Il caso
Foggia, detenuto rientra dal permesso con 80 grammi di droga in corpo, tra ovuli di hashish e cocaina
L’episodio rilanciato dal sindacato Osapp riaccende i riflettori sulle emergenze del sistema penitenziario pugliese: sovraffollamento record, traffici illeciti, carenza di agenti e silenzio del Governo
Un detenuto del carcere di Foggia, rientrato da un permesso, è stato ritrovato in possesso di due ovuli contenenti sostanza stupefacente, che aveva ingerito, e durante una perquisizione ha espulso altri due contenenti hashish e cocaina per un peso di 80 grammi complessivi. A darne notizia il sindacato Osapp attraverso il segretario generale aggiunto Pasquale Montesano.
«Nonostante le gravissime criticità operative che la polizia penitenziaria sta vivendo in Puglia, in particolare a Foggia, continua con alto senso di appartenenza e di responsabilità a garantire tutti gli standard di sicurezza - sottolinea Montesano - Nonostante gli inviti al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al Governo Meloni di aprire un tavolo di confronto permanente per discutere di riforme, organici, equipaggiamenti, sovraffollamento detentivo e, non ultima, la strumentalizzazione e la perseveranza della criminalità che necessita di una democratica, rigida disciplina, tesa a ristabilire i canoni delle indicazioni normative del sistema penitenziario ad oggi nessun segnale è pervenuto».
Il segretario Montesano sottolinea che «quanto sta avvenendo nelle carceri, con suicidi, omicidi, risse, rivolte, aggressioni alla polizia penitenziaria, traffici illeciti non può lasciare indifferenti e, soprattutto, non si può considerare ordinario; dunque, non è arginabile con strumenti ordinari». «A tutto ciò - conclude - si aggiunga che sono 16 mila i detenuti in più, rispetto ai posti effettivamente disponibili in Puglia con un sovraffollamento senza precedenti, mentre alla sola Polizia penitenziaria mancano almeno 14 mila unità, rispetto al reale fabbisogno»