L'elaborato

L'intervista impossibile a Dio

L'articolo realizzato dall’Istituto “Giulio Cesare” di Bari

Ecco l'intervista impossibile a Dio eealizzata dall’Istituto “Giulio Cesare” di Bari.

“ Se mi ami non piangere! “ (S. Agostino)

Quale dolore può essere più grande e più profondo nel perdere qualcuno che si ama? Quale tragedia è più grande nel vedere giovani vite spezzate! Eppure accade e più spesso di quello che si può immaginare. Non avendo spiegazioni, ci si rivolge alla fede e a Dio.

Oggi intervistiamo Dio, chiedendogli un conforto sulla tragedia dei ragazzi.

Giornalista: Dio, il 3 maggio 2025 a Torchiarolo tre ragazzi – Luigi Petruccio, Sara Capilunga e Karina Ryzkhova – sono morti in un incidente. Erano su una Porsche presa a noleggio che andava a più di 250 km/h. L’auto è finita contro un ulivo e ha preso fuoco. Dove eri? Perché non hai urlato più forte della musica? Più forte del rumore del motore?

Dio: Ero lì, perché io sono nell’amico che dice “vai piano”. Nella paura che sentite… Ma spesso voi siete troppo lontani per sentirla.

Giornalista: Ma erano giovani, con tutta la vita davanti. Karina per esempio era scappata dalla guerra in Ucraina ed era stata accolta in una nuova famiglia. Perché permettere una fine così?

Dio: L’intervento divino non lo impongo, lo offro. Io non abbandono nessuno, offro la salvezza, anche quando tutto sembra perduto. Sono con gli uomini sempre, in ogni passo, ogni risata, ogni momento. Ma quando tutto è cambiato in un attimo… ho pianto anche io. Perché l’amore non può sempre fermare il dolore, ma resta. Sempre.

Giornalista: La gente è distrutta e le famiglie sono a pezzi. Il parroco ha detto che dobbiamo imparare anche da questa tragedia, ma come spiegare ad un genitore che il proprio figlio non vivrà più la Terra.

Dio: Il dolore fa parte della vita. Come diceva la filosofia cristiana la morte non è la fine e la Terra è il passaggio per raggiungere la beatitudine eterna nel paradiso.

Giornalista: La macchina… era troppo potente. Sembrava che fosse l’occasione della vita, qualcosa che non capita spesso. I ragazzi non pensavano al rischio. Non avevano intenzione di fare qualcosa di pericoloso. Era la voglia di vivere quel momento! La Porsche, la bella giornata, l’adrenalina… erano giovani, pensavano che tutto fosse sotto controllo.

Dio: Non volevo questo per loro, ma ogni scelta porta una conseguenza. Io parlo attraverso la coscienza e gli avvertimenti, ma non obbligo nessuno. La libertà è importante, però spesso porta a errori.

Giornalista: Dio hai creato l’universo in 7 giorni e lo hai reso perfetto, perché la perfezione richiede tempo e la sofferenza arriva in un attimo?

Dio: La perfezione è una ricerca costante, richiede impegno e dedizione. Le imperfezioni, la sofferenza nascono dalla poca considerazione di ciò che è realmente importante sulla Terra, a cui l’uomo spesso non attribuisce valore.

“Che la luce dei ragazzi viva nei ricordi e nell’amore che Dio ha lasciato.”

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