Il caso
Il monito di Conte: «Puglia adotti parità di genere o interverremo noi». Bellanova: «È ora di commissariare»
«Pronti a esercitare i poteri sostitutivi, lo Stato non retrocede», ha dichiarato il premier
«Il Partito Democratico è pronto a votare anche domani la riforma della legge elettorale che prevede doppia preferenza di genere e obbligo di rispettare la proporzione 60/40 tra i generi nella composizione della lista». Lo affermano in una nota il presidente del gruppo Pd nel Consiglio regionale della Puglia, Paolo Campo ,e il segretario regionale del Pd, il deputato Marco Lacarra.
Il presidente del gruppo Pd nel Consiglio regionale della Puglia, Paolo Campo, e il segretario regionale del Pd, il deputato Marco Lacarra, riportano «il testo della norma: 'Ogni elettore dispone di un voto di lista e ha facoltà di attribuire al massimo due preferenze di cui una riservata ad un candidato di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della preferenza successiva alla prima, scrivendo i cognomi su ciascuna riga posta a fianco del contrassegno. Nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi deve essere rappresentato in misura superiore al 60%. In caso di quoziente frazionario, si procede all’arrotondamento all’unità più vicina. Qualora la lista non rispetti tale rapporto percentuale, l’ufficio centrale circoscrizionale riduce la lista cancellando i nomi dei candidati appartenenti al genere rappresentato in misura eccedente, procedendo dall’ultimo della lista fino ad assicurare il rispetto della suddetta percentuale'».
«È su quest’ultimo punto - evidenziano i rappresentanti del Pd - che il centrodestra ha alzato le barricate dell’ostruzionismo, impedendo l’approvazione della riforma della legge elettorale della Regione Puglia. Invece - per Campo e Lacarra - è approvando questa norma che abbiamo l’opportunità di adeguare compiutamente, magari all’unanimità, la legge elettorale regionale ai dettami previsti dal legislatore nazionale. Questo - concludono - è il punto su cui misureremo l'effettiva disponibilità ad approvare la norma che facilita l'accesso delle donne al Consiglio regionale. Il resto è ingannevole propaganda e retorica ipocrita».
LE PAROLE DI CONTE - Il governo Conte concede un’altra chance alla Puglia e attende una eventuale nuova convocazione del Consiglio regionale per dare l’ok alla doppia preferenza di genere che l’Assise pugliese martedì scorso non è riuscita ad approvare per il venir meno del numero legale. Ma se non dovesse esserci una soluzione positiva entro i primi giorni della prossima settimana, è già pronta una bozza di decreto dell’Esecutivo. «Non possiamo accettare - è l’aut aut del premier Conte - che la Regione Puglia non recepisca il principio fondamentale di parità tra uomo e donna per l’accesso alle cariche elettive. Lo Stato non può retrocedere sul punto». Il presidente del Consiglio, prendendo «atto delle disponibilità di alcuni gruppi regionali ad approvare urgentemente la norma», attende «che si completi il processo nelle prossime ore», ma il «governo», avverte, è pronto «ad esercitare i poteri sostitutivi».
Due le ipotesi al momento sul tavolo: un decreto legge o la nomina di un commissario. E’ ormai una corsa contro il tempo per adeguare alla normativa nazionale il sistema elettorale della Puglia, senza incorrere in ricorsi che potrebbero annullare l'esito delle elezioni. Il governo Conte ha preparato una bozza del provvedimento che ha già incassato il parere positivo dell’Avvocatura, ma sono in corso ancora riflessioni politiche all’interno dell’Esecutivo giallo-rosso. L’ipotesi più accreditata è quella di un Dl che obblighi la Puglia a prevedere già per le Regionali di settembre la doppia preferenza di genere e l’inammissibilità delle liste elettorali che non dovessero rispettare la proporzione di genere 60/40. Non è escluso, però, che per «aggirare» l’ostacolo rappresentato da eventuali ricorsi, l’Esecutivo nomini, sempre attraverso un decreto, un commissario che provveda poi a sostituirsi al Consiglio regionale. Questa soluzione è caldeggiata da Italia Viva e dalla ministra Teresa Bellanova: «Non resta che una strada da percorrere - dice la titolare delle Politiche agricole - procedere alla nomina di un Commissario ad hoc con decreto del governo nazionale con esclusivo obiettivo di adeguare immediatamente la legge elettorale e garantire la pari opportunità uomo-donna nel nuovo Consiglio regionale».
In Puglia, però, ci sono pressioni da entrambi gli schieramenti sul presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, affinché convochi entro il 5 agosto una nuova Assemblea per approvare la norma sulla parità di genere. Lo ha chiesto oggi, nuovamente, l’intero schieramento di centrodestra, ma anche «pezzi» della coalizione di centrosinistra. «Deve essere il Consiglio regionale a modificare la legge elettorale della Puglia per introdurre la preferenza di genere», avvertono Raffaele Fitto, candidato presidente del centrodestra alla Regione Puglia, insieme con Lega, FI, FdI, Udc e Nuovo Psi. Gli esponenti dell’opposizione proseguono sollecitando «il presidente del Consiglio, Mario Loizzo, a convocare immediatamente la seduta: tutto il centrodestra - evidenziano - è pronto a votare la proposta della Giunta Emiliano, così come è stata approvata dalla Commissione». Stessa richiesta di convocare una nuova seduta del Consiglio è arrivata dalla civica "Senso Unico» che sostiene il governatore uscente Michele Emiliano.
LA REPLICA DI FITTO - «Dopo cinque anni di governo di centrosinistra, la maggioranza di centrosinistra che ci spiega ogni giorno quanto sia importante, non l’ha mai proposta». Così l’europarlamentare Raffaele Fitto (FdI), candidato alla presidenza della regione Puglia per il centrodestra, ha risposto a Trani, a margine di una rassegna culturale, ai giornalisti che gli hanno chiesto della mancata approvazione in Consiglio regionale della legge sulla doppia preferenza di genere.
«Nei giorni scorsi - ha ricordato Fitto - c'è stata la diffida del governo nei confronti della Regione e la giunta Emiliano ha approvato un testo di legge che prevede la preferenza di genere, che noi abbiamo votato in commissione, votando a favore». «Poi è arrivata in aula, in aula sono stati presentati degli emendamenti - ha proseguito l’europarlamentare - che non riguardano la parità di genere, motivo per il quale noi abbiamo presentato 2.000 emendamenti, non per fare ostruzionismo ma con l’intento di ritirarli tutti per approvare questo testo, cosa che abbiamo detto più volte».
«Poi la stessa maggioranza ha abbandonato l’aula - ha concluso Fitto - facendo venire meno il numero legale. Noi abbiamo chiesto di convocare il Consiglio regionale per approvare il testo, esattamente quello presentato da Emiliano, questo fino ad ora non è avvenuto e quindi chi non vuole questa legge non siamo certamente noi perché i comportamenti e i fatti dicono il contrario».