L'evento
La danza, l’arte e il vino si incontrano ad Apricena con «Pierrot era donna»
Il 30 ottobre alla Cantina Valentina Passalacqua una serata tra performance, parole e immagini per raccontare la fluidità di genere
Prosegue il viaggio di “Pierrot era donna” tra i luoghi più suggestivi della Puglia. Il progetto ideato da Mimma Di Vittorio e Joseph D’Ingeo farà tappa ad Apricena (Foggia) mercoledì 30 ottobre alle 19, negli spazi della Cantina Valentina Passalacqua – Vini e Luce, in località Posta Nuova.
L’appuntamento prevede la presentazione del libro “Pierrot era donna” (Timoteo Edizioni), durante un talk moderato dalla giornalista Alessandra Savino, con la partecipazione di Mimma Di Vittorio, danzatrice, e di Livio Minafra, musicista ed editore. La serata sarà arricchita da una performance di danza New Butoh a cura della Di Vittorio e dalla proiezione degli scatti fotografici realizzati da Joseph D’Ingeo.
Il progetto nasce da una domanda semplice ma dirompente: e se Pierrot fosse stato una donna? Da questo interrogativo prende forma un racconto per immagini e movimenti che rilegge liberamente la storia del celebre personaggio, trasformandolo in simbolo di fluidità di genere e libertà identitaria.
“Pierrot era donna” è un lavoro nato in pieno periodo pandemico dall’incontro tra la ricerca coreografica di Mimma Di Vittorio e la sperimentazione visiva di Joseph D’Ingeo. Le fotografie, ispirate al chiaroscuro caravaggesco, restituiscono la forza espressiva del corpo danzante e la sua metamorfosi poetica. A completare il progetto, il contributo narrativo di Raffaella Tiziana Giancipoli, che ha tradotto in parole il dialogo interiore del personaggio.
La maschera di Pierrot, nata in Italia nel Cinquecento con il nome di Pedrolino e poi approdata in Francia come figura malinconica e sognatrice, diventa così un simbolo universale della fragilità e della ricerca di sé. La domanda che attraversa il libro – chi era davvero Pierrot, e perché si nascondeva dietro un volto bianco e ampi drappi? – si intreccia con riflessioni profonde sulla libertà di essere e sull’identità di genere.
«Questo progetto rappresenta per me la storia di tante persone che vivono nascondendo chi sono veramente – spiega Mimma Di Vittorio – per piegarsi ai doveri familiari o sociali. Persone che si celano dietro una maschera per tutta la vita, fino a identificarsi solo in una rappresentazione di sé, soprattutto se donne».
“Pierrot era donna” è dunque una storia che parte da una suggestione teatrale per diventare un messaggio di emancipazione e accettazione. Un invito a guardarsi dentro e a mostrarsi per ciò che si è, dedicato a tutte quelle donne che non hanno potuto, o non sono riuscite, semplicemente, a essere se stesse.