Il pensiero

Festival della Valle d’Itria: una storia forte e libera lunga mezzo secolo

Michele Punzi - Presidente Fondazione Paolo Grassi

Tra poche ore a Martina Franca, per la 50esima volta, si alzerà il sipario inaugurale del Festival della Valle d’Itria, una delle manifestazioni estive di musica lirica più conosciute ed apprezzate in Europa

Tra poche ore a Martina Franca, per la 50esima volta, si alzerà il sipario inaugurale del Festival della Valle d’Itria, una delle manifestazioni estive di musica lirica più conosciute ed apprezzate in Europa. Era il 1975 quando, in quello che all’epoca era un tipico paese del sud Italia, a vocazione prettamente agricola e artigianale, lontano dai circuiti artistici e dai grandi palcoscenici internazionali, fu partorita un’idea rivoluzionaria: una rassegna di musica colta e ricercata, che avesse un respiro e un’attrattiva internazionale. La Valle d’Itria era un luogo sconosciuto al di fuori dei confini di una regione, la Puglia, che non era certo una destinazione turistica rinomata, e pensare di attrarre un pubblico proveniente anche da oltre confine, in un luogo difficile da raggiungere per l’assenza di infrastrutture di collegamento con le reti nazionali (problematica ancora attuale…), attraverso la cultura e la sperimentazione doveva sembrare quasi una follia.

Ma quell’idea, partorita dal visionario Alessandro Caroli, sostenuta nei primi anni dal milanese di Martina Franca, Paolo Grassi, e portata avanti per oltre un quarantennio da Franco Punzi, con la testardaggine tipica degli uomini di questa terra, ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo sociale e culturale di un intero territorio, e ha dato impulso alla creazione di quel brand «Valle d’Itria», oggi fortemente attrattivo per un turismo consapevole e di qualità.

È stato un percorso lungo e travagliato, nel corso del quale si sono alternati momenti di grande esaltazione e successo, ad altri influenzati da difficoltà e ostacoli che sembravano insormontabili. Basti pensare, da un lato, al costante consenso dei melomani e degli addetti ai lavori verso una proposta artistica stimolante e mai scontata, garantita dai direttori artistici succedutisi nel tempo, Rodolfo Celletti, Sergio Segalini, Alberto Triola e Sebastian F. Schwarz, un consenso attestato dai 10 premi «Franco Abbiati» assegnati dall’Associazione dei critici musicali italiani al Festival della Valle d’Itria in 50 anni. Ma anche ai grandi nomi della lirica transitati sul palcoscenico martinese, e soprattutto ai giovani artisti che, partendo dal nostro Festival, hanno intrapreso carriere straordinarie (Fabio Luisi, attuale Direttore musicale, Mariella Devia, Martine Dupuy, Paolo Coni, Daniela Dessì, Patrizia Ciofi e Renato Palumbo, per citarne alcuni).

Ma, dall’altro lato, in questa occasione non vanno dimenticati i momenti bui, quelli in cui è stata messa in discussione la sopravvivenza stessa del Festival e dove solo la ferrea forza di volontà, il sacrificio e la dedizione di alcuni, hanno consentito a questa manifestazione, oggi organizzata dalla Fondazione «Paolo Grassi» e sostenuta dagli Enti che la compongono, di diventare un modello gestionale e di trasparenza amministrativa, fiore all’occhiello delle politiche culturali della regione Puglia e preso ad esempio a livello nazionale.

Ma nonostante il Festival navighi in acque tranquille, noi, che questo progetto siamo chiamati a portare avanti, non dobbiamo abbassare la guardia, nella consapevolezza di essere baluardo di cultura e bellezza non solo per la Puglia, ma per tutto il Mezzogiorno d’Italia, in un momento storico in cui la cultura è troppo spesso confusa con l’intrattenimento, e la parola «festival» viene con consuetudine abusata.

A Martina Franca, dopo 5 decenni, invece, persiste ancora la convinzione che il ruolo da operatori culturali, e da organizzatori di festival, sia quello di stimolare il pensiero critico e suscitare la curiosità tanto dell’appassionato, quanto dello spettatore occasionale, attraverso la produzione e l’innovazione, nel rispetto del passato e delle nostre radici. E allora siamo pronti a dare inizio, per la cinquantesima volta, a questa grande festa che accoglierà un pubblico proveniente da ogni parte del mondo, con l’intenzione di rendere omaggio ad una storia straordinaria e a guardare, senza paura e con entusiasmo, alle sfide che il futuro riserverà al Festival della Valle d’Itria, un Festival forte, libero e coraggioso!

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