L'opinione

Bronzini: «Io, candidato sindaco immaginario come Chance il giardiniere»

Stefano Bronzini

«Se dovessi andare all’inaugurazione della Fiera il prossimo anno devo assolutamente ricordarmi di non indossare un abito bianco. La Fiera delle Vanità potrebbe equivocare ed imputarmi il desiderio di propormi come Papa»

Mattina. Mentre con la tazzina del caffè in mano, cerco di accettare la verticalità quale condizione umana, percepisco suoni dalla protesi della modernità: il cellulare. Prima di affrontarlo, mi auto convinco che il mondo abbia bisogno del mio esempio e mi preparo. Esco e chiamo l’ascensore. Istanti di attesa, fatidici perché la mano s’impossessi del cellulare. L’icona verde riporta un numero impressionante di messaggi: mentre dormivo sono diventato candidato sindaco!

Sorpreso, mi torna in mente una mirabile pellicola interpretata da Peter Sellers: Oltre il giardino. Indimenticabile. La trama è esilarante. Il protagonista, Chance - nomen omen -, vive in una casa, essendo stato adottato in modo irregolare da un facoltoso signore. Mai registrato all’anagrafe e mai uscito dalla abitazione, Chance fa il giardiniere. Il padre adottivo muore, la casa è venduta e Chance è sfrattato.

Lo sguardo di Peter Sellers è prezioso quando, in abiti fuori dal tempo, vaga da neofita per le strade di Washington. Muovendosi goffamente Chance è urtato da una limousine. L’autista che l’ha soccorso, riceve dalla elegantissima signora, seduta sul sedile posteriore, l’ordine di farlo salire in macchina. La signora, temendo speculazioni sull’incidente, lo porta in una grande e lussuosa casa, trasformata in un vero e proprio ospedale, dove abita insieme all’anziano e gravemente malato marito, facoltoso e stimato esponente della finanza americana. L’ingenuo Chance si presenta al padrone di casa post-ponendo al suo nome quello delle mansioni da sempre svolte: Gardner (giardiniere). L’equivoco raggiunge il suo apice allorché l’anziano finanziere riceve la visita del Presidente degli Stati Uniti d’America, suo grande amico, per per confrontarsi sulla grave crisi economica mondiale.

Mentre il padrone di casa e il Presidente dialogano, li raggiunge Chance Gardner a cui viene chiesta una opinione sull’argomento. L’espressione di Peter Sellers è sublime. Con gli unici strumenti linguistici a lui noti Chance Gardner risponde: «dopo l’autunno verrà la primavera!». Il Presidente coglie in quelle parole un valore metaforico e così, dopo aver chiesto alla CIA informazioni sulla identità dello sconosciuto interlocutore e non ricevendone, in una conferenza stampa riporta la frase citandola come l’attenta analisi fatta dal famoso economista Chance Gardner.

L’equivoco si alimenta allorché Chance, invitato a trasmissioni televisive, quale opinionista, risponde alle tante domande sempre con un linguaggio tratto dalla sua esperienza di giardiniere.

Gli spettatori interessati possono godersi la galleria di equivoci vedendo la divertente e irriverente pellicola del 1979. Il finale, però, è da apoteosi. Chance Gardner è indicato come nuovo possibile candidato alla Presidente degli Stati Uniti d’America. Peter Sellers è bravissimo ad interpretare quel personaggio inventato da Jerzy Kosinski, scrittore ebreo polacco naturalizzato americano, - che nel 1970 pubblicò un racconto profetico per i nostri sciatti tempi dal titolo, appunto, Being There, alla lettera «Essendo lì».

Mi ha supportato molto il ricordo di quella trama. Se dovessi andare all’inaugurazione della Fiera il prossimo anno devo assolutamente ricordarmi di non indossare un abito bianco. La Fiera delle Vanità potrebbe equivocare ed imputarmi il desiderio di propormi come Papa.

Meditare è seriamente consigliato, doveroso quando si parla delle persone.

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