Il caso
Monte Sant’Angelo, sparano al padre del ragazzo con cui avevano litigato: fermati due giovani. La vittima è intervenuta per difendere il figlio
Il 50enne è stato soccorso e portato a San Giovanni Rotondo, con ferite al volto. Indagano i carabinieri
È intervenuto per difendere il figlio e si è ritrovato con una pistola puntata in faccia. Luciano Bisceglia, 50 anni, operatore ecologico noto alle forze dell’ordine, è stato ferito nella notte tra domenica e lunedì a Monte Sant’Angelo, nel cuore del Gargano, durante un agguato armato scattato proprio nei pressi della sua abitazione.
Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, coordinati dalla procura di Foggia, il movente dell’agguato sarebbe legato a un diverbio esploso 24 ore prima tra alcuni giovani del posto, tra cui il figlio di Bisceglia. Il 50enne sarebbe intervenuto per difendere il ragazzo durante quella lite, forse per sedarla o per difenderlo da presunte minacce. Un gesto che ha però innescato un’escalation culminata nella sparatoria notturna. A far fuoco sarebbero stati due giovani, poco più che ventenni, entrambi originari di Monte Sant’Angelo. Dopo l'agguato, i due sono stati fermati con l'accusa di tentato omicidio e portati nel carcere di Foggia in attesa dell’udienza di convalida. Un terzo giovane, inizialmente sospettato, è stato rilasciato.
Bisceglia è stato raggiunto da un colpo di pistola che lo ha ferito di striscio al volto. È stato subito soccorso e trasportato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dove è attualmente ricoverato. Le sue condizioni sono serie, ma non è in pericolo di vita. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire con precisione la dinamica e il contesto in cui è maturato il gesto. Non si esclude del tutto l’ipotesi di un movente legato alla droga, anche se il principale elemento sembra essere il litigio degenerato tra giovani, che ha coinvolto indirettamente Bisceglia.
L’uomo è figura nota agli investigatori: ha un passato giudiziario pesante. Attualmente è sotto processo per violenza sessuale nei confronti della figlia, oltre che per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale sulla compagna. In passato è stato condannato per omicidio colposo e ha collezionato diversi procedimenti per rissa, lesioni personali e violenze ai danni di ex partner. Un profilo controverso, il suo, che però in questa vicenda – secondo quanto ricostruito – sembrerebbe aver agito per proteggere il figlio da una situazione potenzialmente pericolosa.
La sparatoria ha scosso la cittadina garganica, già segnata in passato da episodi di faida e violenza. Proprio il fratello della vittima, Luigi Bisceglia, detto "Sicchietidd", fu ucciso anni fa in uno degli episodi più cruenti della faida di Monte Sant’Angelo. Ora le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto del tentato omicidio e accertare eventuali ulteriori responsabilità. Ma un fatto è chiaro: quel colpo in faccia è partito per “punire” un padre che aveva osato difendere il proprio figlio.