Formazione e talento

Docenti pugliesi sul tetto della scienza

Redazione Primo Piano

Ecco chi sono i quattro nomi della Lum inseriti nella World’s Top 2% Scientists

Sono quattro i docenti della Libera Università Mediterranea «Giuseppe Degennaro» entrati a far parte della World’s Top 2% Scientists, la prestigiosa classifica mondiale curata dalla Stanford University che ogni anno pubblica l’elenco delle scienziate e degli scienziati più «influenti» al mondo, quelli che raggiungono il livello più elevato di produttività scientifica e che sono più citati tra i circa 9 milioni di ricercatori esaminati. Si tratta di Licia Iacoviello, professore Ordinario di Igiene e Salute Pubblica, Giovanni Schiuma, professore Ordinario di Ingegneria Gestionale, Giustina Secundo, professore Ordinario di Ingegneria Gestionale e Anna Picca, professore Associato in Biologia Applicata.

«Si tratta di un risultato che ci ha reso orgogliosi – afferma il rettore Antonello Garzoni - tutta la comunità della LUM si è congratulata con loro per questo meritato riconoscimento. La loro presenza nella classifica della Stanford University funge da ispirazione e rafforza il nostro impegno nel coltivare talenti e promuovere la ricerca innovativa».

Ma vediamo nel dettaglio che cos’è la World’s Top 2% Scientists e perché è cosi prestigiosa. Viene pubblicata ogni anno dalla celebre università californiana in collaborazione con Elsevier, una casa editrice olandese che opera nella pubblicazione di testate in ambito medico e scientifico, utilizzando dati bibliometrici estratti da Scopus, uno dei più vasti ed aggiornati database di articoli scientifici e citazioni al mondo. Le scienziate e gli scienziati sono classificati in 22 campi scientifici e 174 sottocampi secondo la classificazione standard Science-Metrix.

Per ogni ricercatore vengono valutate le citazioni e il relativo h-index, un indice che misura la prolificità e l’impatto scientifico di un autore, basandosi sia sul numero delle pubblicazioni sia sul numero di citazioni ricevute. Vengono inoltre assegnati loro dei c-score, indicatori compositi che si concentrano sulla rilevanza delle pubblicazioni, includendo informazioni sulla co-paternità e sulle posizioni dell’autore, quindi se è singolo, se è primo oppure ultimo autore. Il ranking utilizzato comprende anche le aree scientifiche di attività secondo una classificazione del profilo dell’autore ottenuta con avanzate tecniche statistiche e di machine learning per produrre risultati confrontabili tra le diverse aree scientifiche.

«Questo riconoscimento che mi onora particolarmente, va a tutto il team di ricercatori che da anni collabora con me su progetti di epidemiologia genetica e dell’alimentazione e sottolinea la dedizione con cui insieme affrontiamo le sfide della medicina moderna», dice Licia Iacoviello, professore Ordinario di Igiene Generale e Applicata presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia della LUM. Ha pubblicato oltre 560 articoli scientifici su riviste internazionali ed è entrata a far parte della classifica Stanford grazie ai suoi studi sull’importanza dell’interazione gene- ambiente sul rischio cardiovascolare e sul ruolo delle abitudini alimentari nello sviluppo di disturbi metabolici, malattie cardio-cerebrovascolari e cancro. Dal 2005 coordina lo Studio Moli-sani, un ampio studio di coorte che coinvolge oltre 24.000 persone adulte, al fine di valutare i fattori di rischio legati allo stile di vita (in particolare all’alimentazione) e alla genetica per le malattie cronico-degenerative e metaboliche.

«È un orgoglio per il nostro Ateneo ed è un riconoscimento dell’eccellenza della ricerca dell’università e della dedizione dei suoi ricercatori» afferma Giovanni Schiuma, professore Ordinario di Ingegneria gestionale e Direttore del Dipartimento di Ingegneria della LUM. Gli studi per i quali è entrato a far parte della classifica riguardano i processi di gestione della conoscenza e dell’innovazione per lo sviluppo competitivo dei sistemi organizzativi con particolare attenzione allo sviluppo degli Innovation Labs e l’applicazione di processi creativi e technology based. È un accademico di fama mondiale, ha ricoperto importanti ruoli in prestigiose istituzioni internazionali tra cui quello di Direttore del centro ricerche ‘Innovation Insights Hub’ dell’University of ArtsLondon e quello di visiting research fellow e professor presso la Tampere University, la Liverpool Business School, la Graduate School of Management, la St Petersburg University, l’University of Cambridge; e la Cranfield School of Management.

«Si tratta di un risultato significativo per il nostro Ateneo che riconosce la rilevanza internazionale e l’impegno in progetti di ricerca di frontiera realizzati anche con prestigiose aziende multinazionali», evidenzia Giustina Secundo, professore Ordinario di Ingegneria Gestionale presso il Dipartimento di Ingegneria della LUM e prorettrice all’Innovazione e Terza Missione. Gli studi che le hanno valso l’ingresso nella Top Scientists hanno riguardato le tematiche della Digital transformation e l’impatto sui processi organizzativi, i processi di technology transfer Università- Imprese e gli ecosistemi di innovazione digitale. È direttore scientifico del Technology Transfer Office dell’Ateneo e coordina diversi progetti di ricerca con partner nazionali ed internazionali. Ha ricevuto numerosi premi per le attività di ricerca quali il Best Paper Award di Elsevier e l’Outstanding Paper Award di Emerald.

«Sono felicissima di questo riconoscimento che colloca nel panorama scientifico internazionale il nostro ateneo e in particolare il Dipartimento di Medicina e Chirurgia e rappresenta un fortissimo stimolo a fare sempre meglio», il commento di Anna Picca, professore Associato in Biologia Applicata presso il dipartimento di Medicina e Chirurgia della LUM. Il riconoscimento della Stanford è giunto grazie alle numerose pubblicazioni prodotte e al loro impatto nell’ambito della ricerca scientifica sull’invecchiamento per cui la professoressa Picca studia i meccanismi che collegano la disfunzione mitocondriale alle condizioni età-relate, tra cui l’invecchiamento del muscolo scheletrico e cardiaco, la fragilità, e le malattie neurodegenerative, per l’identificazione di nuovi biomarcatori. È stata borsista post- dottorato presso il Buck Institute of Aging di Novato, California, e l’Institute on Aging dell’Università della Florida, nonché ricercatrice presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, IRCCS, di Roma. Attualmente è visiting scientist presso l’Università della Florida.

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