L'analisi

Emergenza carceri: cresce il coro dell’indignazione

Fernanda Fraioli

Per tutti, l’analisi delle persone detenute condannate presenti per pena inflitta e pena residua, suddivisa per Regioni (in numero di 45.518, più 15.728 unità tra in attesa di primo giudizio, gli appellanti, i ricorrenti, con mista senza definitivo e internati)

Il problema delle carceri non è nuovo, ma ora si registrano interventi da svariati punti di osservazione.

Per tutti, l’analisi delle persone detenute condannate presenti per pena inflitta e pena residua, suddivisa per Regioni (in numero di 45.518, più 15.728 unità tra in attesa di primo giudizio, gli appellanti, i ricorrenti, con mista senza definitivo e internati); l’analisi dei dati ed il loro impatto sul sistema penitenziario anche ai fini delle misure adottabili (atteso l’indice di affollamento del 130,44% dovuto anche al numero degli ingressi nel corso dell’anno ben superiore alle uscite); l’analisi dei suicidi (in aumento, essendosene registrati n. 54 a fronte dei 37 dell’anno precedente); del costo medio giornaliero per ogni detenuto, conteggiato in € 157,00; l’analisi degli eventi critici (tra i quali 184 casi di autolesionismo e 457 invii urgenti in ospedale).

Non va meglio nei servizi minorili dove l’indice di sovraffollamento raggiunge il 95,83 %.

I dati - tutti aggiornati al 14 luglio scorso, dall’Autorità Garante Nazionale presieduta dal prof. D’Ettore - sono oltremodo significativi, in numeri, di quanto discorsivamente esposto da giudici, avvocati, giornalisti.

Qualche testata titola «Penalisti e magistrati uniti contro l’emergenza carceraria» significando che le Camere penali hanno manifestato a Roma per sensibilizzare governo ed opinione pubblica sui suicidi in carcere e sul sovraffollamento con parole di poco apprezzamento per il decreto Nordio, colpevole, per dirla col Presidente dei penalisti, di non prevedere alcuna soluzione immediata o di non dichiarare nulla, per dirla col Presidente dell’Anm.

Qualche altra riporta il richiamo del Vescovo di Trieste allo Stato ad adempiere al medesimo obbligo che pretende dai detenuti: il rispetto delle leggi.

Il presule, secondo cui «è un controsenso se lo Stato non rispetta le norme che regolamentano il carcere e i carcerati», ha affrontato l’argomento ad ampio raggio - dal sovraffollamento, alla vulnerabilità psicologica del detenuto, alla necessità di impegnarsi in processi di riabilitazione-rieducazione - per chiedere una definitiva adeguatezza strutturale delle carceri ed assegnazione di personale a tutti i livelli.

Sotto questo aspetto gli ha fatto eco il Procuratore Generale della Corte dei conti che in occasione del recentissimo Giudizio di Parifica del Rendiconto Generale dello Stato per l’anno 2023, nella propria relazione ha osservato che «quanto all’Amministrazione penitenziaria, si segnala la volontà di integrazione del personale, sempre in netto sottorganico, dovendosi evidenziare un ulteriore aumento del numero dei detenuti. Permane preoccupante, infatti, la situazione di sovraffollamento delle carceri con un trend in costante aumento. Si registra, inoltre, la presenza di detenuti in spazi disponibili, oltre la mobilia fissa, inferiori a 3 mq, dato questo non rinvenibile nei precedenti esercizi».

Aspetti che il Procuratore trae dalla giurisprudenza delle Corti superiori, nazionali ed europee, da cui emergono situazioni di violazione dei diritti delle persone soggette a pena e/o a misure di sicurezza accompagnate da rilevanti ritardi nelle prestazioni sanitarie, con particolare riguardo alle c.d. Rems, ovvero alle Residenze per l’esecuzione delle Misure di sicurezza, sottolineando «la problematicità del sistema delle liste d’attesa e della soluzione di attesa in carcere».

Quindi, auspica un adeguamento sulla base di tali indicazioni con l’ausilio di Ministero e Presidi sanitari per soddisfare i necessari interventi assistenziali.

«In questo quadro», ha continuato il Procuratore, «va posta attenzione al perseguimento delle condizioni di detenzione conformi ai diritti dell’uomo e ai principi di rieducazione della pena, rispetto alle quali i dati forniti in termini di sovraffollamento, offerta di istruzione e di lavoro, nonché di inadeguata tutela della salute fanno emergere l’esigenza di miglioramenti sostanziali».

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