La situazione

Puglia, anche 24 ore di attesa dal Pronto Soccorso al ricovero

Massimiliano Scagliarini

I reparti in affanno. La Regione: proroga dello stop all’attività ordinaria

La carenza di posti letto di area medica, che per il momento è critica soltanto in provincia di Bari, si riverbera sul sistema con un intasamento dei Pronto soccorso, invasi da persone con sintomi riconducibili al covid. E che rischiano di attendere anche 24-36 ore, nelle «aree grigie», che si liberi un letto per il ricovero.
È questa al momento l’emergenza ospedaliera in Puglia: i circa 1.100 posti letto «reali» (nel senso di attivi) disponibili tra Terapie intensive (170) e semi-intensive sono al momento pieni per poco più del 50% (589 ricoveri più 59 in Intensiva). Ma mentre il Salento regge, Bari e (in misura minore) il Foggiano mostrano segni di sofferenza reale che impongono un intervento immediato.

È per questo che ieri sera l’assessore alla Salute, Pier Luigi Lopalco, ha riunito i direttori generali delle Asl per fare il punto della situazione e accelerare l’apertura dei reparti che dovranno accettare malati covid. L’idea è che entro alcune settimane si dovrà tornare alla configurazione di marzo-aprile, quando gli ospedali pugliesi erano quasi interamente dedicati alla cura della pandemia. La sospensione dei ricoveri ordinari decisa sabato, con scadenza alla mezzanotte di oggi, verrà infatti prorogata (forse a tempo indeterminato, così come vorrebbe fare Lopalco) proprio per consentire la riallocazione del personale: tolte le urgenze, i casi oncologici e i parti, tutto il resto dovrà essere fermato per non farsi trovare impreparati dal possibile picco dei ricoveri.

Il piano illustrato ieri parte proprio da Bari, dove i circa 240 posti disponibili tra Policlinico e Miulli sono interamente occupati. Stamattina alle 8 aprirà il nuovo reparto del «Perinei» di Altamura dove sono disponibili ai ricoveri non critici i primi 20 letti: entro una settimana si dovrebbe salire a 60 posti. L’ospedale di Terlizzi da domani verrà svuotato e interamente riconvertito per l’assistenza post-covid. Il Policlinico di Bari, che al momento ha a disposizione dei casi covid circa 170 letti tra Rianimazione e semi-intensiva, dovrebbe arrivare a circa 230 con il completamento della riconversione dei reparti medici del padiglione «Balestrazzi». Oggi ai pazienti del Barese si fa fronte sia grazie al «Miulli» di Acquaviva (che ha 70 letti, fino a ieri tutti occupati, e che sta per salire a 100), sia grazie al «covid hospital» di Bisceglie: la Bat è stata la prima Asl a chiudere i ricoveri ordinari e ripristinare i reparti dedicati.

Molto difficile (per quanto stabile) anche la situazione dei «Riuniti», su cui si concentra gran parte dell’assistenza del Foggiano (i ricoveri al momento sono oltre 102, anche qui il Pronto soccorso è sotto pressione) anche perché i 100 nuovi posti previsti a San Giovanni Rotondo non sono stati ancora attivati. A Lecce la situazione è più tranquilla, ma la Asl entro la settimana dovrebbe riattivare il Dea (il nuovo blocco dell’emergenza già utilizzato durante il lockdown) che ha una capienza teorica superiore ai 100 posti letto: anche qui il limite è costituito dal personale medico e paramedico. Brindisi e Taranto stanno attivando i posti di terapia intensiva supplementari realizzati ad aprile e mai utilizzati: sono altri 48 letti che si aggiungono ai reparti ordinari di «Moscati» e «Perrino» e potranno tornare utili nel caso di un picco di ricoveri. Il tutto in attesa del completamento dei lavori per il piano straordinario da 100 milioni di euro che dovrebbe portare da 302 (teorici) a 578 le terapie intensive e portare altri 285 letti ai reparti medici ma che - pur con le procedure commissariali - dovrebbe richiedere ben più di due mesi.

A SAN GIOVANNI ROTONDO 107 PAZIENTI POSITIVI RICOVERATI - Sono 107 i pazienti positivi al virus Covid ricoverati all’ospedale casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, nel Foggiano. A renderlo noto è la stessa struttura sanitaria che specifica che: «il numero dei degenti potrebbe modificarsi per la presenza di diversi pazienti in pronto soccorso in attesa dell’esito del tempone». Dei 107 pazienti, 90 sono ricoverati in malattie infettive, 4 in pneumologia e 13 in terapia intensiva. "Dall’inizio della seconda ondata sono stati ricoverati - fanno sapere dall’ospedale voluto da San Pio - 179 pazienti di cui 72 ad oggi dimessi e 12 decessi.

Privacy Policy Cookie Policy