l'evento

«È Lecce», un vero successo il talk della «Gazzetta del Mezzogiorno»

Maddalena Mongiò

Il focus sul turismo nel capoluogo salentino moderato dal direttore Mazza

LECCE - Lecce è… capitale della cultura, di fatto, la Firenze del Sud». Così è stata «battezzata» la città ieri pomeriggio, nella cornice di San Francesco della Scarpa nel corso del secondo appuntamento leccese targato La Gazzetta del Mezzogiorno con cui la storica Testata ha deciso di celebrare i territori. Lecce è parte di una serie di appuntamenti a cui dà vita la storica testata pugliese, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica accompagnata da foto suggestive ed emozionanti di una Lecce in continua trasformazione firmate da Francesco Conti, Daniela Dell’Anna, Andrea Gabellone, Caterina Gerardi, Martina Loiola, Lorenzo Papadia, Federico Patrocinio, Zeno Marco Rizzo, Alessia Rollo, Ilenia Tesoro e Samuele Vincenti.

Ieri il direttore di Gazzetta, Mimmo Mazza, con la collega Fabiana Pacella, ha »interrogato» quattro personalità che esprimono l’identità culturale di Lecce. Luigi Puzzovio (presidente del Conservatorio di Lecce), Paolo Babbo (presidente di ArtWork Cultura), Paola Pepe (addetta stampa Koreja), Raffaele Centonze (architetto), ognuno per il suo campo, ha tratteggiato il cambiamento che la città ha vissuto e l’opera meritoria di Gazzetta nel dare palcoscenico a questa continua crescita che ogni anno porta in città un+15 per cento di presenze. Prossimi appuntamenti 10, 11 e 12 giugno.

Come fosse un tratto di pennello, Lecce è stata raccontata con la sua crescita turistica, con realtà come il teatro Koreja, con la sua espressione musicale, con scrigni di bellezza architettonica dove trionfa il barocco che ha come massima espressione la Basilica di Santa Croce. Il centro storico è un’armonia con 40 palazzi che risalgono al 500 e poi le chiese e non ultimo l’Anfiteatro. E non mancano le spine. L’architetto Centonze ha sottolineato la necessità di indicare una funzione per questi palazzi per evitare l’uso indiscriminato che porta a un sovradimensionamento della ricettività.

Il direttore Mazza ha ricordato che l’overtourism è un problema delle città che hanno attrattività e, quindi, servirebbe un piano di sviluppo. Serve il contorno, ha sottolineato Puzzovio, perché il turista ha bisogno di trovare anche un’offerta culturale che gli procuri emozioni e sentimenti. Punto forte della città: la qualità della vita certificata dai tanti professionisti che arrivano a Lecce per lavoro e poi decidono di rimanerci a vivere stabilmente. E il turismo è educato, ha rilevato Babbo, che si aspetta un’offerta culturale importante dalla gestione del Castello di Carlo V.

Un turismo, quello leccese, che corre su due binari, quello dei gruppi e quello delle famiglie che hanno esigenze diverse. Per dare risposte ArtWork Cultura ha scelto la strada del partenariato pubblico-privato affinché ci siano operatori in grado di rivitalizzare l’offerta culturale. Il mare rimane un punto forte del turismo estivo, ma questa è anche una debolezza perché il passo verso la destagionalizzazione non si è mai veramente compiuto. In più va detto che prima del Covid l’offerta estiva puntava molte fiche sulle sagre che richiamavano un turista incuriosito dai riti e dalla cultura locale. Ora c’è necessità di individuare una vocazione che deve conciliarsi con l’ambizione della città di attrarre un turista di una fascia medio-alta. Soprintendenza permettendo, perché la sua azione risulta troppo pervasiva, ha ribadito Puzzovio.

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