La riflessione

Per la cultura del Sud serve un museo etno-antropologico

Pierfranco Bruni

La Puglia è territorio intensamente rivolto alle culture e legate a una prospettiva turistica alle quali bisogna saper guardare con lungimiranza

Ora in Puglia si sta configurando un nuovo ruolo sui e dei beni culturali. Una strategia che dovrebbe portare a compimento una progettualità ad ampio raggio d'azione. Con la dirigenza delle strutture di Taranto (prima il Museo, ora ha una sua Dirigente che ha la opportunità di guardare al ruolo del museo a tutto campo, è un museo nazionale tra i più prestigiosi della Nazione sul piano della valorizzazione delle culture, e della Soprintendenza) si può avviare una politica culturale istituzionale sia dal punto di vista della archeologia del mare, e non solo, e della progettualità degli eventi che vada oltre la «visione di Luciano Canfora».

Si passerà a armonizzare tutta la Regione con un registro sia di tutela che di promozione. La Puglia è territorio intensamente rivolto alle culture e legate a una prospettiva turistica alle quali bisogna saper guardare con lungimiranza. Ma non basta soltanto il compito prestigioso dei comparti del Ministero nelle sedi periferiche. Occorre una intensa politica culturale territorio per territorio attraverso un modello organico dei processi inerenti il patrimonio storico, artistico, archeologico, bibliotecario e archivistico oltre che di tutti i beni immateriali.

C'è comunque una partita tutta aperta da giocarsi tra beni materiali, appunto, e beni immateriali. A tal proposito la Puglia è carente di una struttura nazionale che comprenda gli elementi antropologici. Certo, ora ricadono sotto altri ambienti e ambiti. Ma diventa sempre più necessario puntare a un Museo etno-antropologico nazionale sotto la diretta competenza del Ministero della Cultura.

Questa carenza si fa sentire anche perché il patrimonio immateriale pugliese è consistente. Antropologia, beni cosiddetti volatili, sistemi etnografici e linguistici e musicali sono riferimenti di una dimensione di una cultura aperta rispetto a un rapporto tra territorio e cultura, tra ricerca e programmazione articolata. Anche il pensiero di una eredità filosofica del bene culturale è un nucleo di un bene culturale che interagisce con la tutela, la conservazione e la fruizione.

Il compito del Mic è fondamentale. Per procedere a tale percorso ci vogliono esperti di grande portata che abbiano raccordi con gli istituti antropologici nazionali del Ministero. Proprio per per questo un Museo nazionale dei beni immateriale è necessario e fondamentale. Su tre linee bisognerebbe incardinare tale processo: 1) La funzione dei linguaggi antropologici dei territori. 2) Comparazioni delle tradizioni con regioni frontaliere e omogeneità e diversità in un contesto tra cultura popolare e mondo pre e post contadino. 3) Sistematicità tra modelli antropologici meridionali e realtà storiche mediterranee.

Un museo antropologico nazionale in Puglia sarebbe un unicum tra quelle regioni che furono territorio della Magna Grecia. Si creerebbe un polo eccezionale e una innovazione tra archeologia, storia e arti. Su questo ora bisogna insistere. L'antropologia nel Sud avrebbe un suo museo del Ministero della cultura.

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