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I paradossi dietro le parole dei sindaci

Gianni Ciardo

Certe volte le banalità aiutano a vivere meglio. Oddio, certe volte molti credono di essere nati, invece guardandomi in giro mi accorgo che sono nati ma già morti

Buongiorno! Oggi è un giorno in più! Sembrerà banale dire questa cosa, però è così e nessuno può negarlo.

Certe volte le banalità aiutano a vivere meglio. Oddio, certe volte molti credono di essere nati, invece guardandomi in giro mi accorgo che sono nati ma già morti.

Naturalmente ci sono quelli che credono di essere vivi e si spacciano per vivi, senza contare che la loro vita è fatta solo di banalità. Molti altri sono come le rape. Nelle rape non c’è sangue e come disse una volta il presidente dell’Avis, non si può cavare sangue da una rapa. Ovunque tutti hanno il diritto di campare, basta avere lo SPID.

Con lo SPID si può fare ormai tutto. Anche col Tampax si può fare tutto, si può nuotare, correre, andare a cavallo, tirare di scherma, si può fare politica, teatro o addirittura «mestruirsi» (si dirà così?!).

Giorni fa abbiamo avuto l’elezione di molti sindaci in varie città d’Italia, (anche in Puglia). Sono andato a sentire i loro discorsi, ho visto la positività e la loro fermezza nelle promesse che hanno fatto. Il primo ha detto detto: «Bene, adesso basta con i soprusi del sindaco precedente adesso le cose cambieranno, soprattutto se eleggerete me. Darò case popolari a tutti quelli che me le chiederanno, posti di lavoro a chi già ce l’ha come garanzia ulteriore, panchine nuove per sedersi a chi non lavora, piste ciclabili anche per chi non ha la bicicletta, tatuaggi gratis e la pace nel mondo!». Poi mi sono spostato in un’altra piazza della città e ho sentito questo discorso: «Bene, adesso basta con i soprusi del sindaco precedente, adesso le cose cambieranno soprattutto se eleggerete me. Darò case popolari a tutti quelli che me le chiederanno, posti di lavoro a chi già ce l’ha come garanzia ulteriore, panchine nuove per sedersi a chi non lavora, piste ciclabili anche per chi non ha la bicicletta, tatuaggi gratis e la pace nel mondo!».

Ecco, finalmente la nostra vita cambierà in meglio. Saremo tutti felici. Sarà tutto più chiaro, sarà come se si accendesse la luce. Non diremo più «non vedo l’ora». L’idraulico sarà pagato anche se non farà un tubo. Gli assessori saranno pagati anche per fare l’idraulico, specialmente se ci saranno perdite! Sarà tutto più coerente e facile. L’unico problema che rimarrà è che nei penitenziari e nelle carceri i posti sono numerati.

Naturalmente per divertirsi un po’ di più io ricorro sempre ai paradossi che non sono per tutti. Oddio, lo dico per chi non lo sapesse, i paradossi non sono barzellette. Per questo chiedo scusa, ma io anche se le so, non le voglio dire e preferisco i paradossi.

Per esempio, per far capire meglio un paradosso: Fra lui e lei, sentite un po’.

Lei ce la mette tutta, lui fa quel che può!

Lui riceve molte telefonate, lei sta sempre attaccata al telefono!

Lei è distratta, lui è rimbambito.

Lei ha la nausea, lui sta per vomitare.

Per non dire che le polpette sono le femmine del polpo. La ricotta è cotta due volte. Il moscato non è un frullato di mosche. L’origano non è uno strumento a canne. La frittata non è un grosso guaio. L’aragosta non è un giorno di festa e la cassata non è una stronzata.

Beh, detto questo avremmo ancora altro da dire, però non è che posso stare a perdere tempo appresso a voi!

Se volete sapere altro chiamate il sindaco della vostra città e sarete accontentati. Naturalmente, ogni riferimento è puramente casuale, però certe volte no.

Buon divertimento soprattutto senza barzellette.

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