Il commento

L’intelligenza artificiale non è questione di destra o di sinistra

Umberto Sulpasso

Quando il «tanto» è parente del «tutto» scivolare nella banalità intelligente è il maggiore pericolo di una commissione governativa

Il governo italiano ha deciso di creare una commissione per elaborare un rapporto sulla Intelligenza artificiale: può essere fatto positivo e allo stesso tempo negativo. Si è parlato di Giuliano Amato a capo della commissione ed è praticamente impossibile trovare un referente migliore, per esperienza politica, giuridica e capacità di visioni culturali.

Un ex premier, ministro del tesoro, e capo della Consulta è la vera garanzia per cominciare ad affrontare il problema. In maniera corretta. Perché si tratta di «cominciare ad affrontare» col piede giusto, non di risolverlo, e la personalità dell’ex premier è la garanzia per una buona partenza. Dimidium facti, qui coepit. Orazio ci assicura che chi ben comincia è alla metà dell’opera, e la scelta di chi gestirà la commissione lo prova. Perché è necessaria una buona partenza? Per il semplicissimo fatto che nel giro di 10 anni il mondo sarà completamente cambiato per l’effetto della politica che il Governo farà.

Trattandosi di una autentica rivoluzione storica gli aspetti coinvolti sono tanti che è facilissimo scadere nel banale, basta fare una lista di luoghi comuni certo interessanti. Ma è evidente che al Governo non serve una relazione accademica, che comunque se facesse un punto scientifico sul tema sarebbe di grande beneficio per le nostre università e per i nostri studenti universitari. Oggi al Governo serve qualcosa di differente. Di molto differente.

Quando il «tanto» è parente del «tutto» scivolare nella banalità intelligente è il maggiore pericolo di una commissione governativa. Qualsiasi cosa si dica è importante, e nel caso della intelligenza artificiale è anche molto importante. Ma bisogna capire se lo è anche da un punto di vista operativo, perché è sicuro che oggi l’Intelligenza Artificiale copre esattamente il «tutto», dalla politica, alla comunicazione.

E allora per essere veramente utili occorre avere il coraggio e la disponibilità a operare volontariamente una riduzione di campo. E al proposito è chiaro che le due aree di massimo interesse per il Paese sono la sicurezza e l’economia.

Sicurezza. Tutti i sistemi protettivi militari nel breve giro, tutt’al più di un decennio, saranno obsoleti per via del ruolo della intelligenza artificiale. Armi, reti informative, procedure belliche saranno assoggettate ad una ristrutturazione globale. Ora è evidente che per affrontare questo tema occorre coinvolgere direttamente le strutture della difesa e della sicurezza interna. Di certo c’è che tutto il sistema di sicurezza interno e internazionale verrà sottoposto ad una revisione totale. Ma mentre sull’aspetto internazionale è evidente che non può che essere un problema affrontato nell’ambito più vasto delle alleanze, per quanto riguarda l’aspetto nazionale il problema reale diventa quello di coinvolgimento delle strutture civiche. È indispensabile infatti non trasformare la sicurezza gestita da AI in uno stato di polizia. E qua le associazioni civiche e culturali dovranno giocare un ruolo di garanzia da definire di passo in passo. Non vogliamo che l’Intelligenza Artificiale ci faccia vivere in uno stato di polizia e bisogna che sia chiaro che questo pericolo è gravissimo.

E non lo vogliamo per due motivi, per la libertà individuale che va tutelata, ma anche perché può soffocare la necessità di rinnovamento dell’economia. E arriviamo al secondo aspetto critico di questo fenomeno. Quello che riguarda l’economia. Qui il «tutto» coinvolto è veramente impressionante. Non c’è aspetto della economia che non sarà profondamente modificata. Produzione di beni. Distribuzione e circolazione. Sistemi di pagamento. E quindi occupazione, lavoro e redditi. Il campo è talmente vasto che si può tranquillamente affermare che l’Intelligenza artificiale è terreno di verifica della capacità di governare non solo per i problemi attuali immediati, ma anche per la capacità di proiettare un futuro moderno alla economia del Paese.

E qui c’è un aspetto strutturale che ne caratterizza l’emergenza. Questo fenomeno ha per l’economia la stessa portata internazionale delle fonti di energia. Di fatto, per una volta tanto, occorrerebbe che si chiarisse che per l’ Intelligenza Artificiale non c’è politica di Destra o di Sinistra. Esiste un problema emergenza economica che va affrontato con spirito di responsabilità verso il Paese. Il fatto è che l’aspetto internazionale è talmente dominante che ci saranno Paesi «produttori» di intelligenza artificiale e Paesi «consumatori». I secondi saranno condannati ad una situazione di grave difficoltà economica.

A quali di queste fasi il Governo deciderà di dare un supporto finanziario di ricerca e di applicazione? Paradossalmente non è questo il problema. È l’emergenza Paese che sul terreno dell’Intelligenza Artificiale si gioca.

La nostra premier ha varie volte affermato che occorre una visione come quella di Mattei per affrontare il problema delle forniture energetiche. E questo è assolutamente vero. Ma deve essere chiaro alla nostra premier, che analogo approccio va utilizzato per l’Intelligenza Artificiale. Non sono necessari non provvedimenti fortuiti e casuali. Ma come per il gas occorre una visione strutturale da emergenza.

Personalmente sarei del parere che un vero e proprio ente speciale venga messo in piedi con fondi provvisti da tutti i principali enti nazionali come ENI, ENEL, CDP, etc.

Giorgia. È necessario che alla sua testa venga messo un Mattei. Non era Destra e non era Sinistra. Era il futuro. Altrimenti il destino di second e forse third rate Paese consumatore ci aspetta.

Privacy Policy Cookie Policy