Il delitto
Trans uccisa a Bari, dopo quattro anni arriva la svolta: un arresto
La Squadra mobile ha stretto il cerchio su un pescatore di 51 anni. L'omicidio si consumò nell'auto della vittima, trovata morta con un profondo taglio alla gola
BARI - Dopo oltre quattro anni dal delitto, la Squadra Mobile di Bari ha arrestato un uomo di 51 anni ritenuto l’autore dell’omicidio di una 40enne trans che si prostituiva nei pressi di un ex pastificio di Bari-San Giorgio. Si tratta di un pescatore da diporto, Francesco Brandonisio, di Triggiano (Bari), accusato dell’omicidio volontario di Salvatore Dentamaro. Questi - secondo l’accusa - mentre era in auto con Brandonisio per consumare un rapporto sessuale a pagamento, fu sorpreso alle spalle e colpito con un solo fendente al collo vibrato dall’alto verso il basso, poi rivelatosi mortale.
L’uccisione risale alla notte del 23 settembre 2018. L'arresto è stato eseguito sulla base di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Bari che ha accolto la richiesta della Procura. Il cadavere fu trovato in una stradina buia all’interno della propria autovettura, nella quale l’uomo si era appartato con un cliente, presumibilmente per consumare un rapporto sessuale a pagamento. Il decesso, immediato, fu provocato da una coltellata al collo, che recise l’arteria carotidea e causò uno shock emorragico.
Le immagini acquisite dai sistemi di video sorveglianza hanno consentito di accertare che la vittima, dopo essere stata avvicinata da un cliente, alla guida della propria autovettura, aveva percorso alcune decine di metri e si era immessa nella stradina, seguita dall’auto del presunto omicida. Lì fu commesso il delitto e le telecamere della zona ripresero l’autovettura del presunto omicida, una Fiat Punto di colore grigio metallizzato, con un tender di colore arancio posizionato sul tetto. Dopo l’omicidio, l’auto del killer rimase senza carburante e si fermò.
Con l’aiuto di due persone ignare, a bordo di una Renault Clio grigia in transito, l’assassino la spinse sino a farla sparire dall’inquadratura della telecamera. Le immagini non hanno consentito di rilevare la targa della Fiat Punto, quindi nel corso degli anni sono state analizzate le corrispondenze tra l’autovettura del video e tutte quelle di modello e serie corrispondenti, immatricolate e circolanti a Bari e in provincia (diverse migliaia). Inoltre, è stata tracciata la rete di legami e frequentazioni, anche occasionali, della vittima e sono stati svolti accertamenti su una rosa di sospettati.
A carico dell’arrestato è stato raccolto - secondo l'accusa - «un grave e convincente quadro indiziario»: la corrispondenza somatica tra l’indagato ed il soggetto apparso nel video, la sua disponibilità di una Fiat Punto con un tender colore arancio, la disponibilità di un immobile vicino al luogo del delitto, la frequentazione del mondo della prostituzione maschile e femminile, la detenzione di un coltello corrispondente a quello trovato sulla scena del crimine ed utilizzato per l’omicidio, l’impegno del suo cellulare di una cella telefonica compatibile con il luogo dell’assassinio.
A Brandonisio i poliziotti sono arrivati al termine di un lungo lavoro investigativo che il gip che ne ha disposto l’arresto definisce "certosino». L’omicidio - secondo gli inquirenti - non fu pianificato ma «consumato con impulsività emotiva probabilmente per circostanze sopravvenute ed inaspettate».
Secondo il giudice, la constatazione che l’assassino si sia presentato con un’autovettura che trasportava un canotto - tra l'altro solo adagiato sul tettuccio e trattenuto con delle corde - e con poco carburante, tanto da rimanere in panne, «depone per la mancanza di una premeditazione nel realizzare il delitto». Quanto al possesso del coltello «potrebbe verosimilmente essere giustificato - annota il gip - in quanto parte della ordinaria attrezzatura del pescatore da diporto, piuttosto che per una preordinata aggressione ai danni del Dentamaro».
La vittima, risulta dagli atti, viene descritta come una persona «dolce ed ingenua» da chi lo conosceva bene, tanto da aver subito accettato di prostituirsi a San Giorgio anziché nella zona dello stadio. Il presunto killer, invece, ha - secondo il giudice - «una preoccupante inclinazione a delinquere»: per questo sono stati ravvisati a suo carico «il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie» e «un preoccupante pericolo di inquinamento probatorio» poiché, come è emerso dalle intercettazioni, Brandonisio, anche prima di sapere per quale motivi i suoi amici fossero stati convocati dalla polizia, «si impegnò a contattarli per indirizzarne le risposte agli inquirenti».