La storia

Cerignola, colpo in Coppa Italia: battuto l’Avellino, lunedì arriva il Verona

Quando il presidente era Totò, Con il Verona la vittoria profuma di Serie A

I suoi colori sono il giallo ed il blu, nello stemma ha una cicogna che spezza in due un serpente. Nata nel 1912 come polisportiva, dal 1931 ha imboccato decisamente la via del calcio iscrivendosi al campionato di III divisione pugliese. E’ l’Audace Cerignola, formazione di C che ieri, battendo 1-0 l’Avellino nel preliminare di Coppa Italia giocato allo stadio 'Monterisi', si é guadagnata l’accesso ai 32/i del torneo. Ed ora si appresta a respirare l’aria della serie A ricevendo il Verona, lunedì prossimo. Primo passo verso un trofeo che il club ha già in bacheca, seppure a livello locale, grazie alla vittoria della versione Dilettanti Puglia nel 2012-13.

Magari é presto per parlare di «sogno» o addirittura "miracolo» ma in città sperano che abbia iniziato a dare i frutti sperati il ritiro estivo svolto a San Giovanni Rotondo, il paese di Padre Pio, «luogo ideale per concentrarci sul lavoro e rafforzare lo spirito di squadra», come l’aveva definito il presidente Nicola Grieco. Che ora commenta felice: «Nessuno al mio arrivo (2023-24, quando la squadra era in I categoria) avrebbe immaginato che saremmo giunti fin qui, dopo aver raggiunto nello scorso campionato la semifinale playoff. Potete immaginare il motivo di orgoglio per i nostri tifosi. Una festa per tutta la città, che non deve essere sempre vista per quel che accade in cronaca». La rete di Luigi Cuppone, 28 anni, salentino di Nardò, ha regalato una splendida serata al tecnico Vincenzo Maiuri, all’esordio sulla panchina del Cerignola, ennesima tappa di una carriera iniziata a Legnano ma poi tutta coniugata sui campi del Sud.

Il secondo posto nella scorsa stagione regolare del girone C è uno dei punti più alti toccati nella storia sportiva del club, che però già nel lontano 1958 si era guadagnato l’attenzione del cinema, con la commedia 'Gambe d’orò, quelle di due calciatori di una provinciale che un industriale milanese vorrebbe ingaggiare. Diretto da Turi Vasile, racconta del barone Luigi Fontana (interpretato da Totò), un ricco quanto taccagno produttore di vini pregiati, nonché presidente della squadra, la cui figlia Carla (Rossella Como) si innamora dell’ala destra Aldo Maggi (Paolo Ferrari). L’ambizioso allenatore Armando é Memmo Carotenuto. L’equilibrio della squadra viene messo a dura prova quando dal Nord cala un procuratore che per conto del commendator Renzoni - patron di uno squadrone di A - vorrebbe portare Aldo con se. Il barone, attratto dal denaro, é tentato di accettare. Tra gelosie e ripicche lo spogliatoio si sfascia e per protesta Armando si dimette. Mentre la trattative va avanti, arriva a Cerignola la Nazionale per un allenamento in vista di una partita a Bari... Il (lieto) fine, per chi vorrà scoprirlo, é assicurato.
Lo stesso che si augurano i sostenitori gialloblù al cospetto del Verona. Con licenza di sognare, fino a lunedì e magari oltre.

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