IL COMMENTO
Binomio energia-sapere, all’Italia manca un progetto economico
L'analisi del professore all'Università del Sud della California: «I mezzi del cambiamento in mano alla politica»
Gli italiani votano i partiti con lo spirito con cui si tifa per una squadra di calcio. Per esempio per coloro i quali la Meloni è una fascista, è impossibile che dica anche qualcosa di buono. A parere di chi scrive, e limitandoci alla economia, è comunque difficile trovarne di cose buone. Per chi tifa Letta, è impossibile trovare cose non buone. E per la verità a parere di chi scrive e limitandoci alla economia ci sono alcune insufficienze. Ma i problemi della inflazione in arrivo nel supermercato, del maggior costo energetico per le imprese, che non può che rallentare il PIL evidenziano i limiti di questo tifo da stadio per il voto ai partiti.
Il dato di fatto è che «il partito del no» è il più forte partito italiano da quando sono crollate le barriere ideologiche erette dalla prima guerra fredda. No a qualsiasi costo, e un po’ no a tutto, portò i 5 Stelle alla maggioranza relativa. No alla ammucchiata di tutti, che solo per rispetto a Draghi si chiama e direi giustamente «Unità nazional» sta portando in alto la Meloni, anche se per la verità non così in alto come vorrebbe. Va bene votare no al governo, ma le resistenze alla fiamma restano tante. Quindi la Giorgia dei fratelli (non ho mai capito perché essendo donna non abbia considerato anche le sorelle d’Italia) è costretta a rosicchiare voti a Salvini e a Berlusconi che si autorosicchia da solo: il Monza va male e questo non l’aveva previsto. Icardi urge. Costa troppo? Vanda può sempre andare su Canale 5.
Ma il tifo da stadio ignora i veri problemi della economia che ormai si giocano su un binomio molto semplice, energia e produzione sapere (Pil Sapere) che a ben guardare è anch’esso fonte energetica. Le materie prime infatti, a meno di non essere energetiche, non fanno ricchi chi le possiede, al massimo li costituiscono oggetti di preda, soprattutto militare, quando la semplice corruzione dei politici non basta. Cara Giorgia. Caro Enrico. È la trasformazione delle materie prime (Il sapere) che rende ricchi i paesi. Possibile che ancora nessuno ve lo abbia spiegato? È la progettualità economica da Giorgia a Enrico II (ah Enrico 1 quanto manchi a questo paese!) e quella che manca. Il problema del binomio «energia – sapere non si risolvere proponendo sfide al ribasso delle tasse, catalizzando l’elettorato pariolino – Calenda – o di Rignano dell’Arno - Renzi - e neppure accettando i termini generici della «centralità del lavoro» di Enrico II.
Amici! All’Italia manca un progetto economico di sviluppo! Manca una spina dorsale – economica - intorno a cui costruire il futuro. Ed è evidente, direi lapalissiano, che siccome sul terreno della energia siamo una barchetta in mezzo al mare, con flussi – bordate energetiche contro la Russia – e riflussi – aumenti dei prezzi della stessa, non ci resterebbe per dare solidità al nostro sistema economico che dare una occhiata all’altro termine del binomio, il sapere. E questo non lo fa Conte, a cui è bastato sedersi sulla riva del no per crescere nei sondaggi. Non lo fa Fratoianni, troppo impegnato a sposarsi in tight. Non lo fa Giorgia con la «gioventù nazionale», non lo fa Matteo 1, con le dighe anti Africa, e non lo fa Enrico 2 che deve scoprire che l’unica centralità del lavoro è la politica del sapere. Intanto terminata la droga delle iniezioni di euro che grazie a Draghi hanno portato in alto il PIL, in mancanza di quelle iniezioni il rinculo ci porterà a livelli più bassi. L’Italia ha avuto per un po’ uno dei migliori esperti mondiali di Money Management. Ma non riesce ad esprimere un politico in grado di impostare un rebound – leggi rimbalzo – in economia. Giorgia, Matteo 1 (ormai il Matteo 2 è un suo stesso residuato bellico), Enrico 2, che progetti di sviluppo economico avete per il paese? Questo è il punto. In Germania l’università è gratis per tutti. In Inghilterra i libri scolastici sono gratuiti. Negli USA Biden ha cancellato i debiti universitari degli studenti.
Cari politici, nel binomio Energia-Sapere che futuro economico proponete? Vorrei tramite questo giornale proporvi queste due domande: 1. quale modello economico proponete per lo sviluppo dell’Italia? Lo vogliono sapere Confindustria e sindacato; 2. quale politica del sapere intendete svolgere? Lo vogliono sapere i giovani. Il binomio Energia-Sapere cerca un leader. Personalmente sono disposto a parteggiare per qualunque politico proponga anche per l’Italia il calcolo del PIL Sapere. Pilastro unico e ineliminabile di qualsiasi politica futura dell’economia.
*Professore e Senior Fellow Annenberg’s Center of Digital Future - University of Southern California, Los Angeles