La scomparsa

Un piccolo-grande ricordo di Mimì Ranieri, interlocutore serio e discreto in dialogo aperto con i giornalisti

Michele Cristallo

«La scomparsa di Domenico Ranieri, Mimì per gli amici, mi riporta indietro di parecchi anni della mia attività professionale. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta seguivo, per la Gazzetta, l’attività politica dei partiti di Puglia, con frequenti incursioni nella politica nazionale»

La scomparsa di Domenico Ranieri, Mimì per gli amici, mi riporta indietro di parecchi anni della mia attività professionale. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta seguivo, per la Gazzetta, l’attività politica dei partiti di Puglia, con frequenti incursioni nella politica nazionale. Verso la fine degli anni Settanta il Partito Comunista di Puglia visse una grave crisi, non solo organizzativa. Responsabile della Segreteria regionale era Onofrio Vessa. La vita di quel partito in quei mesi era particolarmente complessa e sofferta, tale da suggerire frequenti interventi di autorevoli esponenti della Direzione nazionale. Nel giro di parecchie settimane si alternavano a Bari Giorgio Napolitano, Alfredo Reichlin. Emanuele Macaluso, Gerardo Chiaromonte, Pietro Ingrao, Alessandro Natta ed altri. Decine di interviste disegnavano l’immagine del partito e le iniziative per uscire dalla crisi.

Seguivo la vicenda con particolare attenzione, facendo affidamento anche su informazioni, ovviamente riservatissime (al limite della soffiata) dall’interno del partito. Ebbene, uno dei miei interlocutori, il più affidabile per serietà e discrezione, era Mimì Ranieri, da tempo autorevole esponente del partito (s’era iscritto mi diceva nel 1949) e del sindacato Cgil. Mi anticipava gli arrivi dal Comitato Centrale, mi confidava lo stato di sofferenza di chi, come lui viveva quella vicenda. Gli devo gratitudine per tutte le volte che, grazie alla sua collaborazione riuscii in quei mesi ad intervistare tutti i dirigenti nazionali che si alternarono a Bari.

L’ultima intervista la feci con Alessandro Natta inviato dalla Direzione nazionale per concludere la lunga istruttoria. Mimì Ranieri mi telefonò poco prima dell’alba, alle cinque:« se vuoi intervistare l’on. Natta che mi ha detto di essere disponibile – mi disse – devi venire in sezione entro una mezz’ora perché Natta deve essere in aeroporto prima delle sette per rientrare a Roma.» E così feci, raggiunsi la sede del partito e conversai a lungo con Alessandro Natta ( sarebbe stato eletto segretario del Pci nel 1984 dopo la morte di Enrico Berlinguer) che mi informò della conclusione della vicenda. Vessia fu rimosso. Qualche settimana dopo giunse a Bari Massimo D’Alema per prendere le redini del Pci pugliese.

Ho voluto ricordare questi fatti, per rendere omaggio alla memoria di un uomo del quale ebbi occasione di apprezzare, con la totale dedizione al partito nel quale militava, la serietà e l’intelligenza che connotava il suo rapporto con il giornalista.

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