La riflessione

Diritti dell’infanzia da Ruvo una risposta alla povertà educativa

Monica Filograno

L’esperienza della pandemia ci ha resi tutti più consapevoli di quanto sia importante sostenere a tutte le latitudini i diritti dell’infanzia senza considerarla un mondo a se stante ma parte integrante della nostra società e bisognosa di diritti di cittadinanza nel presente

La Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia porta sempre con sé la riflessione politica sui diritti negati, sulla mancata applicazione da parte dei governi delle norme che trasformano i diritti dei bambini e delle bambine in doveri di chi da adulto mette in atto politiche che spesso non tengono conto dell’infanzia o meglio, a questa si rivolgono con una logica «adultista» lontana dai loro sogni.

L’esperienza della pandemia ci ha resi tutti più consapevoli di quanto sia importante sostenere a tutte le latitudini i diritti dell’infanzia senza considerarla un mondo a se stante ma parte integrante della nostra società e bisognosa di diritti di cittadinanza nel presente. Il tema della qualità della vita reale e virtuale dei minori di età è balzato negli ultimi tempi all’attenzione di tutti in modo drammatico. La didattica a distanza ha avuto il merito non solo di farci toccare con mano il rilevante divario digitale (e quindi anche di accessibilità dell'educazione) che separa le persone all'interno di una stessa classe a scuola, ma ha anche consentito a molti insegnanti di entrare nelle case dei loro studenti, conoscere le loro postazioni di studio, verificare la condizioni non sempre favorevoli all’apprendimento in cui vivono.

Un’esperienza preziosa per tutti coloro che hanno responsabilità socio-pedagogiche: per chi insegna, ma anche e soprattutto per chi prende decisioni politiche. Un’occasione impagabile di cui noi amministratori abbiamo il dovere di fare tesoro. A Ruvo di Puglia ci stiamo provando: con loro, con le bambine e i bambini, proviamo a confrontarci, a renderli partecipi delle scelte che facciamo per combattere la povertà educativa e renderli protagonisti. In queste settimane abbiamo avviato un progetto ambizioso e sfidante di welfare culturale, vincitore del bando «Educare in Comune» del Consiglio dei Ministri - Dipartimento famiglia.

Lo abbiamo chiamato «LEGO costruiamo la famiglia, la casa, la città» ed è frutto della coprogettazione di enti del terzo settore, associazioni e scuole cittadine. Le azioni di LEGO prevedono la riqualificazione di ambienti domestici che bambini e bambine individuati dai servizi sociali realizzeranno assieme a esperti di design; interventi che metteranno in connessione la scuola con lo spazio urbano per fare anche di quest’ultimo un luogo di apprendimento continuo; percorsi sulla genitorialità diffusa che attingono agli insegnamenti di Cesare Moreno dei Maestri di strada di Napoli, col quale abbiamo studiato nel 2018 il percorso di formazione sull’educazione diffusa che ha portato l’anno dopo al Patto per Ruvo di Puglia Città Educante.

Allora il filosofo Paolo Mottana, teorico della scuola diffusa, ci augurò di essere la prima città a mettere in atto il suo ridisegno dell’architettura per l’educazione e la cultura. Sabato scorso, proprio alla vigilia del 20 novembre, alla presenza dei partner e di una bella rappresentanza di scolaresche (9-11 anni), il progetto LEGO è partito con un piccolo esperimento: dopo una prima riunione collettiva, adulti da una parte e bambini e bambine dall’altra hanno lavorato sul tema «costruiamo gli spazi che abitiamo». Dopo un’ora abbiamo messo insieme il lavoro fatto, raccolto gli spunti dei più piccoli e ci siamo resi conto di quale sia la direzione in cui dobbiamo andare: potenziare spazi e occasioni di relazione, qualificarli, proteggerli e riportare la natura sempre più al centro degli spazi urbani (l’edizione di Luci e Suoni d’artista, al via il 7 dicembre, sarà un omaggio alla Terra).

Spazi che tutti loro vogliono privi di auto e più ciclabili, perché le piste ciclabili non servono solo alle bici ma anche a chi va a piedi, lentamente, e vuole guardarsi attorno, sentirsi sicuro. Tutte azioni che la programmazione politica locale e non, dovrebbe impegnarsi a garantire. E che l’infanzia ci chiede, come un diritto necessario.

Privacy Policy Cookie Policy