serie a

Wladimiro Falcone non tradisce, un «muro» per il Lecce

Antonio Calò

Wladimiro Falcone fa oramai parte a pieno titolo della storia del Lecce, figura tra i più «grandi» portieri che hanno difeso la porta della formazione salentina

Wladimiro Falcone fa oramai parte a pieno titolo della storia del Lecce, figura tra i più «grandi» portieri che hanno difeso la porta della formazione salentina.

Insieme a Federico Baschirotto (ceduto alla Cremonese), Antonino Gallo e Lameck Banda, è stato tra i protagonisti delle tre salvezze di fila ottenute in A nel 2022/2023, 2023/2024 e 2024/2025, mai centrate in precedenza dal club giallorosso. Ma a questo merito non da poco vanno aggiunte diverse «medaglie» personali. L’ultima in ordine di tempo, se l’è appuntata al petto nella vittoriosa trasferta di Parma, mantenendo inviolata la porta per la ventiquattresima volta, con la maglia del Lecce, in massima serie.

Come riporta Davide De Santis, appassionato studioso di tutto ciò che riguarda la società salentina, nella sua pagina Facebook «Lecce Amarcord», «Falcone ha raggiunto Giuliano Terraneo per numero di cleansheet totali ottenuti in A. Ora sono 24 a testa per i due portieri, entrati di diritto nella storia della squadra. Terraneo ne ha totalizzati 18 in casa e 6 in trasferta, mentre Falcone 13 in campo avverso e 11 tra le mura amiche».

Ma «WladiMuro», com’è stato soprannominato dai tifosi l’estremo difensore capitolino, sta scalando posizioni anche nella graduatoria del numero di presenze.

Come racconta lo stesso De Santis, infatti, Falcone «ha collezionato la sua 120esima presenza in A, portandosi al quarto posto dei più presenti di tutti i tempi in massima serie. Ha superato un mostro sacro come Pedro Pablo Pasculli, attestato a quota 119». Inoltre, «per quanto riguarda le partite ufficiali, ha raggiunto, con 124, un altro grande protagonista della storia del Lecce, Ernesto Javier Chevanton».

A questo si aggiunga che, al termine dell’annata agonistica in corso di svolgimento, il 30enne calciatore romano potrebbe diventare, in assoluto, il portiere con il maggior di presenze con la maglia della formazione salentina, in match ufficiali.

In questa graduatoria, oggi occupa la quarta piazza, a quota 124. È preceduto da Aldo Nardin (in giallorosso dal 1976/1977 al 1979/1980), attestato a 140, da Luciano Gisberti (con il Lecce ha militato dal 1941 al 1949), che è a quota 147, e dal recordman Fabrizio Lorieri (baluardo del team dal 1995/1996 al 1998/1999), che di presenze ne ha collezionate 155.

Ebbene, con 32 incontri ancora di disputare, Falcone potrebbe addirittura balzare a quota 156, scavalcando quel Lorieri che è uno dei portieri più amati dai supporter della compagine del «tacco d’Italia». Senza tralasciare il fatto che, avendo un contratto con il Lecce sino al 30 giugno 2028, «WladiMuro» potrebbe raggiungere vette inusitate, alle quali sarebbe difficile anche solo avvicinarsi in futuro, ritagliandosi un ruolo da vera e propria «icona» giallorossa.

L’importanza che il «portierone» riveste in seno alla squadra allenata da Eusebio Di Francesco e nell’ambito dello spogliatoio, del resto, è stata ribadita nei giorni scorsi dal presidente Saverio Sticchi Damiani che, ai microfoni di Radiosportiva, ha avuto modo di dichiarare: «È il capitano ed incarna alla perfezione i valori del club. Abbiamo avuto modo di apprezzarlo molto nei tre campionati di serie A che ci siamo lasciati alle spalle. Lo terrei a vita con noi (proponimento, quest’ultimo, che è stato abbinato dal massimo esponente della società anche all’esterno basso mancino Antonino Gallo, ndr)».

Insomma, una sorta di investitura ufficiale da parte del presidente, che ben conosce il «peso» del ragazzo, non solo dal punto di vista professionale, in campo e fuori, ma anche sul piano umano. E sa quanto il giocatore abbia a cuore le sorti del Lecce e sia legato alla casacca che indossa ed al territorio che rappresenta.

Tra l’altro, Falcone ha iniziato la stagione 2025/2026 con una serie di grandissime prestazioni, sfoderando parate che hanno avuto la valenza di gol realizzati. Il tutto, dopo avere chiuso l’annata 2024/2025 con la prova monstre tirata fuori all’Olimpico, contro la Lazio, nella sfida che ha sancito la terza storica permanenza consecutiva, quando le chance sembravano oramai ridotte al lumicino ed in pochi credevano che l’undici all’epoca diretto da Marco Giampaolo potesse farcela davvero.

Eppure anche Falcone è dovuto passare dalla gogna mediatica nelle fasi in cui, come purtroppo accade a tutti, ha commesso qualche errore del quale, c’è da starne certi, è stato il primo a rammaricarsi. Purtroppo, però, nel «tritacarne» dei social, che hanno sostituito gli animati dibattiti verbali che un tempo si svolgevano al «Bar dello Sport», c’è la tendenza a dimenticare quanto di buono è stato fatto, rimarcando le cose che non vanno per il verso giusto, senza alcun proposito costruttivo, con il solo scopo di ferire.

Sarebbe bello se «WladiMuro», con Gallo e Banda, «firmasse» la quarta salvezza di fila in massima serie, per poi continuare a volare tra i pali della porta del Lecce sino alla scadenza del contratto o, come ha detto Sticchi Damiani, «a vita». Quella calcistica.

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