l'uccisione di Mino Pecorelli, quella di Fausto e Iaio, quella di Piersanti Mattarella, e diversi altri episodi di terrorismo e mafia.
Gianni Guido, nel 1981, riuscì ad evadere dal carcere di San Gimignano. Due anni dopo fu arrestato in Argentina, ma anche da lì riuscì ad allontanarsi dall'ospedale dove era ricoverato. Guido fu poi arrestato di nuovo a Panama, nel 1994, ed estradato in Italia.
Andrea Ghira non è mai stato arrestato e presunti suoi avvistamenti sono stati segnalati, in diversi periodi, in Brasile, Kenya, Sudafrica.