serie b

Bari, adesso è crisi profonda. DeLa, nel mirino ci sono direttore sportivo e squadra

Davide Lattanzi

La società riflette su Magalini e Di Cesare. «Virale» la lite sull’aereo. Circola qualche candidatura per rimpiazzare i responsabili dell’area tecnica, ma il fattore tempo non gioca a favore

Bari Punto e accapo. Il ribaltone in panchina non ha prodotto l’auspicata scossa nemmeno sul piano mentale. Il Bari è tornato da Empoli con cinque gol sul groppone, dubbi, angosce e la rabbia dei tifosi, ormai non più contenibile. Comincia un’altra settimana, peraltro corta perché giovedì è in programma il recupero con la Juve Stabia. L’imperativo è ritrovare almeno un pizzico di credibilità e una buona dose di spirito in modo da affrontare una dimensione che, almeno al momento, appare definita: ovvero, la lotta per la salvezza.

TUTTI I NUMERI DELLA CRISI Già, perché nessun indicatore spinge ad orizzonti più ambiziosi. Ci sarà da battagliare per conservare la categoria, forse anche soffrendo. I biancorossi hanno perso sei gare su 13: soltanto Mantova, Sampdoria, Spezia e Pescara sono cadute di più. Ma più ancora è emblematico il dato della differenza reti che riassume i fondamentali di squadra. Il Bari, con -11, ha il peggior differenziale della B: i 13 i gol realizzati rappresentano una dei peggiori attacchi del campionato, proprio come le 24 reti subite evidenziano la terzultima retroguardia della B, precedendo solamente Avellino (25) e Pescara (29). La porta di Cerofolini è rimasta immacolata in appena due circostanze e le occasioni in cui i Galletti sono rimasti all’asciutto all’interno dei ’90 salgono a tre. I pugliesi, insieme all’Entella, hanno il rendimento esterno più deficitario: la miseria di due punti (colti con Entella e Spezia) in sette viaggi con cinque gol realizzati e addirittura 18 subiti (peggior retroguardia esterna della categoria). Superfluo entrare nel dettaglio dei singoli. Emerge chiaramente come la squadra fatichi terribilmente a proporre e sia al contempo incredibilmente fragile. Eppure, la classifica nei bassifondi resta abbordabile: dai 17 punti del Padova in giù, ben nove compagini sono rinchiuse in un fazzoletto. Occorre mettersene cinque alle spalle: una missione, malgrado tutto, alla portata.

DIRETTORI IN BILICO, MA… Come era prevedibile, l’ormai ex allenatore Fabio Caserta ha già pagato il conto. Ma è altrettanto scontato che le responsabilità non potessero essere soltanto sue. Il tandem di direttori sportivi è in bilico: la proprietà valuta soprattutto la posizione di Giuseppe Magalini, ma anche quella di Valerio Di Cesare. Tuttavia, esistono due ostacoli non irrilevanti: il primo riguarda la caccia ad un eventuale successore. Ad inizio dicembre, infatti, si affronta un panorama decisamente ristretto. Gianluca Petrachi, uno dei profili più gettonati, è nel mirino di un paio di club di serie A. Potrebbero essere considerate alcune candidature di dirigenti che già conoscono bene l’ambiente: esempi in tal senso sopravvengono i nomi di Fabio Lupo o Mattia Collauto. Tuttavia, servirebbe un adattamento immediato e idee chiarissime su come intervenire su un complesso zeppo di lacune. Il secondo problema riguarda la gestione di un gruppo caratterialmente debole: privare i calciatori dei pochi riferimenti che hanno potrebbe rivelarsi persino deleterio. Dunque, senza una soluzione a portata di mano, è improbabile ipotizzare l’esonero dei ds. Nel post gara di Empoli, Di Cesare ha affrontato la squadra con estrema durezza richiamando ognuno alle sue responsabilità. I toni concitati sono stati ascoltati nitidamente negli spogliatoi del Castellani. Chissà se la strigliata (peraltro non la prima) sortirà effetti.

CALCIATORI ALLO SBANDO E CONTESTATI I calciatori appaiono smarriti, svuotati, giù di tono anche sul piano fisico. La contestazione di una piazza umiliata ora inevitabilmente si sposta anche sulla squadra. I video delle tensioni sull’aereo che ha riportato in sede Vicari e compagni sono presto diventate virali sui social.

C’è chi ha reagito, rispondendo anche a muso duro ad alcuni sostenitori e ha creato scalpore che in prima linea siano risultati proprio i baresi Nicola Bellomo ed Anthony Partipilo. Il 34enne del Borgo Antico, in particolare, ha provato a chiarire sul suo profilo social l’episodio che lo ha riguardato ribadendo di aver subito minacce ed un tentativo di aggressione fisica. Il club, ad ogni modo, anche in virtù di un preciso regolamento interno, ascolterà nuovamente i tesserati: qualora emergessero responsabilità, non sono da escludere che siano adottati precisi provvedimenti. E in ogni caso, i calciatori saranno invitati a comportamenti contenuti e rispettosi, dato il frangente estremamente delicato. Oltre le lacune tecniche, andranno accertate pure eventuali problematiche fisiche. Perché il Bari sembra effettivamente in apnea.

LA MISSIONE DI VIVARINI Era impossibile chiedere riscontri a Vincenzo Vivarini ad un giorno e mezzo dal suo arrivo. Tuttavia, meraviglia come il gruppo non sia stato pervaso da alcun moto d’orgoglio dopo il cambio di allenatore. Il tecnico pescarese, tuttavia, ora avrà compiti precisi: provare a recuperare la squadra sul piano mentale, innestare alcuni concetti base sul piano tattico, cercare una strada ben precisa senza i continui stravolgimenti che hanno scandito la gestione Caserta.

Si punterà sul ceppo che darà le maggiori garanzie: chi è indietro dovrà velocemente mettersi al passo. L’obiettivo sarà restare il più possibile in linea di galleggiamento, evitando crolli che possano pregiudicare la stagione. Dunque, rimanere aggrappati al gruppone in lotta per la salvezza strappando punti soprattutto negli scontri diretti.

Mercoledì prossimo l’allenatore pescarese sarà presentato: al suo fianco, è atteso presidente Luigi De Laurentiis: sarà l’occasione per conoscere il suo pensiero e soprattutto le strategie della proprietà.

UN AIUTO DAL MERCATO Si sarebbe affrontato anche l’argomento relativo alla campagna trasferimenti invernale. Che non potrà essere un’altra rivoluzione, ma richiederà una serie di interventi.

Il presidente De Laurentiis è al corrente della necessità di vari innesti: due difensori, altrettanti centrocampisti e una punta sembrano oggi il minimo indispensabile. Così come qualcuno saluterà. Ma fino alla pausa natalizia mancano cinque impegni. Per girare in quota permanenza (fissata circa 44 punti) servirebbero nove punti. Un’enormità per il Bari di oggi. Doveroso, però, pretendere una reazione.

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