Coronavirus
Puglia, tamponi per chi rientra: dai privati si pagano 100 euro
E ieri registrati 4.956 test: record assoluto da inizio emergenza
BARI - Nelle ultime due settimane di agosto, subito dopo l’ordinanza con cui la Regione ha imposto la quarantena a chi rientrava da Spagna, Malta, Grecia e Croazia, a fronte dei tempi lunghi delle Asl molti pugliesi si sono rivolti per il tampone ai laboratori privati autorizzati.
Undici strutture che mediamente nella scorsa settimana hanno effettuato in totale 350-400 test al giorno. Nel totale ci sono anche quelli richiesti da chi rientrava dai quattro Paesi ad alto rischio e che dovevano essere effettuati «con costi a carico del servizio sanitario nazionale», come recita la circolare che i laboratori autorizzati hanno ricevuto il 14 agosto.
Invece quasi tutti hanno presentato il conto ai cittadini.
Quando ha autorizzato i privati ad effettuare le prestazioni di microbiologia necessarie alla ricerca del coronavirus, la Regione ha fissato una tariffa di riferimento pari a 65 euro: è la somma che rimborserà ai laboratori per l’esecuzione del test. Ma il costo dell’esame al pubblico è, ovviamente, più alto: in Puglia si è arrivati fino a 100-110 euro, con alcune strutture che chiedono un’ulteriore somma in caso di prestazione urgente con risposta entro la giornata.
Una questione su cui sembra esserci un corto circuito, come sempre a danno del cittadino: i moduli di autodichiarazione compilati fino alla mezzanotte del 31 agosto sono circa 7mila, e non è possibile dire quanti si siano rivolti ai privati per fare prima. «Stiamo tempestando Asl e Regione di richieste per capire su quale capitolo di spesa vanno addebitati i costi di questi tamponi - spiega la dottoressa Maria Di Tonno, dell’omonimo laboratorio di Bari che ieri ha dichiarato l’esecuzione di 169 test -, ma nessuno sa come risponderci. Il 18 abbiamo anche mandato una Pec che non ha ricevuto risposta». E dunque al cittadino viene chiaramente detto che l’unica alternativa al tampone nella struttura pubblica, dove i tempi non sono sempre compatibili con le 72 ore prescritte dall’ordinanza di Emiliano, è appunto quella di pagarsi il test. Dalla Regione replicano però che i laboratori devono (o meglio dovevano, perché la disposizione è scaduta lunedì) attenersi a quanto prescritto nella circolare del 14: una volta accertato che il richiedente ha presentato l’autodichiarazione di rientro e che sono trascorse le 72 ore, devono eseguire il tampone e poi chiederne il rimborso nelle distinte riepilogative mensili.
Verificheremo quanto avvenuto - dicono dal dipartimento Salute -, in particolare per evitare che ci venga richiesto il rimborso di prestazioni già pagate dai cittadini. Consigliamo comunque di conservare le fatture».
Giusto ieri, peraltro, la Puglia ha registrato il record di tamponi effettuati: al termine della giornata le 23 strutture attive ne hanno completati 4.956 (i 4.283 riportati nel bollettino sono quelli registrati fino alle ore 11). Il boom è collegato alla coda dei rientri dalle ferie, ma anche alle attività di sorveglianza epidemiologica delle Asl. Determinante la nuova organizzazione del laboratorio del Policlinico di Bari, che è salito a quota 862 tamponi davanti al laboratorio di Patologia clinica e microbiologia del Di Venere (777), Asl Brindisi (393), Casa Sollievo e Asl Taranto (375 ciascuna), Riuniti di Foggia (327), Galatina (283), Barletta (279) e via via tutti gli altri.