L'analisi
L’intolleranza dilaga e nemmeno i comici o la stampa Usa si salvano
È la fine cui appare destinato l'Occidente, scosso dalla stessa fragilità del suo pensiero critico, che ha perso ogni bussola di verità, incapace di usare la risolutezza dei suoi valori contro gli attacchi dei despoti e i disegni liberticidi che vanno architettando
«La tolleranza illimitata — scrive Karl Popper — porta alla scomparsa della tolleranza». In guerra o in pace, in cattività o in libertà, dovremmo a caratteri cubitali trascrivere e con voce tonante meditare sulla frase del filosofo Karl Popper. Che si illumina su un paradosso: se facciamo l’occhiolino a una tolleranza sconfinata, e ammettiamo e confortiamo anche coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a pagare il prezzo di difendere a spada tratta una società tollerante contro le insidie, le prepotenze e le usurpazioni degli intolleranti, allora proprio i tolleranti saranno distrutti e con essi verrà schiacciato ogni seme di tolleranza e quindi di convivenza e reciproca utilità.
È la fine cui appare destinato l'Occidente, scosso dalla stessa fragilità del suo pensiero critico, che ha perso ogni bussola di verità, incapace di usare la risolutezza dei suoi valori contro gli attacchi dei despoti e i disegni liberticidi che vanno architettando. La chiusura dello show del comico Kimmel, che viene condannato per le frasi frizzanti contro i Maga – e qualcuno come Trump a ruota minaccia di spegnere tutte le TV nemiche –, ci fa capire lo stato in cui versa il mondo. Quelle frasi e alcuni avvenimenti degli ultimi mesi (per tutti l’episodio del licenziamento di Lisa Cook, governatrice della Federal Reserve) maturano in un paese campione nella difesa delle libertà ma che viene investito da furiosi scontri.
Eppure, proprio perché hanno una incubazione negli Usa, spiegano meglio di ogni altro episodio perché oggi l’orizzonte delle civiltà si è rabbuiato ed accade quel che accade in Ucraina e nella striscia di Gaza. Viviamo da indecisi e percossi testimoni l'epopea dei troppo tolleranti schiacciato dai vasi di acciaio degli intolleranti.
Ogni pensiero umanitario sembra spento. A parte la pazienza, che per alcuni sta finendo, a parte l’orrore che ogni tanto balena, i potenti del mondo continuano a «sentire»? Non siamo riusciti a piegare un despota che innalzando, tempo per tempo, il prezzo ha narcotizzato le diplomazie del mondo intero, seminando uno sterminio di giovani combattenti pur di annettersi dei territori. Gaza, su un altro fronte, paga il prezzo di un nuovo genocidio che tutti ammettono a parole ma non riescono a fermare nei fatti. Gaza è diventato un affare immobiliare, una terra bruciata, o meglio una distopia che i grandi della terra provano a trasformare in una utopia sulla terra.
Su tutti e tutto, su qualsivoglia sentimento o analisi di convenienza, si leva sovrana la tolleranza per gli intolleranti, che poco alla volta spegne ogni civiltà.