La riflessione
Ricordo di Gianni Losito grande psicoanalista e autentico intellettuale
Dal liceo classico a Barletta alle passeggiate notturne sul viale: era un rivoluzionario che anticipava i tempi ma con buon senso
Il mio caro amico Gianni Losito, psicoanalista di grande valore, è venuto a mancare nei giorni scorsi. Un fiume in piena di ricordi mi ha travolto. Il liceo classico con Gianni a Barletta, gli incontri pomeridiani, le passeggiate notturne sul viale dei preti e altri episodi si son fatti strada nella coscienza del presente. La figura di un grande intellettuale, i modi di esprimersi acuti e incisivi, la modernità, l’intelligenza, la semplicità e saggezza nel parlare e nell’agire. Gianni era tutto questo! Un rivoluzionario che anticipava i tempi ma con buon senso. Al liceo è stato promotore di intuizioni e scelte avveniristiche che lasciavano spiazzati e indietro nella storia delle idee gli stessi professori. Divoratore di libri, non topo di biblioteca, amava la vita in tutte le sfaccettature, ne traeva insegnamenti utili per il quotidiano, anticipava processi culturali e sociali che avrebbero dominato la storia del mondo e annientava preconcetti e saperi del comune vivere.
Negli anni ’60 Gianni è stato fra i primi nella scoperta della avanguardia in pittura e di una letteratura che si rinnovava velocemente e buttava al macero le mentalità pedagogiche ormai logore e inutili del passato. Ha contribuito a diffondere presso di noi al sud le opere di Fellini, Moravia e Pasolini osteggiati dalla società contemporanea.
Gianni ha riunito in cenacoli alcuni giovani di belle speranze. In estate correvamo da Filippo perché Gianni avrebbe letto, tradotto e commentato Saffo e Catullo e avrebbe suonato i notturni di Chopin e Fur Elise di Bethooven, perché avrebbe conversato su Sartre, De Beauvoir, Schopenhauer, Marx e altri, anticipando i temi del ’68 studentesco, le tendenze esistenzialistiche del contemporaneo e il malessere della società attuale. Sognavamo una società giusta e egualitaria. Esponeva qualsiasi argomento come se fosse un suo copyright, discuteva per ore con quell’intelligenza viva e saggezza che gli si riconosceva nonostante l’età non adulta. Alla maturità le nostre strade si separarono, Gianni abbracciò gli studi umanistici verso cui era portato. Un giorno, però, lasciò l’insegnamento e si dedicò alla psicoanalisi, perfezionandosi negli States e a Londra dove si respira da sempre il progresso internazionale. Poi si stabilì a Bari e vi portò il carico dell’esperienza psicoanalitica acquisita girando il mondo. Insegnava alla scuola di psicoanalisi del capoluogo, si era creato una bella cerchia d’intellettuali tra cui la poetessa e psicoanalista Santa Fizzarotti Selvaggi.
Il tempo non ne aveva scalfito la natura semplice, umile, duttile, il carattere educato, l’intelligenza e la cultura. A una riunione letteraria io e mia moglie lo aspettammo fuori per salutarlo di persona. Arrivò una Mercedes, un macchinone, il tassista si precipitò ad aprire lo sportello e aiutò a uscire un individuo con serie difficoltà di movimento. Era Gianni ma non il Gianni di un tempo, bensì la sua ombra gigantesca che a mala pena si fece strada con l’aiuto di altri. L’enorme mole occupava quasi l’ingresso della sala. Lo salutai, fu felice di ritrovare un amico e un compagno del classico, abbozzò un sorriso ed ebbe una reazione come per dire:«Ecco come mi sono ridotto! Eccomi qua!».
Aveva difficoltà, sembrava un Budda europeo. Peccato che da vivo non abbia avuto riconoscimenti! Ho partecipato al rito in chiesa a Bari, Gianni covava la speranza di credere in un mondo migliore e in un Dio che mette tutte le cose al loro posto. Un frate ha spiegato che per Papa Francesco la Chiesa accoglie anche chi spera di credere in Dio. E questo va bene per Gianni, seguace di Jung che sull’architrave di casa fece incidere la scritta latina: «Vocatus atque non vocatus Deus aderit» («Chiamato o non chiamato, il dio sarà presente»).
Caro Gianni, ti devo fare un appunto anche se postumo. Hai pubblicato nulla o ben poco. Forse non hai voluto o hai incontrato editori insensibili. Spero che sia resa giustizia a quel che hai concepito e realizzato.