Il commento

Il Dalai Lama e il bambino: è tempo di recuperare la cultura del «limite»

Alessandra Peluso

La socievolezza ha superato l’oltre, anche quello mistico

Il giorno di Pasquetta, giornata di festa, di spensieratezza giunge come dinamite sui maggiori quotidiani nazionali e mondiali un’immagine da film hard? O un atto di affetto? Una burla di un nonnetto? Eh no. È il video (in poco tempo divenuto virale) che ritrae il Dalai Lama mentre chiede a un bambino che si avvicina per salutarlo di succhiargli la lingua.

La mia personale reazione è stata quella di identificarmi nel bambino, la sua purezza, le sue sensazioni. I bambini sono filosofi. Si sarà chiesto: «Perché?». E in futuro, ricorderà questo gesto? E da adulta filosofa ho posto un interrogativo a me stessa: «Nemmeno il Dalai Lama ha il senso del limite?». La socievolezza ha superato l’oltre, anche quello mistico. Dopo ogni accadimento che di per sé ha una certa gravità, mi aspettavo una pioggia intensa, anzi una grandinata di commenti social che invece non sono arrivati, eccetto qualche sporadico desolante vagito. Perché? Non è un nostro politico, vero, non è Fedez né Chemical, non è la maestra che insegna ai suoi bambini a pregare. Costui rappresenta il più grande maestro spirituale, una figura religiosa par excellence, un uomo di fiducia e di pace dei nostri tempi: premio Nobel per la pace nel 1989.

Se accadesse al nostro Papa Francesco? È strana una mancata reazione di qualsiasi natura. Non credo si tratti di indifferenza, forse molti erano intenti ad aprire le uova di cioccolato e a scoprire la sorpresa. Si è disvelato un gioco di cattivo gusto per gli adulti. Forse. Occorrerebbe sentire la voce dei bambini. Si è appalesato l’umano: scoperto il velo di Maya l’uomo di fede è scomparso. Siamo per caso diventati improvvisamente un popolo di libertari? Tutto è concesso? Nel bene e nel male? In fondo, quale è il confine tra le due complicate categorie?

Ha fatto più scalpore il bacio tra due adulti dello stesso sesso ed età che tra un signore anziano di 86 anni e un piccolo e innocente bambino dove oltre al bacio qui si è andati giù pesante. È opportuno bandire i moralismi, parimenti occorre aprire una riflessione sul limite che oramai tutti ma proprio tutti superiamo senza metterci in discussione perché l’istinto prevale e incombe sulla ragione ponendo l’agire dell’umano in serie difficoltà. L’Astuzia della Ragione ha abbondato il pianeta Terra. Nello specifico caso non si ha a che fare con un uomo comune che presumo - visti i tempi che corrono - sarebbe stato linciato, ma di un uomo religioso, un maestro spirituale, un punto di riferimento per il suo popolo e non soltanto. Chissà cosa avrà pensato Richard Gere quando avrà sentito pronunciare dal suo Maestro buddista: «Succhiami la lingua!«. «My God. It’s a bad news. It’s a wrong!».

Anche il Dalai Lama all’età di ottantasei può «sbarellare»? Possiamo concederglielo? È stato uno scherzo? Oppure ha messo a nudo la sua persona: abbiamo compreso che anche lui è impulso, oltre a ragione e spirito. Anche lui può cadere in tentazione. E la gravità risiede nel fatto che un simile gesto che si qualifica da sé sia stato fatto davanti alle telecamere o che sia riprovevole come atto? Se l’uomo cade, qualunque essere umano può cadere in tentazione, perché diceva Gesù: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra», di chi si può aver fiducia oggi? Se indifferentemente dal grado di istruzione, di saggezza, di età ogni cosa assume la morfologia di «possibilità», se la necessità sembra essere stata sostituita dalla fluidità: nulla è soggetto a discrezione, pudore, vergogna, allora le categorie di riferimento dell’etica vacillano? Dove è il confine tra l’uomo e il religioso? Tra il piacere carnale e il dovere morale? Madre Teresa di Calcutta cosa avrebbe proferito davanti a un simile atteggiamento? Avrebbe pregato per lui e chiesto il perdono? E il papa cosa avrà pensato?

Il «super ego», quell’Io censore che è presente in ogni individuo è come addormentato, qualcuno prima o poi dovrà svegliarlo, perché se è vero che l’uomo è sentimento, è emozione, non solo controllo, è libero di essere e fare non come gli pare, no, sempre nel rispetto dell’altro, che rispetto ha avuto un «nonno» che a un suo probabile «nipote» gli chiede di succhiargli la lingua? Il Dalai Lama: un modello, un simbolo per noi tutti. Lo scandalo tuttavia non risiede nel baciarsi, dimostrare affetto indipendentemente dall’età, ma abusare dell’innocenza di un bambino, forse questo sì è uno scandalo.

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