emergenza
Foggia, il Policlinico alza le difese anti-Covid
Ma toglie le "bolle" dalle Medicine: decine di ricoveri ordinari in stand-by da due anni
FOGGIA - Adesso a pressare sono i malati no-Covid al policlinico di Foggia, urge curare tutti quei pazienti rimasti in stand-by per troppo tempo in attesa che la pandemia prima o poi finisse e che potessero ricoverarsi non in condizioni di rischio. Ma la pandemia ha ripreso vigore, non a caso adesso la gran parte dei pazienti Covid ricoverati ha pure altre patologie. Sono nate perciò le "bolle" (nella foto) all'interno dei dipartimento ospedalieri, ma adesso l'urgenza della direzione del Policlinico - oltre a fronteggiare la pandemia - è anche quella di garantire una regolare assistenza ospedaliera. Per questo ieri la direzione generale ha deciso di sospendere i ricoveri di pazienti Covid nelle due Medicine interne (ospedaliera e universitaria). Niente “bolle” dunque in queste due strutture all’interno del terzo lotto, mentre in tutte le altre la convivenza (controllata) di pazienti Covid e no-Covid è ormai diffusa ai Riuniti. Ci sono le “bolle” infatti in Gastroenterologia, Cardiologia, Utic, in Ginecologia e nelle Chirurgie. In totale «cinquanta posti letto riservati a pazienti con il virus», ma sono «immediatamente attivabili altri posti letto Covid - afferma il commissario straordinario Giuseppe Pasqualone - qualora ci fosse la necessità di altri ricoveri oltre a quelli già in essere».
La situazione resta di vigile attesa, i nuovi contagi crescono a dismisura nel Foggiano (960 casi ieri con un incremento nell'ultima settimana del 33,7% secondo la fondazione Gimbe), il Policlinico da solo non ce la fa a contenere l’onda d’urto che di settimana in settimana aumenta. Perciò Pasqualone preannuncia di voler incontrare il commissario dell’Asl, Antonio Nigri, affinché anche gli ospedali di Cerignola e di San Severo facciano da filtro per tutti quei ricoveri dalla provincia che in mancanza di una strategia di contrasto chiedono posto a Foggia. Ma il vero punto da chiarire riguarda Casa Sollievo della Sofferenza: «Arrivano molti pazienti anche da quell’area, l’assistenza Covid non può ricadere tutta sul policlinico di Foggia ora che siamo tornati in emergenza», insiste il commissario.
Per il momento nel maggior ospedale della provincia le difese contro la pandemia sono state alzate isolando i pazienti con il Covid e con altre patologie appunto nelle “bolle” allestite in quasi tutti i dipartimenti.
Resta il problema dei medici, soprattutto al Pronto soccorso. Un problema nel problema che rischia di acuirsi durante i periodi di maggior afflusso di personale da mandare in ferie. Andata deserta anche l’ultima chiamata attraverso avviso pubblico del Policlinico Riuniti per l'assegnazione di nuovi medici di Pronto soccorso: «Non si è presentata nessuna faccia nuova - dice alla Gazzetta uno sconfortato Pasqualone - ma solo quei medici in scadenza che hanno fatto domanda di rinnovo contrattuale. Negli altri reparti invece la situazione è sotto controllo».