Una 79enne
Serracapriola, anziana morta dopo la caduta: sotto accusa i soccorsi, indaga la Procura
La Procura apre un'inchiesta, indagati 4 sanitari tra cui i soccorritori del 118
La Procura di Foggia ha aperto un'inchiesta sulla morte di una 79enne di Serracapriola, Carolina M., deceduta due settimane dopo il ricovero avvenuto il 14 maggio scorso, dopo una caduta in casa. Il pubblico ministero Alessandra Fini ha iscritto (atto dovuto) nel registro degli indagati quattro sanitari, un uomo e tre donne: D. P., 52 anni, di Colletorto, P. D. C., 39 anni, di Serracapriola, V. B., 33 anni, anche lui di Serracapriola, ed S. N., 43 anni, di San Severo.
L'indagine è partita dopo la denuncia presentata dai familiari della vittima, assistiti dallo Studio 3A-Valore (società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini), puntando l'indice contro il ritardo e il tipo dei soccorsi.
Il fatto è accaduto il 17 maggio quando l’anziana, salendo le scale del palazzo dove abitava, appesantita dalle buste della spesa, ha perso l'equilibrio ed è caduta battendo violentemente il capo. Una vicina, sentito il tonfo, e vedendo C. M. riversa a terra, priva di sensi, con la bava alla bocca e sanguinante, ha dato subito l’allarme chiamando il 118, ma la centrale operativa ha risposto che l’ambulanza in dotazione al vicino presidio sanitario di Serracapriola era impegnata in un altro intervento e che bisognava attendere il mezzo di soccorso proveniente dal presidio di Lesina, distante 25 chilometri.
Alle 19.35 è arrivato una nipote della donna anziana che, rendendosi conto della gravità della situazione, corre personalmente al presidio di Serracapriola dove trova l’ambulanza (nel frattempo rientrata) in sede e il personale medico e paramedico intento a soccorrere una paziente che però non appariva in gravi condizioni. La giovane donna - secondo quanto denunciato - ha segnalato le condizioni dell'anziana implorando i sanitari di correre a casa sua.
L'ambulanza parte e, una volta sul posto, gli operatori avrebbero misurato la pressione, ma poi, come riferito dai familiari della vittima, non avrebbero effettuato altre manovre ritenute indispensabili per una paziente che respirava a fatica, emettendo rantoli, verosimilmente a causa della lingua che ostruiva le vie aeree.
I minuti sono passati inesorabilmente, quindi la donna anziana è stata messa sulla barella mentre continuava a perdere sangue dalla bocca. L’anziana è arrivata agli Ospedali Riuniti di Foggia in condizioni disperate, in coma: ricoverata in prognosi riservata in Rianimazione, è morta dopo due settimane di agonia, il 31 maggio, spira. Da qui la denuncia alla magistratura e l'autopsia effettuata l'11 giugno scorso: le risposte della perizia chiariranno eventuali responsabilità da parte dei sanitari.