La curiosità

Bari, Pasquetta e l’usanza perduta del «piede di San Giorgio», la pietra con l'impronta del martire

Francesco Monteleone

Parecchie centinaia di persone del quartiere Libertà (e non solo) andavano a mettersi in fila in un posto di campagna tra via San Giorgio e l’attuale via Glomerelli per perpetuare una tradizione popolare

BARI - I baresi di una certa età, facendo uno sforzo di memoria, lo potranno confermare. Da un tempo imprecisato e fino a circa 30 anni fa, il giorno di Pasquetta parecchie centinaia di persone del quartiere Libertà (e non solo), andavano a mettersi in fila in un posto di campagna tra via San Giorgio e l’attuale via Glomerelli per perpetuare una tradizione popolare. Dalla terra fuoriusciva una pietra in cima alla quale si intravedeva la sagoma di un piede che secondo la leggenda era stata lasciata da San Giorgio in persona, scendendo da cavallo. Cosa facesse da quelle parti un martire cristiano nato in Cappadocia e ucciso sotto Diocleziano nessun lo sa, ma è certo che ogni barese grande o piccolo, uomo o donna, si metteva in fila per ricalcare quell’orma con i propri piedi, verificando che tutte le taglie lì dentro ci stavano comode. Prima, durante e dopo quella scampagnata fuori porta senza tante pretese, i monelli baresi si dedicavano a rubar le fave novelle dai campi vicini e i genitori esprimevano un desiderio che il piede di San Giorgio avrebbe esaudito.

Ed ora viene il bello: «Io la ricordo bene quell’antica usanza, perché il quel posto mi portavano papà e mamma e io ho sempre portato i miei figli piccoli, fino a quando si fecero alcuni lavori stradali e quella pietra fu scheggiata, rimossa e abbandonata». Così ci confida Nicola Pignataro, illustre personaggio nato e allevato nel quartiere Libertà, che un bel giorno, notando gli scassi per la nuova viabilità, riconobbe in disparte la pietra sulla quale aveva messo piede almeno una trentina di volte. Con la tempestività di chi vuole infinitamente bene alla sua terra, Colino arruolò il figlio Angelo e tal Peppone, forzuto amico del figlio; in tre andarono a prelevare il masso per conservarlo nel suo bellissimo giardino di casa.

Oggi il piede di San Giorgio è ancora lì, non ha più la visita di migliaia di baresi, ma la sua impronta è sempre rivolta verso il cielo. «Mi piacerebbe constatare che c’è ancora qualche barese ottantenne che riconosce il piede di San Giorgio e come me ha fatto la fila il giorno di Pasquetta per calpestarlo. Ricollocarlo in campagna non avrebbe senso, i giovani con poca fede non seguirebbero i loro genitori come facevamo noi che ci divertivamo con poco. Io ho custodito il piede di San Giorgio con amore e rispetto culturale; non so bene se è tanto importante da essere collocato nel museo delle tradizioni popolari baresi. Forse sì, forse no. Se il sindaco viene a farmi visita gli mostro il piede leggendario e poi decideremo insieme la sua sorte».

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