IL COMMENTO

La tregua? Comincia in cielo, l'Onu istituisca la «no fly zone»

Claudio Martelli

È l'Organizzazione delle Nazioni Unite l'istituzione in grado di mettere la pace tra Russia e Ucraina

La superiorità nel comunicare le proprie ragioni di Zelensky rispetto a Putin è evidente a tutti e conclamata ovunque ci sia libertà di espressione. Il giovane presidente ucraìno non è un professionista politico ma un uomo comune con doti non comuni: la fermezza e il coraggio, l’intelligenza e l’ironia. I suoi compatrioti lo hanno scelto democraticamente in libere elezioni. Vladimir Putin da più di vent’anni esercita un potere assoluto, autocratico, fondato sulla forza con cui reprime ogni seria opposizione escludendola dalle elezioni, sulla violenza brutale e mirata con cui assassina, avvelena, incarcera i dissidenti russi mentre invade o minaccia le ex repubbliche sovietiche resesi indipendenti o ansiose di restarlo.

La superiorità di Zelensky nel soft power - potere dolce o persuasivo – è tutt’uno con la superiorità delle democrazie liberali rispetto alle dittature illiberali. Ma il soft power non basta, nella storia del mondo e ancora oggi le liberal democrazie non sono la regola, sono l’eccezione. Anche difese con il sangue e la vita dei loro abitanti possono soccombere di fronte all’uso illimitato dei bombardamenti da parte di una superpotenza militare. È quel che può ancora succedere in Ucraina. Il primo a saperlo è proprio Zelensky e si comporta di conseguenza abbinando la più strenua resistenza con la disponibilità al negoziato. Zelensky non ha mai smesso di invocare la Nato affinché nei cieli sopra l’Ucraina si stabilisca una no-fly zone, un divieto di volare agli aerei da combattimento. La Nato ha ribadito il no a questa richiesta con questa motivazione: «Il Patto Atlantico è al fianco dell’Ucraina, ma non vuole essere parte del conflitto in corso. Non manderà il suo esercito e non manderà aerei nello spazio dell’Ucraina». Ora, è vero che se da domani gli aerei Nato presidiassero lo spazio aereo ucraino oggi attraversato dagli aerei russi da bombardamento, il rischio di un conflitto diretto tra le super potenze sarebbe enorme e le conseguenze di un’escalation militare imprevedibili. Eppure la questione esiste e il fatto che Zelensky abbia sbagliato indirizzo e Stoltenberg l’abbia chiusa frettolosamente non la risolve. La questione consiste in questo: se gli aerei russi possono continuare a bombardare devastandole di distruzioni e di morti le città ucraìne senza che niente e nessuno lo fermi l’esito della guerra è scritto. È questo e non altro il piano di Putin che trascinerà i negoziati fino a quando avrà vinto la guerra. A quel punto qualunque trattato di pace dovrà riconoscere la sua vittoria militare e limitarsi a vestirla di un’apparenza legale.

Eppure tutto potrebbe ancora cambiare se la resistenza ucraina fosse più e meglio sostenuta e se i bombardamenti fossero fermati. Come? Per esempio se ad assumere la responsabilità di garantire la no fly zone sui cieli dell’Ucrajjna fosse non la Nato, super potenza rivale alla Russia, ma l’Onu. È l’Onu la sede adeguata e opportuna per questa iniziativa e il suo segretario generale Antonio Guterres dispone dell’autorità e del mandato necessari e sufficienti ad agire in questa direzione. Le cose stanno così: lo scorso primo marzo l’Assemblea generale dell’Onu con il voto favorevole di 141 nazioni, quello contrario di cinque (Russia inclusa) e 35 astenuti, ha votato questa risoluzione : «L’Assemblea riafferma il suo impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti, deplora nel modo più energico l’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina in violazione dell’articolo 2 della Carta; pretende che la Federazione russa interrompa l’uso della forza contro l’Ucraina e che si ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente dai suoi territori; ribadisce l’urgenza di un’immediata soluzione di pace tra la Federazione russa e l’Ucraina attraverso il dialogo politico, i negoziati e altri mezzi pacifici». Tanto basta perché il segretario delle Nazioni Unite, «in base alla titolarità delle sue competenze politiche autonome per il mantenimento della pace» (Statuto dell’ONU) istituisca sui cieli dell’Ucraina una no fly zone affinché siano sgombri di qualunque velivolo militare. Il controllo di questa disposizione potrebbe essere affidato all’Osce o a una potenza neutrale. Coraggio Mister Guterres!

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