L'analisi

I lep del Nord e quelli del Sud: alla fine viene fuori il trucco sull’autonomia differenziata

Lino Patruno

Livelli essenziali di prestazione significa servizi pubblici fondamentali come sanità, scuola, trasporti. I cui bisogni devono essere calcolati a favore dei territori per i quali non sono stati mai calcolati

E alla fine venne fuori il trucco. Il Sud deve stare tranquillo: tanto ci sono i Lep. Lep significa Livelli essenziali di prestazione. Livelli essenziali di prestazione significa servizi pubblici fondamentali come sanità, scuola, trasporti. I cui bisogni devono essere calcolati a favore dei territori per i quali non sono stati mai calcolati. Territori che quindi hanno subìto una discriminazione rispetto agli altri, con violazione della Costituzione secondo la quale in Italia non puoi essere trattato diversamente solo perché sei nato nel posto sbagliato. Il tutto nell’ambito dell’autonomia differenziata chiesta da tre regioni del Nord: prima di accordargliela dando loro ulteriore vantaggio, bisogna fare giustizia a chi è stato finora svantaggiato in modo da ripartire alla pari. Svantaggiato finora è stato il Sud per ammissione dello stesso ministro Calderoli autore della legge che prevede l’autonomia.

Per calcolare quanto di meno finora lo Stato ha dato al Sud (penalizzandone la qualità della vita) si crea una commissione presieduta da Sabino Cassese, presidente emerito della Corte costituzionale. Evviva, chi meglio di lui. La commissione determina quali sono stati finora i bisogni non soddisfatti delle regioni. Per quelle del Sud meno ospedali, meno scuole, meno bus urbani eccetera eccetera rispetto al Centro Nord. Una sottocommissione stabilisce quanto costano, cioè quanto si dovrebbe spendere e finora non è stato speso per il Sud. Mettendo insieme bisogni e loro costo uguale per tutto il Paese, si hanno i fabbisogni.

Magari il meccanismo è più complicato, ma tant’è. La commissione Cassese era ancora al lavoro quando viene comunicato che per i riconosciuti bisogni non soddisfatti del Sud non c‘è un euro in più. Cioè abbiamo sempre speso meno per te, accertiamo quanto, dobbiamo spendere di più per riparare. Ma proprio allora ti diciamo che questa spesa in più non può esserci perché tutto deve avvenire in invarianza di bilancio. Scusa, ma allora stiamo a perdere tempo? Prima risposta di Calderoli: saranno le stesse regioni danneggiate a dover trovare questi soldi, risparmiando sulle loro spese inutili ed eccessive. Devono pagare per i danni ricevuti. Ma quali sarebbero queste spese inutili ed eccessive? Bah.

Primi sospetti di presa in giro. Ma procediamo. Una ulteriore sottocommissione di 12 esperti deve dire in questi giorni la parola definitiva. Anzitutto deve dire come risolvere il piccolo problema dei bisogni che ci sono e devono essere soddisfatti ma senza che ci sia un euro per farlo. Una soluzione potrebbe esserci: togliamo a chi finora ha avuto di più e diamolo a chi ha avuto di meno. Eh, logica ma inapplicabile: vagli a togliere a chi non solo finora ha avuto di più, ma vuole ancora di più con l’autonomia differenziata. Bisogna inventarsi altro. Ed ecco la trovata: i bisogni (fabbisogni) devono essere calcolati in base alle caratteristiche dei diversi territori clima costo della vita e aspetti socio-demografici popolazione residente. Cioè ancora una volta andiamo a creare gli italiani e i diversamente italiani, e in base a cosa?

Cominciamo col solito costo della vita, quello che in passato ha portato alle gabbie salariali: ti pago meno se ti costa meno vivere anche se lavori quanto gli altri. Lo stesso Istat ha detto mille volte quanto siano sospetti i criteri di calcolo di questo costo della vita (posso pagare meno un bus, ma vuoi calcolare anche quanto al Sud mi costa di più curarmi o andare a scuola proprio perché questi miei bisogni non sono stati mai calcolati?). Se io vivo al Sud, non pretenderò lo stesso riscaldamento di chi vive sulle Dolomiti. Infatti è un bisogno che non ho e non pretendo nulla. Ma se da me un chilo di pane costa meno, è la giustificazione per darmi anche meno ospedali e scuole? E poi, che vuol dire aspetti socio-demografici? Ci avevano già tentato (poi sventato) con gli asili nido: da voi nascono meno bambini, ma meno asili mi dai ancora meno bambini nasceranno. Ci stiamo spopolando (in verità come tutti): mi vuoi dare quindi meno servizi facendomi spopolare ancora di più? E non vuoi considerare (pare) Livello essenziale il tempo pieno a scuola (in Puglia 18 per cento, al Nord 75 per cento)?

Ecco il trucco. Proprio quando accerto che tu Sud hai ragione, proprio quando devo riparare a quanto tu denunci, proprio quando devo calcolare quanto spendere per non far esistere due Italie, allora trovo il modo di lasciare tutto come è. Anzi faccio di più: perché con l’autonomia sarà ancora peggio per te. Però i Lep te li ho calcolati, cosa stai a lamentarti?

(Varie & eventuali. La presidente delle due commissioni per individuare i bisogni del Sud e calcolarli è una docente universitaria che aiuta il Veneto ad ottenere l’autonomia. Sintesi: devo fare giustizia al Sud lavorando per chi non gliela vuol dare, anzi gli vuole affibbiare una ulteriore ingiustizia. Altro che Diabolik).

Privacy Policy Cookie Policy