L'iniziativa

Energie rinnovabili, Puglia al top

Maria Pamela Giufré

Legambiente punta su fotovoltaico, eolico onshore e offshore: “una tecnologia pulita è ormai inevitabile”

L a Puglia è al primo posto in Italia per la produzione di energie rinnovabili. In testa a tutti ci sono gli impianti eolici, seguiti da quelli fotovoltaici. Un traguardo importante, che però non rappresenta ancora la meta, soprattutto se si considerano gli ambiziosi obiettivi del governo regionale, che a novembre ha annunciato l’aggiornamento del Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), presentando il quadro da completare nell’arco dei prossimi sei anni. Entro il 2030 si dovrà arrivare a 3,7 gigawatt. In agenda, la modernizzazione degli impianti di pale eoliche e fotovoltaici esistenti per ridurre il con- sumo di suolo e ottimizza- re le potenze, la riduzione dei consumi energetici con il contributo della produzione di idrogeno verde, la decarbonizzazione del sistema industriale e il coinvolgimento dei cittadini come attori e protagonisti attivi della transizione energetica. Direzione, quest’ultima, già intrapresa con il contributo dei residenti di San Severo, in provincia di Foggia, dove è stato avviato il crowdfunding, la raccolta fondi per finanziare il parco eolico. L’iniziativa ha riscosso grande successo tra i residenti. In duecento hanno risposto, orgogliosi di poter investire nella transizione energetica partecipando alla realizzazione di un impianto non impattante sull’ambiente. Rinnovabili e agricoltura, in- fatti, possono coesistere sullo stesso territo- rio senza contaminazioni dei prodotti e degli animali che pascolano su quelle terre. Una tecnologia pulita, più che mai indispensabile e urgente in questo momento e allo stesso tempo inevitabile, come riferisce alla “Gazzetta” Daniela Salzedo, presidente regionale di Legambiente Puglia. «Le parole sono importanti - afferma Salzedo - e non è un caso se oggi parliamo di energie “rinnovabili”, che fino a qualche tempo fa definivamo “alternative”. Oggi alternati- ve non lo sono più perché non abbiamo scelta. Dobbiamo in modo inevitabile e improcrastinabile ricorrere alle energie rinnovabili per completare la transizione energetica, quel cambiamento che la natura stessa ci impone per andare avanti». Andare avanti cercando di rimediare agli errori del passato. La Regione Puglia è stata la prima a parlare della decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, oggi Acciaierie d’Italia. Ma questo processo non si potrà mai realiz- zare senza prima averne create le condizioni. Senza energie rinnovabili. I progetti, su tutto il territorio nazionale, non mancano. «Contiamo progetti di rinnovabili di qual- siasi genere, pari a 94 giga in tutta la Puglia - mette in evidenza Salzedo - tra fotovoltaico, eolico onshore e offshore. Significa che il no- stro mondo sta cambiando e deve cambiare, altrimenti sarebbe un problema. Anche per la Puglia. In Puglia e in parte della Sicilia e della Sardegna c’è una concentrazione importante, legata alle caratteristiche geomorfologiche dei nostri territori. Ma, al di là di questo, è un processo generale e generalizzato che va gui- dato con attenzione e governato dalla politica, che deve intervenire per gestire in maniera attenta questa transizione, che deve diventare sociale, non essere una cosa impossibile, ma diventare parte del nostro territorio». Tutti i progetti vanno monitorati con estrema attenzione. «Al largo delle nostre co- ste - avverte la presidente di Legambiente Pu- glia - abbiamo ben 33 progetti. Alcuni di questi però si sovrappongono». Sono tante le aziende che puntano ad inve- stire sul nostro territorio. «Ma - puntualizza Daniela Salzedo - non deve essere un’impresa impossibile. Mi riferisco, ad esempio, a tutta la burocrazia da attraversare prima di ottenere le necessarie autorizzazioni». La presidente di Legambiente cita il caso di Brindisi, dove è stata disposta la chiusura con- temporanea del polo chimico e di quello ener- getico: «Se da una parte questo è positivo, per- ché l’industrializzazione comporta più costi che benefici, dall’altra parte occorre prevedere una reindustrializzazione green che metta al centro il cittadino. Perché questo sia realmen- te possibile, però, servono tempi certi. Invece attualmente ci sono iter autorizzativi lunghis- simi, che incidono pesantemente sulle impre- se che vogliono investire nella nostra regione, costrette a mettere in conto anche un costo nascosto e indefinibile che è appunto quello del tempo che passa dalla presentazione del progetto all’operatività dello stesso. In questo modo rischiamo di fare scappare investitori dalla nostra regione». Insomma, i progetti ci sono, gli investi- menti anche, ma non mancano le criticità. «Vanno create le condizioni perché davve- ro si possa investire nelle energie rinnovabili - afferma la presidente regionale di Legambien- te - così che esse producano un ritorno anche per il territorio oltre che per gli investitori, sia dal punto di vista energetico, sia dal punto di vista della professionalizzazione e dell’attiva- zione dei vantaggi derivanti dalla transizione energetica. Si viene a creare una vera e propria filiera da non trascurare in ogni suo aspetto. Solo così la Puglia, già competitiva per il nu- mero di progetti, può diventarlo anche dal punto di vista ambientale. E non significa ave- re fretta di approvare i progetti, ma stabilire tempi certi». Altro aspetto da non sottovalutare per Le- gambiente, il coinvolgimento di istituti tecni- ci, Its e Università per promuovere un approc- cio differente rispetto allo sviluppo industriale tradizionale. In questa direzione Legambiente già opera da tempo: la scorsa settimana, insie- me ad altre associazioni pugliesi, è stato sot- toscritto un protocollo che mira a mettere i cittadini al centro della transizione green.

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