La decisione

Foggia, abusi all’ospedale «Don Uva»: revocati i divieti all'educatrice

Redazione Foggia

Il tribunale della libertà di Bari ha accolto l’appello della difesa e revocato il divieto di avvicinare la vittima

FOGGIA - Il tribunale della libertà di Bari ha accolto l’appello della difesa e revocato il divieto di avvicinare la vittima e di dimora presso il “Don Uva” di via Lucera, imposto il 23 gennaio scorso dal gip di Foggia a Assunta Santarsiero, 60 anni, educatrice professionale, accusata di maltrattamenti ai danni di una paziente oligofrenica ricoverata nella residenza socio-sanitaria riabilitativa.

«A fronte di 30 misure cautelari firmate dal gip a gennaio nell’inchiesta New life, quello della mia assistita è il primo caso di revoca nel merito delle accuse» commenta il difensore, l’avv. Alfredo Collivignarelli che aggiunge: “la Santarsiero come altri dipendenti della Universo salute che gestisce la struttura è stata licenziata in seguito a questa vicenda: c’è un ricorso civile contro questo provvedimento che contestiamo».

Sono 33 gli indagati dell’inchiesta di Procura e carabinieri per i presunti maltrattamenti a 25 pazienti con gravi ritardi mentali. Nei confronti di 8 infermieri, 19 operatori socio sanitari, 2 educatori professionali, 1 addetto alle pulizia il gip a gennaio firmò 30 ordinanze eseguite dai carabinieri: 7 in carcere, 8 domiciliari, 15 divieti di avvicinare le parti offese e/o di dimora presso la struttura di via Lucera: a 28 indagati si contestano maltrattamenti. Da tempo le persone inizialmente finite in carcere e/o ai domiciliari sono libere; per molti c’è il divieto di dimora e di avvicinare le vittime. La Santorsiero fu uno dei 15 indagati raggiunti da questo divieto; l’avv. Collovignarelli chiese al gip la revoca del provvedimento perché all’educatrice viene contestato un solo episodio mentre il reato di maltrattamenti presuppone un’abitualità di comportamenti. L’istanza fu rigettata; il legale appello al Tribunale della libertà di Bari, ora accolto. Per il Tdl “la condotta dell’indagata cui viene contestato un solo episodio, non è idonea a integrare i maltrattamenti che, in quanto reato abituale, deve essere costituito da una pluralità di fatti commessi reiteratamente con l’intenzione di sottoporre la vittima a sofferenze fisiche e morali: il divieto imposto va quindi revocato”.

Alla Santarsiero la Procura, sulla scorta di intercettazioni e riprese video grazie a microspie e telecamere nascoste nel reparto, contesta quanto avvenuto il 12 settembre 2022 quando l’educatrice avrebbe inveito contro un’anziana paziente che gridava. Le avrebbe detto: “Mo’ che vengo là ti devo far dimagrire di almeno 10 chili; ti faccio vedere come devi chiudere quella bocca per sempre. Ti devi stare zitta, hai capito che la bocca te la devi chiudere che mi fa male la testa?”. Secondo l’accusa, di fronte alle insistenze della paziente, l’indagata le avrebbe dato uno schiaffo. “Il gesto violento non si rileva chiaramente a causa delle immagine scure” annota l’accusa “ma si percepisce chiaramente per il rumore del colpo assestato; le successive grida della degente; e le parole pronunciate dalla Santorsiero subito dopo: Non senti? Sei sorda? Se non stai zitta ti do altri schiaffi e vediamo se capisci”.

Il Tdl rimarca che “l’indagata risulta coinvolta in un solo episodio; nè risulta che abbia contribuito a maltrattamenti da parte di altri indagati assistendo senza intervenire, in tal modo contribuendo a un clima vessatorio nei confronti delle degenti. Inoltre nel periodo 1 luglio/5settembre 2022” (oggetto delle riprese video e audio) “la Santorsiero era assegnata al reparto Alzheimer, quindi in un’area ospedaliera che nulla a che vedere con quella dell’istituto oligofrenico” teatro dei presunti maltrattamenti. Da qui la decisione dei giudici di accogliere l’appello dell’avv. Collivignarelli e revocare il divieto imposto all’educatrice professionale.

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