il caso

Intimidazioni al Foggia Calcio, ecco gli arrestati: l'impostore in cerca di lavoro, il membro del clan, il caporalmaggiore

Ma c'è anche il compagno dell'ex consigliera comunale. Ecco come Lombardi ha approfittato della sua rete di conoscenze e cosa ha scatenato l'astio nei confronti di Canonico

Quello che il 48enne Marco Lombardi provava per il presidente del Foggia Calcio, Nicola Canonico, non era semplice astio. Era vero e proprio rancore, nato in seguito a una vicenda personale che risale al 2021, nel periodo in cui l'imprenditore barese subentrò a Pintus Maria Assunta nella guida della società.  Intercettazioni e perquisizioni hanno consentito, anche attraverso il sequestro di materiale informatico e documenti (fra i quali un foglio manoscritto, rinvenuto in possesso di uno degli indagati, sul quale erano stati cripticamente riportati gli obiettivi criminali delle azioni delittuose), di collegare tutti gli episodi intimidatori ad un’unica regìa, diretta a destabilizzare l’assetto gestionale societario e a condizionare negativamente le stesse attività sportive. E quel regista ha iniziato a tessere la sua tela di contatti e relazioni con i dipendenti, collaboratori e nuovi dirigenti societari proprio in quella fase delicata per la Foggia Calcio 1920, dimostrandosi - si legge nelle carte - particolarmente abile ad approfittare delle persone con cui instaurava un rapporto sentimentale, approfittando della loro ospitalità e delle loro risorse economiche.

In particolare, Lombardi in quel periodo inizia una relazione con una dipendente della società sportiva. La frequentazione con la donna permette a Lombardi di frequentare assiduamente lo stadio Zaccaria, dove incontra una sua vecchia conoscenza che lo mette in contatto con Canonico per ottenere un posto di lavoro. Lombardi si reca a Modugno per incontrare personalmente il presidente, offrendosi per qualsiasi mansione. Ma quando Lombardi palesa a Canonico di essere gravato da precedenti penali, Canonico gli comunica di non poter offrirgli nessun posto di lavoro, perché le sue imprese collaborano con le pubbliche amministrazioni. 

Da qui nasce il risentimento del 48enne arrestato - vicino ad esponenti della Società Foggiana - verso il presidente del Foggia Calcio, aggravato ulteriormente dal licenziamento della sua compagna. La donna aveva infatti permesso al Lombardi di accedere ad uffici, documenti ed informazioni relative ai rapporti della società con terzi, cosa che gli ha permesso, ad esempio, di portare avanti trattative o concludere contratti di sponsorizzazione (si presentava come collaboratore e otteneva anche benefici dalle aziende con cui "trattava"). 

Secondo quanto accertato dalle indagini, la lunga campagna di intimidazione e di azioni violente era diretta a costringere il titolare della società sportiva a dimettersi e a cedere il controllo della società, in seguito al suo rifiuto di affidare di fatto a quei medesimi gruppi i servizi di gestione del sistema delle sponsorizzazioni e degli accrediti per l’ingresso allo stadio, oltre che il controllo di assunzioni e rapporti professionali all’interno della società sportiva. Gli attentati erano cominciati il 18 giugno 2023, con l’esplosione di colpi di fucile indirizzati all’autovettura dell’allora capitano del Calcio Foggia 1920, e culminati con la collocazione di un rudimentale e pericoloso ordigno esplosivo vicino all’automobile di Emanuele Canonico, allora vice presidente della società Foggia Calcio 1920, parcheggiata all’interno della sede dell’impresa edile «CN Costruzioni Generali s.p.a.» a Modugno. Nell’ambito delle indagini sono stati sventati due attentati incendiari ad autovetture in uso ai vertici del Foggia Calcio 1920 (in un caso, era individuato nella flagranza del reato un minorenne quale uno degli esecutori del progetto delittuoso).

Ed è in questo contesto che entrano in campo gli altri arrestati, Massimiliano Russo, Danilo Mustaccioli e Fabio Delli Carri (incastrati dalle intercettazioni telefoniche). Anche loro, già noti alle forze dell'ordine. 

Massimiliano Russo fu arrestato il 22 settembre 2017 per estorsione perché, insieme a un complice chiedeva il pizzo di 5 euro per ogni bancarella al mercato settimanale del venerdì, con successiva condanna a oltre 2 anni. Fu riarrestato il 16 novembre 2020 nel blitz “Decimabis” contro la mafia del pizzo contrassegnato da 44 arresti, e poi scarcerato: in primo grado fu condannato a 11 anni dal Tribunale di Foggia per mafia.

La nuova ordinanza cautelare gli è stata notificata in cella perché il 25 marzo scorso è stato arrestato per scontare 12 anni per l’omicidio preterintenzionale commesso insieme al fratello Federico di Vincenzo dell’Accio, vicino di casa al palazzo Onpi, massacrato di botte perché accusato di aver agevolato una relazione tra un amico e una familiare dei fratelli Russo.
Marco Lombardi fu arrestato invece il 20 novembre 2013 nel blitz “Gotha” con 6 arresti relativo all’importazione di 300 chili di hashish arrivati a Foggia dal Marocco via Spagna, importazione decisa dal clan Francavilla/Sinesi.

Fabio Delli Carri, caporalmaggiore dell’Esercito, fu arrestato il 28 novembre 20143 per il racket delle mozzarelle, accusato di 4 tentativi di estorsione a titolari di caseifici di Foggia e Avellino con richiesta di pizzo. Fu denunciato dalla squadra mobile per favoreggiamento di un albanese ingaggiato dalla “Società” per mettere due bombe a Foggia nel 2019/2020 a un pub e a un centro diurno per anziani. Il nome di Fabio Delli Carri viene citato nella relazione sullo scioglimento del consiglio comunale di Foggia del 5 agosto 2021 per infiltrazioni mafiose, per via dei suoi rapporti con la consigliera comunale Iadarola. Infine Danilo Mustaccioli, classe 77, fu arrestato in passato nel 2013 per spaccio.

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