«Pm di Trani parlò dell'interrogatorio di Minzolini e Del Noce» Ecco le intercettazioni
di GIOVANNI LONGO e MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - La giornalista che chiama l’ufficiale della finanza, l’ufficiale che passa il telefono a un magistrato. Il tenente colonnello Salvatore Paglino è ai domiciliari da mercoledì 1. E nelle 86 pagine della richiesta con cui i pm Teresa Iodice e Giuseppe Dentamaro lo avrebbero voluto mandare in carcere, è riportata l’intercettazione che chiama in causa Michele Ruggiero, il pm che a Trani ha seguito l’inchiesta in cui era indagato Silvio Berlusconi.
La posizione di Ruggiero in queste ore è al vaglio della procura di Bari. Le informazioni che il pm conferma alla giornalista nella telefonata intercettata sul cellulare di Paglino appaiono in verità del tutto marginali. Ma se Ruggiero dovesse essere iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio (le audizioni erano infatti secretate), il fascicolo sarà inviato per competenza a Lecce.
La telefonata, dunque. È il 17 dicembre 2009, giorno in cui in procura a Trani si svolge l’audizione del direttore del Tg1 Augusto Minzolini e del direttore di Rai1 Fabrizio del Noce. L’inchiesta riguarda le carte di credito Amex, che porterà Trani a indagare sulle presunte pressioni di Berlusconi per far chiudere AnnoZero. Alle 18,57, la giornalista chiama sul cellulare Paglino.
GIORNALISTA: «Ma avete finito?»
PAGLINO: «Sì abbiamo finito, abbiamo finito».
G: «Ah, ok, mi sono detta bah, mi sembrava un po’ lungo... impossibile che sono ancora là». (...)
P: «Tutto a posto, vuole parlare con il dottore?».
G: «Sì sì se è libero... Prima non ha risposto». (gli investigatori annotano: Si sente Paglino che chiama il dottore e gli passa il telefono)
RUGGIERO: «Ehi (nome della giornalista».
G: «Pronto?».
R: «Ciao dimmi».
G: «No niente volevo sapere se era tutto a posto (...). È stato contento l’ultimo?».
R: «Tutti contenti sono stati... (...) Quelli quando vengono a Trani, vedono la Cattedrale, vedono le bellezze di qua, vedono le... diciamo così, le maniere diciamo così, gentili, garbate, serie di come facciamo le indagini e quindi sai...».
G: «Ho capito, ma l’ultimo lo hai, come dire... incontrato tu o non lo hai incontrato, perché agli altri non li hai degnati di uno sguardo, mi è parso di... o quasi».
R: « L’ultimo l’ho incontrato io... sì... sì».
G: «Ah, anche l’ultimo sì... ah, diciamo che hanno parlato con la Finanza, ho scritto che hanno parlato con la Finanza... ».
R: «Sì, sì hai fatto bene».
Il giorno dopo, annotano gli inquirenti, la giornalista scrive un articolo in cui si dice che in procura sono stati ascoltati Minzolini e Del Noce. Un resoconto dello stesso tenore, per la cronaca, è stato pubblicato su quasi tutti i quotidiani italiani. A Paglino la procura contesta pure la fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione, sul «Corriere», dei verbali di Gianpaolo Tarantini. In questo caso, però, i riscontri sono di tipo diverso: le giornaliste del «Corriere » hanno pubblicato i verbali integrali, di cui sembrano aver ottenuto una copia di lavoro in formato elettronico.
«Dalla lettura degli articoli era emerso che i giornalisti avevano avuto il possesso di una copia degli interrogatori, in quanto, non solo negli articoli è dato trovare la riproduzione pedissequa delle stesse parole e frasi, ma anche quella di alcuni errori grammaticali come “della mia relazioni personali”, “una serie richieste vantate”».
Nell’articolo del 10 settembre, scrivono ancora i pm, sul «Corriere» il verbale che inizia con «Conosco Enrico Intini da circa un anno...» viene datato al 27 luglio, «data nella quale il Tarantini non ha reso alcun interrogatorio». Le giornaliste, insomma, hanno riportato «l’errore presente solo nel file che, però, veniva corretto a penna sul documento ufficiale dove veniva indicata la data esatta del 28 luglio». Per questo la procura ipotizza anche il reato di accesso abusivo a sistemi informatici: qualcuno, dicono i pm, si è introdotto nei server della Finanza per copiare i file contenenti l’interrogatorio.
(Foto conferenza stampa Berlusconi indagato a Trani: a sinistra, col telefonino in mano, il colonnello della Finanza Salvatore Paglino; al centro il procuratore Carlo Maria Capristo; a destra il pm Michele Ruggiero)
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Gran parte delle notizie contenute in questo articolo non sarebbe stato possibile pubblicarle qualora fosse già entrato in vigore il cosiddetto «disegno di legge sulle intercettazioni » che nell’attuale versione proibisce la diffusione del contenuto, anche per riassunto, di qualunque atto giudiziario prima dell’inizio del processo.
BARI - La giornalista che chiama l’ufficiale della finanza, l’ufficiale che passa il telefono a un magistrato. Il tenente colonnello Salvatore Paglino è ai domiciliari da mercoledì 1. E nelle 86 pagine della richiesta con cui i pm Teresa Iodice e Giuseppe Dentamaro lo avrebbero voluto mandare in carcere, è riportata l’intercettazione che chiama in causa Michele Ruggiero, il pm che a Trani ha seguito l’inchiesta in cui era indagato Silvio Berlusconi.
La posizione di Ruggiero in queste ore è al vaglio della procura di Bari. Le informazioni che il pm conferma alla giornalista nella telefonata intercettata sul cellulare di Paglino appaiono in verità del tutto marginali. Ma se Ruggiero dovesse essere iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio (le audizioni erano infatti secretate), il fascicolo sarà inviato per competenza a Lecce.
La telefonata, dunque. È il 17 dicembre 2009, giorno in cui in procura a Trani si svolge l’audizione del direttore del Tg1 Augusto Minzolini e del direttore di Rai1 Fabrizio del Noce. L’inchiesta riguarda le carte di credito Amex, che porterà Trani a indagare sulle presunte pressioni di Berlusconi per far chiudere AnnoZero. Alle 18,57, la giornalista chiama sul cellulare Paglino.
GIORNALISTA: «Ma avete finito?»
PAGLINO: «Sì abbiamo finito, abbiamo finito».
G: «Ah, ok, mi sono detta bah, mi sembrava un po’ lungo... impossibile che sono ancora là». (...)
P: «Tutto a posto, vuole parlare con il dottore?».
G: «Sì sì se è libero... Prima non ha risposto». (gli investigatori annotano: Si sente Paglino che chiama il dottore e gli passa il telefono)
RUGGIERO: «Ehi (nome della giornalista».
G: «Pronto?».
R: «Ciao dimmi».
G: «No niente volevo sapere se era tutto a posto (...). È stato contento l’ultimo?».
R: «Tutti contenti sono stati... (...) Quelli quando vengono a Trani, vedono la Cattedrale, vedono le bellezze di qua, vedono le... diciamo così, le maniere diciamo così, gentili, garbate, serie di come facciamo le indagini e quindi sai...».
G: «Ho capito, ma l’ultimo lo hai, come dire... incontrato tu o non lo hai incontrato, perché agli altri non li hai degnati di uno sguardo, mi è parso di... o quasi».
R: « L’ultimo l’ho incontrato io... sì... sì».
G: «Ah, anche l’ultimo sì... ah, diciamo che hanno parlato con la Finanza, ho scritto che hanno parlato con la Finanza... ».
R: «Sì, sì hai fatto bene».
Il giorno dopo, annotano gli inquirenti, la giornalista scrive un articolo in cui si dice che in procura sono stati ascoltati Minzolini e Del Noce. Un resoconto dello stesso tenore, per la cronaca, è stato pubblicato su quasi tutti i quotidiani italiani. A Paglino la procura contesta pure la fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione, sul «Corriere», dei verbali di Gianpaolo Tarantini. In questo caso, però, i riscontri sono di tipo diverso: le giornaliste del «Corriere » hanno pubblicato i verbali integrali, di cui sembrano aver ottenuto una copia di lavoro in formato elettronico.
«Dalla lettura degli articoli era emerso che i giornalisti avevano avuto il possesso di una copia degli interrogatori, in quanto, non solo negli articoli è dato trovare la riproduzione pedissequa delle stesse parole e frasi, ma anche quella di alcuni errori grammaticali come “della mia relazioni personali”, “una serie richieste vantate”».
Nell’articolo del 10 settembre, scrivono ancora i pm, sul «Corriere» il verbale che inizia con «Conosco Enrico Intini da circa un anno...» viene datato al 27 luglio, «data nella quale il Tarantini non ha reso alcun interrogatorio». Le giornaliste, insomma, hanno riportato «l’errore presente solo nel file che, però, veniva corretto a penna sul documento ufficiale dove veniva indicata la data esatta del 28 luglio». Per questo la procura ipotizza anche il reato di accesso abusivo a sistemi informatici: qualcuno, dicono i pm, si è introdotto nei server della Finanza per copiare i file contenenti l’interrogatorio.
(Foto conferenza stampa Berlusconi indagato a Trani: a sinistra, col telefonino in mano, il colonnello della Finanza Salvatore Paglino; al centro il procuratore Carlo Maria Capristo; a destra il pm Michele Ruggiero)
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Gran parte delle notizie contenute in questo articolo non sarebbe stato possibile pubblicarle qualora fosse già entrato in vigore il cosiddetto «disegno di legge sulle intercettazioni » che nell’attuale versione proibisce la diffusione del contenuto, anche per riassunto, di qualunque atto giudiziario prima dell’inizio del processo.