Il caso

Appalto all’Amiu Puglia, le «carte false» in mano alla procura di Foggia

Redazione Foggia

A San Severo il servizio rifiuti costa 109 euro e 24 centesimi per ogni cittadino; a Foggia 134 euro e 13 centesimi

A San Severo il servizio rifiuti costa 109 euro e 24 centesimi per ogni cittadino; a Foggia 134 euro e 13 centesimi. Ma quando fu redatta la relazione posta alla base della decisione della commissione straordinaria del Comune di Foggia di affidare in house il servizio all’Amiu Puglia, e si presero in esame i costi di altri comuni della Capitanata sui servizi di igiene urbana affidati a libero mercato, “non vennero riportati quelli del Comune di San Severo, con un minor costo pro capite del 30% rispetto a quelli previsti per Foggia”.

E’ uno dei punti centrali dell’inchiesta della Procura sull’affidamento in house del servizio rifiuti all’Amiu, sfociata nella richiesta di rinviare a giudizio per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente Concetta Zuccarino, dirigente protempore dell’area ambiente del Comune di Foggia e Antonello Antonicelli, direttore generale Amiu, imputati anche di falso. Altre ipotesi di falso vengono contestate a due funzionari comunali - Saverio Pio Longo e Giovanni Sorbo, rispettivamente dirigente del servizio ambiente e responsabile unico del procedimento e ispettore contabile dello stesso ufficio -; ed a Maria Rosaria Mangiatordi, referente Conai, il consorzio nazionale imballaggi.

La richiesta di rinvio a giudizio dei 5 imputati con udienza preliminare fissata al 25 settembre si basa sulle indagini svolte dalla Guardia di Finanza attraverso acquisizione di documenti, intercettazioni, interrogatori; e riassunte nell’informativa di 107 pagine consegnata al pm Paola De Martino nel luglio 2024. “Le indagini hanno permesso di rilevare diverse criticità” scrivono le Fiamme Gialle “nell’iter di valutazione, predisposizione, e successivo affidamento del servizio di igiene urbana a Foggia. Le motivazioni che hanno portato alla decisione di avvalersi della società in house Amiu Puglia” (contratto da 200milioni per 9 anni) “si fondano sulle conclusioni di una relazione basata sull’interferenza di Antonicelli nella redazione del rapporto, mediante una corrispondenza diretta con la Zuccarino al fine di avvantaggiare l’affidamento a Amiu; sull’inesattezza dei dati di raccolta differenziata riportati nel portare dell’osservatorio regionale dei rifiuti, aspetto questo che probabilmente ha condizionato le valutazioni circa la scelta tra il ricorso al mercato e l’affidamento in house a vantaggio di quest’ultima soluzione, nella convinzione che l’operato di Amiu tendesse a migliorare il servizio di igiene urbana relativamente alla differenziata.

E ancora: “sull’assetto economico, patrimoniale e organizzativo della società, anche attraverso l’analisi dei bilanci che appaiono solidi soltanto in ragione degli utili prodotti dalla gestione del Tmb di Foggia” (impianto di trattamento meccanico-biologico situato a passo Breccioso) “senza il quale il bilancio Amiu chiuderebbe con perdite; su quanto riportato nel piano industriale redatto e sviluppato su base empirica, utilizzando dati di letteratura e esperienza, e non approfondito in relazione a esigenze e criticità oggettive del territorio. Sull’opinione che modelli alternativi di affidamento” (svolgere un’indagine di mercato: una società del Nord si fece avanti con proposta ufficiale al Comune) “non avrebbero consentito di conseguire vantaggi in termini di efficienza, economicità e socialità se non a prezzo di una maggiore onerosità di gestione del Comune, e quindi dell’utenza foggiana, senza di fatto aver eseguito una ricerca di mercato, ma basandosi su faziose comparazioni sulla gestione del servizio di igiene urbana di comuni limitrofi aventi peraltro differenti sistemi di raccolta”.

Per la Guardia di Finanza aver optato per l’affidamento in house (forma di gestione di servizi pubblici; l’autorità nazionale anti corruzione ha detto che le stazioni appaltanti devono fornire e rendere pubbliche con precise motivazioni di convenienza economica e sociale le ragioni che portano a scegliere l’’in house” alla gara pubblica) “invece dell’evidenza pubblica, ha pregiudicato il principio della libera concorrenza a discapito dei benefici per la collettività, in disprezzo degli obiettivi di universalità, efficienza, economicità e qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche. Va rilevato” annotano infine gli investigatori “che la qualità del servizio era notoriamente scadente visto il basso tasso di raccolta differenziata; la mancanza di investimenti programmati; il vetusto stato di metti e contenitori di raccolta, nonché delle ataviche problematiche emergenziali che hanno attanagliato nel corso degli anni Foggia. L’affidamento di un appalto pubblico da 200 milioni in 9 anni esigeva un’indagine di mercato finalizzata a individuare un operatore economico qualificato in possesso di requisiti tecnico-professionali, atteso che le ragioni della scelta di affidamento in house a Amiu non trovano giustificazione nel fatto che la società fosse partecipata dal Comune di Foggia per il 21% delle quote societarie” (il resto è del Comune di Bari) “non trovano riscontro nella convenienza economica né tanto meno in vantaggi per la collettività”.

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