Il commento
Grazie Chiara Ferragni: con quel «Pensati Libera» sei diventata una di noi
Il messaggio sottinteso all'ex di Chiara Ferragni nel monologo dal palco dell'Ariston: «ti sei vendicata sul palco nazionalpopolare di Sanremo. E il tuo ex socio, ex fidanzato, ex tutto, è morto e seppellito sotto una coltre di "ma chi cavolo è questo?"»
Chiara Ferragni una di noi. Davanti a te hai undici milioni di telespettatori in mondovisione. Ci sei abituata, non è questo il punto, perché quando fai una diretta Instagram ti seguono anche dall'Alaska e dal deserto del Sahara.
Sei bella, magra da fare invidia agli stuzzicadenti, hai pure tagliato i capelli (a proposito, vi vedo che siete già andate tutte dal parrucchiere di fiducia a chiedere "Mi fai i capelli come Chiara"). Indossi abiti disegnati apposta per te dal top del top della moda.
Hai esordito sul palco che fu di Raffaella Carrà, Loretta Goggi, Simona Ventura, Antonella Clerici, loro conduttrici, tu co-conduttrice di un uomo che ti ha fatto la corte per tre anni prima che tu accettassi - ma non fa niente a te va bene lo stesso perché se vuoi ti puoi comprare tutto l'Ariston così come sta, e pure la Rai.
Dicevamo, hai esordito su quel palco di spalle, con in primo piano una stola candida sulla quale spiccava una scritta lapidaria: "PENSATI LIBERA".
E sai benissimo che quel "PENSATI LIBERA" non è rivolto a me, e a quelle come me, nate libere, determinate e fortunate a rimanerlo, ma alle ragazzine che pur di tenersi stretto il belloccio e maledetto di turno sono disposte a farsi mettere in un angolo; alle mamme con un occhio nero che pur di tenere i loro figli al caldo, ingoiano lacrime e sangue da anni; alle professioniste costrette ad accettare uno stipendio di fame rispetto a quello del collega maschio, ma occorre pagare le bollette e allora…
E sai anche benissimo che dopo un nano secondo una flotta di tue segrete ammiratrici, quelle che ti vanno a vedere su instagram ma non ti seguono perché "#maisia", inizieranno a scrivere compulsivamente "Io sono libera" e cose del genere, che al paragone lo slogan vetero femminista "L'utero è mio e lo gestisco io" sfigura. Ma tu sei pronta a farti scivolare addosso tutto. Perché ora c'è una sola cosa che ti interessa più di ogni altra al mondo. Una e una sola che aspetti da anni. La cui sceneggiatura hai scritto tante volte. E ora sei sul palco di Sanremo. Ce l'hai. È tuo.
E ti senti come Pretty Woman quando torna nella boutique di Beverly Hills con in mano buste stracolme di abiti e dice alla commessa che l'aveva cacciata via qualche ora prima: "Lei lavora a percentuale, vero? Peccato".
E allora, davanti a quegli undici milioni di telespettatori, nella sdolcinata letterina a te stessa bambina, c'è una frase che è l'unico vero motivo per cui sei lì. Una frase che ti ha resa uguale a me, uguale a milioni di donne all around the world: "Noi donne siamo abituate a farci piccole davanti a uomini insicuri. E te lo dice una che ha accettato persino che qualcuno si prendesse il merito di averla inventata e ha lasciato che questa fosse la narrazione per anni". Con sottinteso: "Invece guarda dove sono arrivata adesso grazie a me stessa. Io ti ho creato, altroché, tempo ci è voluto, e ora ti distruggo e di te non rimarrà che cenere, caro signor nessuno". Mentre il tuo dolce viso da "milanesa gne gne" con gli occhioni azzurri ereditati dai tuoi due figli Leo e Vitto Ferragnez, si trasforma in quello di “V per Vendetta”. Ti sei vendicata sul palco nazionalpopolare di Sanremo.
Ora sei bionda, e salata, come non mai. E il tuo ex socio, ex fidanzato, ex tutto, è morto e seppellito sotto una coltre di "ma chi cavolo è questo?". E tu sei libera. TI SEI PENSATA LIBERA, Chiara.
E un'ultima cosa, Chiara, grazie per averci dimostrato di essere umana e non solo una novella regina Mida che fa diventare oro tutto ciò che tocca. Grazie Chiara, perché finalmente con quella frase sei diventata una di noi.